Brulotti

Consumo di lunga durata

Günther Anders
 
Che i nostri pasti indichino il tempo dedicato al nostro ristoro è il segno della nostra umanità. Perché tra i pasti si svolge il tempo libero da ogni consumo e il vasto orizzonte del mondo non consumabile, il territorio dell’assenza, di ciò che non si può contemplare, immaginare, il territorio del possibile — in breve: il mondo dello spirito. Davvero? Ancora oggi? Quasi. Perché la tendenza punta ad un consumo ininterrotto, ad un'esistenza in cui consumiamo continuamente così come respiriamo: continuamente mastichiamo gomma; continuamente ascoltiamo la radio. E poiché non esiste nulla che non diventi un prodotto di consumo, la sostituzione di un prodotto con un altro garantisce la non interruzione del consumo. Una situazione bestiale. Anzi, la situazione degli animali più volgari. Non quella degli animali che abbracciano l'orizzonte, con lo sguardo o sorvolandolo, per raggiungere la loro preda. L'orizzonte di questi ultimi è ancora ampio; il loro tempo, per lo più, libero dai consumi. Ma quella del pollo, che becca in eterno.
 
 
[Philosophische stenogramme, 1965]