Carnefici e spettatori. La nostra indifferenza verso la crudeltà
Alessandro Dal Lago
Raffaello Cortina Editore, Milano, 2012
Non oltrepassare la linea gialla.
È un po’ questa la sensazione che si ricava alla fine della lettura del libro, sensazione peraltro già avvertita con altri lavori dello stesso Dal Lago o altri studiosi di scienze sociali.
Si tratta di uno studio che, partendo dal recente conflitto libico, si propone di mostrare come, nel corso dei secoli, la crudeltà (della guerra, della tortura, della segregazione, ecc.) sia stata lentamente, ma inesorabilmente, messa a margine; dapprima esibita, si è deciso poi di nasconderla. Ciò non significa che la crudeltà, e tutto ciò che contribuisce a generarla, sia scomparsa dall’orizzonte sociale, ma più semplicemente che, allo stato della odierna organizzazione sociale e dei “valori” di cui si fa portatrice, è più conveniente occultarla, per non suscitare reazioni e sdegno nella cosiddetta opinione pubblica, e per consentire ad essa una capacità auto-assolutoria che, diversamente, sarebbe difficile ottenere.