Miraggi

Budapest 1956

Georges Henein
 
Uno sconosciuto ha dato risata alle polveri
La vita non è più intrecciata come un quaderno di rughe
Un turbamento mattutino scioglie la chioma del vissuto 
 
Gli uomini posano le loro mani a caso
Ora su un seno ora su una foresta in fiamme
Avanzano nella nudità di un mondo che si compie
Là dove tutto diventa visibile da molto lontano
Là dove ci si stropiccia gli occhi
Come le donne dei paesi freddi
Strofinano i loro vetri in un giorno d'inverno
 
Qualcuno dice:
«È la festa del villaggio»
Un altro sottrae un vecchio fucile
come si sgancerebbe una fisarmonica
per far ballare le ragazze.
 
— Lanzichenecchi della ragione violenta
Ci si stupisce di scoprire la parola
Nell'istante in cui la coscienza viene colpita
 
Ci si stupisce d’essere impudichi e senza malizia
Autentici e senza padroni
Pronti a cogliere una rosa a rischio della vita
A dipingere con una spiga di grano
A versare del vino nell'anima solitaria dei cannoni
 
Gli uomini strappano la loro carta per il pane
E si guardano crescere sorridendo
visibili da molto lontano
distinguibili in sogno
Incuranti d'esistere.
 
 
[La Force de saluer, 1978]