Brulotti

Questa non è una critica alla narrazione!

 
Mira al proselitismo pur senza ricorrere a idee e argomenti, giocando sui meccanismi inconsci delle persone. La sua tecnica oratoria può essere definita di tipo emotivo. Scambia i fini con i mezzi. La sua glorificazione dell'azione, di qualcosa che è in atto, cancella e nel contempo sostituisce l'obiettivo del cosiddetto movimento. L'aspetto fondamentale del suo discorso consiste nel promuovere strumenti. Le cose che può dire sono limitate per tatticismo psicologico (una certa vaghezza rispetto agli obiettivi è in parte dovuta alla sua natura intrinsecamente ateorica, in parte all'intento finale di ingannare i propri seguaci, ragione per cui il leader deve evitare qualsiasi espressione che successivamente possa fornire lo spunto per incastrarlo).
Non considera le masse come formate da esseri umani autonomi a cui rivolgersi in quanto soggetti razionali, ma in quanto oggetti a cui insegnare ad essere obbedienti. Ecco perché il suo fine non è «razionale», non fa nessun tentativo di convincere e si ferma sempre ad un livello non argomentativo. Quindi non ricorre ad una logica discorsiva ma, soprattutto nelle performance oratorie, a ciò che potrebbe essere definito un volo di idee organizzato. La relazione fra premessa e deduzioni è sostituita da una concatenazione di idee fondata sulla pura analogia. Questo procedimento non solo elude il meccanismo di controllo dell'analisi razionale, ma rende psicologicamente l'ascoltatore più facilitato a «seguire», non dovendo fare un particolare sforzo mentale, ma potendo abbandonarsi passivamente a una corrente di parole in cui nuotare. I più istruiti generalmente fanno più fatica a capire l'effetto dei suoi discorsi, che suonano palesemente falsi e menzogneri. Ma è illusorio pensare che la cosiddetta gente comune sia immancabilmente propensa all'autentico e al vero, e che disprezzi il falso. I peggiori politici piacciono non malgrado le loro volgari buffonate, ma proprio in virtù di queste. I seguaci non vogliono essere persuasi, bensì sentire qualcuno con cui identificarsi. Si gratificano nel riscatto della propria incapacità di esprimersi affidato alla verbosità dell'oratore, le cui caratteristiche sono una sconvolgente stereotipia e l'ipocrisia del comportamento.
Feticizzare la realtà induce l'individuo ad annullarsi e ad immergersi nei marosi del futuro. Trucco dell'unità: sottolineare la propria diversità dall'esterno e ridimensionare contestualmente, appiattendole, le diversità all'interno del gruppo. Egualitarismo ipocrita, fratellanza torbida e umiliante. Quanto meno vogliono veder mutata la struttura interna della società, tanto più parlano di una giustizia sociale il cui senso consiste nel fatto che a nessun membro della comunità sia consentito abbandonarsi al godimento individuale. Trasformazione degli individui in membri di un'orda fraterna. La loro coesione è una formazione reattiva, posta al servizio del vincolo di massa, contro la loro primaria gelosia reciproca. Generalmente i capi appartengono al tipo del carattere orale, con un irrefrenabile bisogno di parlare incessantemente e di turlupinare gli altri. Il loro famigerato potere sui gregari sembra fondarsi su questa loro oralità: il linguaggio stesso, svuotato di significato razionale, assurge in essi a funzione magica, alimentando le regressioni attraverso cui gli individui vengono ridotti a membri di una massa... eccetera eccetera eccetera.

Ogni riferimento a fatti e persone oggi esistenti, nei palazzi del potere come nelle piazze della contestazione, nei parlamenti come nelle assemblee, è puramente casuale. Sono solo alcune annotazioni tratte dall'analisi critica che Theodor W. Adorno fece molti anni fa in relazione ai meccanismi su cui si basava la propaganda fascista.
Perché, che avevate capito?

 
[3/6/17]