Brulotti

Cosa si prova?

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Chissà cosa si prova quando si viene investiti da una detonazione, se un ordigno esplode a pochi passi da te oppure sul cofano dell’auto su cui si viaggia; probabilmente sensazioni di sgomento, paura, terrore. Da alcuni giorni un uomo si trova in carcere con la pesante accusa – tutta da provare – di tentato omicidio, incriminato di aver scagliato una bomba carta su una jeep dei carabinieri nel corso di un corteo degli ultras per festeggiare il centenario della fondazione del Lecce calcio.

Non interessa qui esprimere considerazioni sul mondo degli ultras, né tantomeno conosciamo le motivazioni alla base del gesto o importa esprimerci in termini di innocenza o colpevolezza del giovane accusato del gesto, concetti giuridici statali che non ci hanno mai interessato.

Quello che preme far notare è l’obiettivo della bomba carta: un mezzo delle forze armate su cui viaggiavano – pare – tre carabinieri.

I carabinieri fanno parte di quell’esercito mondiale che, nei secoli fedele ad ogni forma di dominio – monarchie, dittature, democrazie – si è sempre contraddistinto per garantire ai potenti lo sfruttamento del resto delle popolazioni. Che si trattasse di sparare sulla gente affamata che protestava per l’aumento del prezzo del pane o su un giovane che manifestava contro un vertice mondiale, loro c’erano sempre.

Da alcuni anni, da quando la globalizazzione del Dominio accompagna l’internazionalizzazione del Capitale e dell’Economia, i carabinieri sono sempre più impiegati nelle missioni di guerra all’estero: in questo momento l’esercito italiano fa la guerra in ventuno Paesi del mondo. E la guerra si combatte come si è sempre combattuta: con le armi. Con la differenza che tecnologie sempre più sofisticate hanno reso più raro il corpo a corpo. La guerra che i carabinieri italiani portano in giro per il mondo si combatte sganciando tonnellate di bombe sulla testa di intere popolazioni inermi, colpendo con centinaia di migliaia di proiettili le loro auto, le loro abitazioni, i loro corpi. I carabinieri portano in giro per il mondo lo sgomento, la paura, il terrore. Nessun giudice ha mai pensato né mai penserà di incriminarli per tentato omicidio, omicidio e strage: la ragion di Stato che sottende le guerre non lo prevede

Alcuni, come noi, odiano e si oppongono alla ragion di Stato ed alle sue guerre, preferendo percorrere il sentiero della lotta di classe in nome della ragione individuale, ed in tal senso non condannano un ordigno che esplode su un mezzo dei carabinieri. Che questo accada in Afghanistan come a Lecce.

Alcuni nemici della Ragion di Stato

[giugno 2009]