Brulotti

Senza certezze

La morte di una ragazza nel corso di un gioco erotico ha fatto emergere con prepotenza tutti i peggiori aspetti di questa piccola Italietta, impregnata fin nel midollo dei suoi valori piccolo borghesi.

Il moralismo che contraddistingue i benpensanti è venuto fuori nella condanna più ferma, e nello sdegno, verso pratiche erotiche considerate indecenti da chi ha un universo mentale così ristretto da non riuscire a comprendere che nulla può essere indecente, nella sessualità, quando fatto nella reciprocità e tra persone consenzienti.

Il finto moralismo ha fatto il paio col primo, nei discorsi bacchettoni e puritani di coloro che condannano pubblicamente certe pratiche, salvo fantasticare nei loro sogni proibiti quanto non osano sperimentare nella routine della vita coniugale, non volendo correre il rischio di passare per anormali. Di fondo infatti c’è solo questo: l’adattamento ad una normalità stabilita dalla pubblica morale, verso cui tutti dovremmo avere il compito di ubbidire.

A far da contraltare c’è stato il voyeurismo di molti che, spinti da istinti pruriginosi, hanno voluto conoscere tutto ciò che c’era da sapere sulla faccenda: dal tipo di corda usata al numero di nodi che stringono i corpi, via via scendendo nella vita privata dei protagonisti. In ciò, elemento indispensabile si sono rivelati, come al solito, i media e tutto il corollario di pseudo esperti – sociologi, psicologi, sessuologi – che non hanno perso occasione di cannibalizzare storia e corpi, scavando nella vita della vittima fin nei particolari più intimi, occultando dietro il “diritto di cronaca” i titoli scandalistici e le foto che hanno permesso di vendere qualche centinaio di copie in più. Ma gli sciacalli è risaputo si nutrano di cadaveri.

Eppure, per chi ancora riesca a posare lo sguardo oltre i confini stabiliti dalla morale, per coloro che in una storia non sono abituati a guardare il soggetto principale sbattuto in primo piano, ma amano soffermarsi sui dettagli a margine, quanto accaduto a Roma, seppure nella sua tragicità, rivela un particolare interessante ed inconsueto, nei tempi scipiti che viviamo. Una giovane donna è morta, ma mentre inseguiva il proprio piacere.

Quanti – a prescindere dal tipo di piacere che rincorrono – sono disposti a rischiare le proprie certezze per raggiungerlo?

[13\09\2011]