Intempestivi

Appena in tempo...

Le banche sono chiuse, le finestre sbarrate, una sensazione di vago disagio si va diffondendo attraverso la città calma in superficie. Cominciano a circolare voci — ci sarà o non ci sarà un nuovo memorandum? Le dracme sono state già stampate? I ricchi hanno pronti i propri passaporti, denaro e gioielli per una precipitosa uscita, la loro «Grexit» privata verso la Svizzera? E le folle vanno ancora al mare e nei bar, magari per l'ultima volta...
 
La borsa cinese è al collasso, mentre quella di New York è stata, forse, hackerata assieme ai voli della United Airlines tutti a terra ed al sito del Wall Street Journal. Tutti si chiedono: è questo «the big one»? Un'era come la nostra, che ha sognato di continuo l'apocalisse, è adesso in grado di evitarla?
 
Tempi simili — che non sono proprio per i timidi, o per gente pronta ad applicare un migliaio di mezze misure piuttosto che a fare una sola cosa con tutto il cuore, per via della fragilità che fa temere anche la più piccola scossa, per via della troppo raffinata e decadente tirannia dell'Impero — no, no, i tempi in cui stiamo entrando, i nuovi scenari del palcoscenico del mondo, sono i tempi dei Barbari.