Welche Farbe hat dein Mesa?

Ostrogoto [de]

Welche Farbe hat dein Mesa?

Politische Taktiererei oder Möglichkeiten ergreifen?
 
Das Gespenst der Klasse als Kollektiv, das für anderthalb Jahrhunderte in Europa umgegangen ist (also der Proletarier), ist im Nichts verschwunden. Heute ist das Kollektiv der Nation als Hauptdarsteller der ideologischen Erzählungen verblieben: das Volk. Ein Volk, das – wie ausnahmslos von allen Seiten behauptet wird – sich immer mehr unterdrückt und erniedrigt fühlt, ständig am Rande eines Nervenzusammenbruchs.

Di luce propria

Brulotti

Di luce propria

Per far funzionare la società odierna — muoverne gli ingranaggi, azionarne le presse, tenerne accesi gli schermi — serve una forza disumana. Una forza che va non solo reperita, ma diversificata ed accumulata all’infinito per permettere sempre ulteriori espansioni industriali. Chi detiene il potere, politico ed economico, deve quindi spremere ogni singola briciola di energia dal pianeta, intrappolata nei legami chimici della materia, da ognuna delle sue fonti: centrali nucleari che sfruttano la potenza degli atomi; impianti termici che bruciano tonnellate e tonnellate di gas e petrolio; miniere che bucano e divorano la terra alla ricerca di carbone; distese di pannelli fotovoltaici e pale eoliche che catturano raggi e brezze, dando l’illusione che l’attuale modo di vivere sia riformabile. Le cosiddette «crisi energetiche», che vengono menzionate di tanto in tanto, nascono dai limiti insiti in ciò che resta della natura di alimentare la forsennata corsa del progresso. 

L'amante dell'Orsa Maggiore

Brulotti

L'amante dell'Orsa Maggiore

È uscito per le Edizioni Indesiderabili “L'amante dell'Orsa Maggiore” di Sergiusz Piasecki.
Tutto il ricavato sarà benefit per la tipografia anarchica l'Impatience di Marsiglia.
 
Vivevamo come dei re. Tracannavamo vodka a bicchieri. Tante belle ragazze ci volevano bene. Camminavamo su tappeti di foglie d’oro, diguazzavamo nell’oro e pagavamo con oro, argento e dollari. Pagavamo per tutto, per la vodka e per la musica. Pagavamo l’amore con l’amore e l’odio con l’odio. Volevo bene ai miei compagni perché non mi deludevano mai. Erano uomini rudi, incolti, ma qualche volta così magnifici che io mi fermavo stupito.
Allora ringraziavo la Natura di essere uomo. Amavo le albe deliziose e freschissime di primavera quando il Sole giocava come un bambino sparpagliando nel cielo colori e luci. Amavo i crepuscoli estivi quando la terra respirava la calura e il vento rinfrescava e accarezzava dolcemente i campi profumati.

Tempo al tempo

Brulotti

Tempo al tempo

«Se si sale sul treno sbagliato, non serve a nulla correre lungo il corridoio nella direzione opposta»
Dietrich Bonhoeffer
 
Così diceva un pastore luterano tedesco, fucilato dai nazisti per la sua partecipazione alla resistenza. Sarà anche stato un teologo servo di Dio, ma queste sue parole ci vengono sempre in mente quando sentiamo i buoni propositi sbandierati da chi, in piena conoscenza di causa, è salito sul treno sbagliato. Come tutti sanno, il treno è un mezzo di viaggio particolare poiché corre su binari prestabiliti. Non è il conducente né sono i viaggiatori a scegliere a proprio piacimento la destinazione. Il treno va dove deve andare, perché non può certo invertire rotta. 
Per favore, niente chiacchiere al riguardo. Se si sale sul treno sbagliato, si arriva nel posto sbagliato.

Dietro il progresso, la guerra

Contropelo

Dietro il progresso, la guerra

Lewis Mumford
 

La generale diffusione dei modi di pensare soldateschi nel diciassettesimo secolo fu, sembra probabile, un grande aiuto psicologico alla diffusione dell'industria meccanica. Confrontato con le caserme, il lavoro delle fabbriche sembra tollerabile e naturale. L'aumento della coscrizione e del servizio militare volontario nel mondo occidentale dopo la rivoluzione francese rese l'esercito e la fabbrica, per quanto riguardava i loro effetti sociali, fattori quasi intercambiabili. E le compiaciute notazioni sulla prima guerra mondiale, che cioè essa fu un'operamene industriale su vasta scala, ha anche un opposto significato: il moderno industrialismo può a buon diritto venire definito come un’operazione bellica su grande scala.

Una domanda senza risposta

Brulotti

Una domanda senza risposta

 
C'è una domanda che frulla da qualche tempo nella testa di molti reduci di oramai antiquate guerre sociali, nonché fra i loro sodali, nonché fra chi in quei conflitti vede solo un’occasione di battaglia politica. Ed è una domanda tornata alla ribalta in questi ultimi giorni, dopo l'estradizione in Italia di un romanziere di sinistra che in gioventù ha partecipato a quella guerra.
Questa domanda la si potrebbe riassumere più o meno così: perché, a differenza del ministro della Giustizia del dopoguerra, il comunista Palmiro Togliatti, che nel giugno del 1946 concesse un’amnistia generalizzata ai fascisti (di cui beneficiarono circa 10.000 camicie nere, alcuni dei quali responsabili di delazioni, torture, omicidi), oggi invece si continuano a tenere aperte, anzi si rilanciano in pompa magna, le pendenze giudiziarie relative allo scontro armato che negli anni 70 contrappose lo Stato ad un movimento lanciato all'assalto del cielo?

Il progresso nelle mani dello Stato

Brulotti

Cosa diventa il progresso nelle mani dello Stato?

Jean-Pierre Baudet
 
Da secoli l'esistenza di un reddito era rigorosamente condizionata da un'attività laboriosa (sotto forma di salario) o dalla proprietà di un capitale (sotto forma di dividendi). Solo improbabili sognatori potevano immaginare di rompere un giorno con questa legge presunta eterna, poiché legata ad una supposta natura umana (già nella Bibbia, lavorare col sudore della fronte costituiva una maledizione immutabile fino alla fine dei tempi terreni).

Anche il servizio militare era un dovere imprescindibile per ogni individuo (maschio), e chi cercava di evitarlo veniva perseguito con la stessa severità usata con chi non lavorava: i primi venivano messi in prigione, mentre i secondi erano condannati a morire di fame.

Ma in verità la nostra epoca vede crollare un numero abbastanza elevato di «verità immutabili».

Buon appetito, leghisti!

Intempestivi

Buon appetito, leghisti!

 

Il passato bussa alle porte del presente. Il più delle volte ha il ghigno del totalitarismo, in qualche raro caso il sorriso della rivolta. Un secolo fa, nel febbraio del 1916 a Chicago, il cuoco Jean Crones (falso nome dietro cui si nascondeva l'anarchico italiano Nestor Dondoglio) avvelenò con l'arsenico la zuppa cucinata per un esclusivo banchetto riservato ai notabili e alla classe dirigente dell'Illinois. Oltre un centinaio di illustri invitati agonizzarono per ore, salvati solo da un caso fortuito (a causa dell'aumentato numero dei commensali, la zuppa era stata allungata dagli addetti della cucina poco prima di essere servita, facendo diminuire l'efficacia del veleno). Come rivelò egli stesso nelle sue successive lettere inviate alla stampa, il cuoco sovversivo aveva colto al volo l'occasione di fare piazza pulita dei parassiti che infestano l'umanità.

La militarizzazione del tempo libero

Brulotti

La militarizzazione del tempo libero

André Prudhommeaux


 
La solitudine nella promiscuità, tale è il destino del proletario. Dorme, mangia, viaggia, lavora e si riposa in massa. Fin dall'infanzia con la camera comune, il letto comune, l'asilo nido, la mensa, la scuola, l'officina, la caserma. E si conclude con la sala comune dell'ospedale o del manicomio, la zuppa in comune coi vecchi, la fossa comune. Molti bambini nelle città non si appartengono mai; prede di un controllo continuo, della presenza inevitabile della massa, non avranno un istante per isolarsi dalla costrizione sociale, per essere se stessi, per conoscere la sicurezza e il possesso di un proprio mondo, non avranno altro rifugio chiuso a chiave che il fetido bugigattolo dei cessi.

Quando brucerà l'ultimo pezzo di carta

Miraggi

Quando brucerà l'ultimo pezzo di carta

Apio Ludd
 
Cosa farò
quando non ci sarà più carta?
Scriverò con il dito
sull’aria?
Lo lascerò volar via
nel vento?
Come il sortilegio di qualche stregone
inviato
ad incamminarsi
attraverso i mondi
nella sua
strana e dissoluta danza?

La guerra contro il potere


Brulotti

La guerra contro il potere


Cari compagni, care compagne,

Per noi anarchici, le parole possono costituire una trappola. Possono colpirci e potremmo costruirci attorno un labirinto da cui sarebbe difficile uscire. Le parole restano sempre approssimative, nient'altro che un tentativo di cogliere la realtà ed esprimere idee. Tuttavia costituiscono uno degli strumenti a nostra disposizione per avvicinarci, per gettare un ponte verso altri compagni, verso altri ribelli. Essendo cosciente dei limiti delle parole, posso solo sperare che queste poche parole riusciranno ad attraversare l'oceano, a sorvolare i mari e le terre, a superare le frontiere e ad arrivare fino a voi in questa occasione della commemorazione della morte dell'anarchico Sebastián Oversluij, abbattuto da una guardia nel corso di un esproprio in banca a Santiago del Cile l'11 dicembre 2013.

Qualche volta, magari in momenti tragici come quello della morte di Sebastián, o semplicemente quando i nostri occhi rifiutano di chiudersi, quando le nostre membra rifiutano di riposarsi, quando la notte nel nostro letto continuiamo a fissare il soffitto, una domanda, una domanda fondamentale può venirci in mente ed ossessionarci. Perché siamo anarchici? Cosa significa essere anarchici?

Odio i politicanti

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Odio i politicanti

«Il solo espropriatore italo-americano su cui la letteratura anarchica 
non ha nulla da dire è Cesare Stami, anarchico individualista selvaggio...»
Nunzio Pernicone
Carlo Tresca and the Sacco-Vanzetti Case
 
 
La prima volta che ci siamo imbattuti nella sua ombra è stato oltre una decina di anni fa. Per caso, per puro caso. Eravamo in una biblioteca anarchica e stavamo sfogliando una vecchia rivista, di quelle ingiallite dal tempo, pubblicata alla fine degli anni 20 da individualisti italiani emigrati negli Stati Uniti. 
A un tratto l’occhio ci è caduto su un articolo commemorativo in cui si rendeva omaggio ad un anarchico italiano sepolto e dimenticato da tutti. Oltre a venire descritto come un uomo pieno di virtù e di vizi, dal pensiero provocatorio e iconoclasta, insofferente ad ogni morale (compresa quella cara a certi anarchici), veniva anche ricordato per essere stato un temibile fuorilegge, ammazzato alcuni anni prima in un agguato dalla polizia. Ecco perché, sospirava l’autore del testo, «la tacita congiura del silenzio e dell’oblio si è fatta attorno al suo nome».
Il suo nome era Cesare Stami. 

...di fronte al problema dell'autogestione

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Anarchismo e bolscevismo di fronte al problema dell'autogestione (1905-1918)

Giuseppe Rose
 
Lo sciopero di Pietroburgo del 3 (16) gennaio 1905, cominciato nella fabbrica Putilov e che fu «come il lampo preannunciatore della burrasca alla vigilia della grande tempesta»(1) ebbe «un inizio puramente spontaneo»(2). Questa prima fase rivoluzionaria, sbocciata all insegna dello spontaneismo, avrebbe dovuto e potuto costituire, dodici anni dopo, attraverso la creazione altrettanto spontanea di organismi autenticamente operai, il trampolino di lancio di una seconda più matura e più valida rivoluzione sociale.
La Russia del 1905, non potendo contare su un movimento sindacale inesistente, riuscì però a creare dal basso, in occasione degli scioperi nelle fabbriche, un organismo di tipo nuovo — il soviet — con lo scopo iniziale di alleviare «le temibili privazioni» degli operai «in conseguenza dello sciopero» e, soprattutto, con lo scopo di «seguire attentamente il corso degli avvenimenti, servire di legame fra tutti gli operai, informarli sulla situazione, e, in caso di bisogno, raccogliere attorno a sé le forze operaie rivoluzionarie».