Intempestivi

«A tuffo sulla città»

«“La realtà supera la fantasia”, ci ripeteranno in tutte le salse a partire dall’11 settembre ma il più delle volte con la soddisfatta idiozia di chi sa che cos’è la realtà e prova un gusto particolare nel prendere in castagna la fantasia. È rimarchevole anche come, nel loro calcolo da bottegai nel reperire ciò che da questo o quel romanzo o film catastrofico degli ultimi anni è stato realizzato nel doppio attacco alle torri del World Trade Center e del Pentagono, la maggior parte abbia per l’ennesima volta trovato conforto alla propria cecità nei confronti di ciò che non si esprime razionalmente. Fino al punto di non intravedere sotto quale “prospettiva depravata” questa architettura di rovine ormai permanenti nel cuore del paesaggio ci obblighi a considerare ogni realtà […] La cosa peggiore è che, tranne poche eccezioni, i pensatori avranno incoscientemente dato man forte all’instaurazione di quel “troppo di realtà” di cui siamo diventati ostaggi».
Annie Le Brun, «En piqué sur la ville», ottobre 2001
 
 
Quattordici anni dopo, il caso ha voluto che questo mese di settembre sia cominciato con una polizia di frontiera che segnava con un numero sul braccio i profughi stranieri in fuga dalla guerra e dal fondamentalismo religioso. Mentre per la prima volta un miliardo di persone sulla Terra ha realmente cercato rifugio dalla miseria quotidiana materiale collegandosi alla virtualità reale di Facebook.
La realtà non supera ma stermina ogni fantasia, realizzando i peggiori incubi. Il massacro ha la sua solidità nella stolidità, l’essere umano è in balìa di circostanze estreme che egli sembra sempre più incline a crearsi da sé. Quando la banalità del male si trova davanti solo la banalità del bene, cosa volete che accada? Ci si precipita a tuffo sulla città delle merci, o sulla polis della rappresentazione.
Ostaggi che si rassegnano, ostaggi che si lamentano, ostaggi che si agitano — questo siamo. Ostaggi di questa realtà. Almeno fino a quando, in un rigurgito di coscienza, sorgerà una prospettiva immaginaria al centro del pensiero critico, forte dei propri arsenali. Ipotesi o illusione, sempre meglio della più irrespirabile certezza.
 
[11/9/15]