Brulotti

Quando busseranno...

«When they kick at your front door 

How you gonna come? 

With your hands on your head 

Or on the trigger of your gun...»
 
All’inizio di dicembre uno dei tele-virologi più amati dai giornalisti affermava che la libertà di scelta costituisce un problema che chi detiene il potere dovrebbe risolvere. Che chi si ostina a non obbedire volontariamente dovrà essere costretto a farlo con la forza. Che la libertà di non vaccinarsi, ad esempio, può esistere solo per un eremita che vive da solo in mezzo al deserto. Quanto agli altri, cittadini della società, «evidentemente non c’è alternativa per queste persone all’obbligo, ma all’obbligo, quello serio, cioè l’obbligo che ti manda i carabinieri a casa a prenderti». L’affermazione perentoria ha fatto ridacchiare la giornalista di servizio che lo stava ospitando (e non certo per l’italiano stentato).
Una settimana dopo, il generale dell’esercito a cui il governo ha affidato il compito di guidare la guerra contro il temibile virus ha dichiarato che lui e le sue truppe sono pronti: assieme a Babbo Natale, «porterà le vaccinazioni casa per casa». Oltre agli anziani sperduti nei paesini più remoti, i militari sono «pronti a vaccinare tutta la platea» — la platea di bambini...
Di fronte a queste esternazioni ravvicinate, e al mondo che annunciano, ci domandiamo se sentire un brivido correre lungo la schiena sia un segno di debolezza da complottisti, il sintomo di un delirio da terrapiattisti, o se viceversa sia la calma serafica davanti all’ennesima aberrazione ad esprimere una sorta di beota democraticismo.
Interrogativo la cui risposta non proverrà da nessuna app.
 
[16/12/21]