Brulotti

Religione e schiavitù

Giuseppe Ferrari
 
L'autorità è il risultato della rivelazione soprannaturale. La tradizione, il libro sacro, la favola esprimono la volontà irresistibile degli Dei; bisogna obbedire, bisogna vegliare perché la legge sia osservata. Ecco il sacerdote. Avete trasportato la vostra ragione fuori di voi, in cielo; bisogna che altri ve l'imponga; vi siete perduto, bisogna che altri vi salvi; siete divenuto schiavo della vostra finzione, riconoscete la necessità di un padrone. Il sacerdote traccia la pianta della città, prescrive le preghiere, i digiuni, le macerazioni; dice se devesi combattere, se devesi chiedere la pace, se devesi aggiungere una corda alla lira; il sacerdote sarà ministro della vostra ragione. Nulla è lasciato al caso: gli Dei occupano l'intera natura, l'uomo non può vivere se non interpretando di continuo la legge occulta che governa gli elementi, non può credere a se stesso prima di aver consultato la sua finzione. Qui la ragione sola è follia, l'autorità vieta di appellarsi al buon senso, all'esperienza, ai lumi naturali; essa sacrifica ogni libertà come una ribellione, la ragione naturale come un attentato contro il regno degli Dei, contro l'umanità, che non è più in noi, ma in cielo.
La dominazione dell'uomo sull'uomo è l'ultima conseguenza d'ogni rivelazione soprannaturale. Gli idoli, gli Dei limitati, vivi, appassionati, vogliono essere rispettati, venerati, obbediti; conviene indovinare la loro volontà, conviene adorarla. In altri termini, gli idoli sono i re del cielo e della terra, e consacrano così il principio della dominazione, voglio dire, di un governo fondato a profitto di chi governa. Colla loro influenza gli idoli sviluppano questa dominazione: non proteggono forse i loro adoratori? Non accordano forse i loro favori ai servi più devoti? Non si lasciano forse toccare dalle offerte, dalle orazioni? Da che havvi un idolo, havvi un uomo da lui favorito; i favoriti dei padroni del cielo saranno necessariamente i padroni della terra; gli eletti dell'Uomo-Dio, gli eletti dell'umanità alienata e trasportata fuori dall'uomo saranno i signori dell'uomo, che si è spogliato della sua ragione e ridotto allo stato di cosa. A loro volta i miracoli fortificano la dominazione dell'uomo sull'uomo: nel fatto il miracolo è un favore, un privilegio, sospende le leggi dell'universo per proteggere un re, un sacerdote, una casta, un popolo eletto: il miracolo è essenzialmente eccezionale e direi quasi aristocratico. Quelli a cui è rifiutato, quelli che lo ignorano, quelli che lo negano non sono forse legalmente degradati e reietti fuori della ragione universale? Dalla degradazione alla servitù in teoria non v'ha differenza: e in pratica? La religione è la pratica della servitù.
 
[Filosofia della Rivoluzione, 1851]