Brulotti

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Un migliaio di anni fa. Nel 1006 Fulberto venne nominato vescovo di Chartres — sua città natale. Può essere considerato il fondatore di quella Scuola cattedrale di Chartres destinata a diventare uno dei più grandi istituti culturali dell'epoca, dove non veniva insegnata solo la teleologia, ma anche la filosofia, la geometria, la medicina. Per due secoli Chartres fu il centro della vita culturale della Francia, primato che perse all'inizio del XIII secolo con la nascita dell'Università di Parigi. Ma alle idee, quando cominciano a circolare, non è facile mettere la museruola. Spesso gli inchini davanti agli altari e ai troni non bastano. Non sorprende quindi che Chartres abbia dato i natali anche al filosofo e teologo Aumary de Bène, insegnante di logica a Parigi, assai più noto come quell'Amalrico che fu accusato di eresia nel 1204 ed i cui seguaci (gli «amauriani» o «amauriciani») vennero mandati al rogo dalla Chiesa per via del loro panteismo.
Mille anni dopo la cittadina di Chartres rischia di fare nuovamente scuola. All'inizio di agosto un uomo di 31 anni è stato condannato a due anni di prigione senza condizionale perché reo di una novella eresia: la lettura di siti internet accusati di «apologia del terrorismo». È una delle nuove leggi presenti nella riforma penale voluta dal ministro della giustizia Urvoas, e varata all'inizio dell'anno dal parlamento francese: viene punita con due anni di detenzione (e una multa di 30.000 euro) «la lettura di siti che fanno l'apologia del terrorismo, a meno che l'accusato non riesca a dimostrare la propria buona fede». Ma poiché la lettura incriminata era continua, assidua, non attribuibile ad un errore, il giudice ha ritenuto bene di correggere e superare il pubblico ministero il quale aveva richiesto per l'imputato la condanna a un solo anno di reclusione.
Chissà se 730 giorni passati in gattabuia sapranno far tornare a questo «radicalizzato» la buona fede e la voglia di leggere solo e soltanto Le Figaro, Le Monde, l'Humanité, L'Equipe, o «a mali estremi» Libération e Le Monde Diplomatique. Ne dubitiamo. Anzi, siamo tentati a dare ragione agli amauriciani i quali sostenevano che «nell’inferno non v’è altra pena che il verme della coscienza, che ogni peccatore porta nel cuore». E nel caso in cui i magistrati di Chartres non se ne siano accorti, il solo inferno che esista davvero è quello che si trova qui, su questa terra.
Ignoriamo quali siano i siti messi all'indice dagli eredi di Matthieu Ory — ultimo Grande Inquisitore di Francia — e non sappiamo cosa si agiti nella testa dei loro lettori. Ma non è difficile capire quale baratro si stia spalancando davanti all'umanità intera quando la mera lettura di uno scritto può essere ritenuta punibile con due anni di prigione. 


«Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, recintato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, a ogni azione, a ogni transazione, a ogni movimento, annotato, registrato, censito, tariffato, timbrato, squadrato, postillato, ammonito, quotato, collettato, patentato, licenziato, autorizzato, impedito, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, braccato, tartassato, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilità e in nome dell'interesse generale».
 
[17/8/16]