Brulotti

Grande Produzione di Cose

Voltairine De Cleyre
 
Noi deridiamo quelle antiche superstizioni e parliamo molto della scienza sperimentale esatta. Ci sforziamo di esaltare i corpi greci e fingiamo di gradire la cultura fisica. Ci dilettiamo di molte cose; ma l'unica reale grande idea della nostra epoca, non copiata da una qualunque altra età, non finta, non portata in vita da qualche congiura, è la Grande Produzione di Cose – non la creazione di cose belle, non il piacere di spendere energia vitale in lavoro creativo; piuttosto l'indecente e spietata spinta ed esasperazione a sprecare e a drenare l'ultima goccia di energia, solamente per produrre mucchi e mucchi di cose – cose brutte, cose nocive, cose inutili, e nella migliore delle ipotesi in gran parte superflue. 
Per quale scopo si produce? La maggior parte dei produttori non lo sa, e ancor meno se ne preoccupa. Ma è posseduto dall'idea che deve farlo, che ognuno lo fa, e ogni anno la produzione di cose prosegue maggiormente e più velocemente. C’è una gamma vasta come una montagna di cose prodotte e in produzione, e nondimeno gli uomini si danno da fare disperatamente per allungare l'elenco delle cose create, per cominciare nuovi mucchi e per ampliare i mucchi esistenti. E con quale tormento del corpo, sotto quale tensione e preoccupazione di pericolo e paura del pericolo, con quali mutilazioni e storpiature e azzoppamenti continuano con difficoltà, sfracellandosi contro questi macigni di opulenza! In verità, se l'immagine dell'Anima Medievale è penosa per il suo cieco guardare fisso e per il patetico sforzarsi, grottesca nelle sue torture insensate, l'Anima del Tempo Moderno è più sorprendente con i suoi occhi irrequieti, nervosi, sempre esploranti gli angoli dell'universo, con le sue mani irrequiete, nervose, che per qualche inutile duro lavoro sempre si allungano e afferrano. 
E certamente la presenza di cose in abbondanza, cose vuote e cose volgari e cose assurde, così come cose pratiche e utili, ha prodotto il desiderio del possesso di cose, l'esaltazione del possesso di cose. Attraversate la strada del mercato di una qualunque città, dove le sommità inclinate di strati di cose fissano e guardano i volti della gente che passa – non gli affamati e i disgraziati che contornano i marciapiedi e palesemente questuanti un'elemosina, ma la folla – e rendetevi conto di quale idea sia scritta sulle loro facce. Su quelle delle donne, dalle signore delle mostre di cavalli alle commesse fuori dalla fabbrica, c'è una rivoltante vanità, una coscienza dei loro vestiti, alla pari di qualche taccola con penne prese a prestito. Cercate l'orgoglio e lo splendore di un corpo libero, forte, bello, flessuoso nei movimenti e pieno di di vigore. Non lo troverete. Vedrete andature affettate, corpi piegati per mostrare il taglio di una gonna, volti che sorridono in modo lezioso, ammiccante, con occhi che si guardano intorno alla ricerca di ammirazione per il gigantesco fiocco di un nastro nei capelli acconciati in modo troppo elegante. Nelle parole caustiche di una conoscenza, cui dissi una volta mentre passeggiavamo, «Guarda quanta vanità su tutti questi volti di donna», «No: guarda la piccola parte delle donne che ostenta tutta quella vanità!». 
E sulle facce degli uomini, volgarità! Desideri volgari di cose volgari, e in gran quantità: il segno è collocato così inconfondibilmente che «il viandante per quanto imbecille non deve errare là». Anche l'orribile ansietà ed inquietudine generate dalla creazione di tutto questo, è meno repellente dell'espressione abominevole di avidità per le cose create. 
[…]
Ed ora, oggi, benché la Società intorno a noi sia dominata dal Culto delle Cose, e durerà segnata così per tutto il tempo, non c'è nessuna ragione per cui non dovrebbe esistere un'anima individuale. Poiché apparentemente l'unica cosa davvero di valore per il mio vicino, per tutti i miei vicini, è correre dietro ai dollari, non c'è nessuna ragione per cui io dovrei correre dietro ai dollari. Poiché i miei vicini immaginano che hanno bisogno di un eccessivo mucchio di tappeti, mobili, orologi, porcellane, bicchieri, arazzi, specchi, stoffe, gioielli e domestici che si prendano cura di loro, e detective per tenere d'occhio i domestici, giudici per processare i ladri, e politici per nominare i giudici, prigioni per punire gl'imputati, e guardiani per sorvegliare nelle prigioni, esattori delle tasse per raccogliere il mantenimento dei guardiani, e compensi per gli esattori delle tasse, e solide case per contenere le proprietà, cosicché nessuno eccetto i guardiani di ciò possa derubarli – e quindi per mantenere questo gran numero di parassiti, hanno bisogno di altri uomini che lavorino per essi, e creano le tasse; poiché i miei vicini vogliono tutto questo, è quella la ragione per cui dovrei dedicarmi a tale aberrante follia? e dovrei piegare il mio collo per servire a mantenere lo sgargiante spettacolo?