Brulotti

Le linee parallele non coincidono

Luigi Galleani
 
Non è questione di pro o contro: il movimento anarchico ed il movimento operaio battono vie parallele ed è geometricamente constatato che le linee parallele non sono fatte per incontrarsi, per coincidere mai.
L'anarchico — si presume almeno — è pervenuto, o sotto la sferza dell'esperienza, o traverso l'indagine, lo studio, la meditazione, al convincimento che il malessere sociale in genere, ed in specie la miseria, la servitù, la involontaria ed obbligata ignoranza di chi lavora e produce — e produce tutto che della vita fa la pienezza e lo splendore di cui non godrà mai, di cui godono e godranno soltanto coloro che non curveranno mai la groppa sul solco, né incalliranno mai sulla vanga od all'incudine le mai, né mai affaticheranno su un problema o su un libro il cervello — discendono da un monopolio primevo, fondamentale [...] E l'anarchico impugna questo monopolio, e poiché la nuda negazione non serve, affonda il piccone alle radici della mala pianta e si sforza di reciderle, condannando assieme con l'albero maledetto rami e frutti che ne precedono: tutto di tutti: non più proprietà individuale dei mezzi di produzione di scambio, né alcun degli altri istituti che custodiscono l'iniquità e l'ineguaglianza originale fatalmente da questo privilegio iniziale.
E poiché i nostri buoni borghesi — anche quelli che l'usura pretendono riscattare colla filantropia — a dare le loro dimissioni da sfruttatori, a restituire il mal tolto non sognano, né si decideranno mai, gli anarchici pure quelli che dalla violenza e dal sangue aborrono, sono costretti a conchiudere che la espropriazione della classe dominante non potrà avvenire che violentemente ad opera della rivoluzione sociale, ed a questa si dispongono e cercano disporre con ogni mezzo di educazione, di propaganda, d'azione, il proletariato.
Il quale fino ad ora, non dimenticatelo e non illudetevi! è massa non classe. Se fosse classe, se avesse cioè lucida e piena coscienza del suo diritto, della sua funzione, della sua forza, la rivoluzione livellatrice sarebbe da gran tempo compiuta, esimendoci da queste melanconiche od acerbe elucubrazioni.
La grande massa è borghese non natione, sed moribus: non di origine, che nella propria culla non ha trovato né un lenzuolo, né una camicia; ma di costumi, di superstizioni, di pregiudizi, di interessi anche, poiché i suoi propri giudica legati, dipendenti dallo sviluppo e dalle fortune degli interessi dei propri padroni, i quali diventano per tal modo la provvidenza che dà il lavoro,  il salario, il pane, la vita per sé e per i figli; e del lavoro, della vita e della sicurezza è riconoscente al padrone che v'è stato sempre, che vi sarà sempre, che egli sia benedetto! e benedette le istituzioni, le leggi, i gendarmi che lo difendono e lo proteggono. In altre parole, mentre l'anarchico, con una diagnosi acuta rigorosa, positiva, affonda il bisturi a recidere la causa prima del malessere sociale — pur non nascondendosi le difficoltà, la lunga e penosa durata della cura — la grande massa rimane empirica, non discute la proprietà, meno ancora la nega; vorrebbe soltanto che fosse meno esosa; non disconosce il padrone, esige soltanto che sia più buono; non ripudia lo stato, la legge, i tribunali, i gendarmi, i birri, vuole soltanto lo stato paterno, le leggi eque, i tribunali giusti, i gendarmi ed i birri più umani.
Noi non facciamo questione di proprietà esosa o meno, di padroni buoni od usurai, di stato paterno od iniquo, di leggi eque od ingiuste, di tribunali imparziali od addomesticati, di gendarmi o di birri caritatevoli o bestiali; noi facciamo questione di proprietà, di stato, di padrone, di governo, di leggi e di tribunali, di gendarmi e di birri e non ne vogliamo di alcuna specie; ed inseguiamo con fervore, con tenacia, con fede una società che sia con tali mostri incompatibile; e, nell'attesa, ne contestiamo e contrastiamo, con tutti i mezzi a nostra disposizione — e la protesta scontiamo spesse volte col sacrificio della libertà, della quiete, degli affetti più cari per lunghi anni o per sempre — la funzione arbitraria ed atroce.
Voi vedete che si battono vie diverse, e che il potersi incontrare è difficile.
 
[La fine dell'anarchismo?, 1925]