Brulotti

Morte della Democrazia

In seguito alla scontata decadenza di Berlusconi da Senatore della Repubblica, un urlo si è levato all’unisono dal diretto interessato, i suoi sostenitori e i suoi leccaculo. “La Democrazia è morta” è stato sentenziato. Non sono stati i soli a pensarlo.

Effettivamente, lo Stato democratico non è abituato a condannare uomini potenti, anzi, potremmo tranquillamente affermare che uno degli aspetti su cui la Democrazia si regge, è la totale impunità del potente di turno. Vedere quindi condannato un uomo come Berlusconi – con tutto ciò che esso rappresenta ed ha significato negli ultimi venti anni – ha fatto pensare anche a noi che la Democrazia fosse, se non morta, quantomeno ferita. La qual cosa poteva rallegrarci non poco.

Certo, di tanto in tanto qualche pesce grosso è capitato nella rete della giustizia e non è riuscito a divincolarsi, ma il branco ha sempre continuato a nuotare indisturbato, perché la Democrazia della legge uguale per tutti rimaneva sempre più uguale per alcuni rispetto ad altri. Vedere quindi condannato e cacciato dal Parlamento un uomo come Berlusconi, più volte a capo del democratico governo italiano e rappresentante della nazione nel mondo negli ultimi venti anni, ci ha fatto sobbalzare. “Ma che succede – ci siamo detti –, che sia la morte della Democrazia?”.

Ma si è trattato solo di un attimo di smarrimento, da cui ci siamo ripresi ben presto.

Quest’uomo ne ha combinate così tante e tanto diverse, che le sue malefatte non si è più riusciti ad occultarle, e riuscire a parargli il culo era diventato non solo impossibile, ma addirittura rischioso. Rischioso sì, perché il popolo bue potrebbe superare la capacità di sopportazione che sembra infinita, ed arrivare addirittura a scoprire che la Democrazia non è il governo del popolo, bensì uno dei modi per sottometterlo, e che la Legge non è uguale per tutti, ma a garanzia di una Giustizia di classe per difendere chi è sempre e comunque tutelato, chi conosce il Ministro di turno pronto a tirarlo fuori dalla prigione, e loro relativi interessi. Allora qualche condanna ogni tanto, ai potenti che sono stati meno accorti nelle loro magagne, può solo far bene alla Democrazia, perché porta la gente a credere che questa Legge sia davvero uguale per tutti, e la spinge a stringersi ancora di più attorno a chi la fa funzionare così bene. Attorno alla Democrazia, appunto.

La Democrazia è viva, quindi. Viva la Democrazia.

 

29/11/2013