Rubicon

Ostrogoto [fr]

Rubicon

Un autre Rubicon a été franchi. Ce qui était malheureusement prévisible n’a pas tardé à se réaliser, favorisé par un petit jeu diplomatique dégueulasse entamé par les Etats-Unis. Suite à leur annonce de vouloir constituer une armée régulière stationnée le long de la frontière turco-syrienne — en enrôlant une partie importante de combattants des YPG kurdes au nord de la Syrie —, le régime d’Ankara a lancé le 19 janvier une offensive militaire contre l’enclave d’Afrin tenue par ces derniers. 

Bestia da soma e da voto!

Brulotti

Bestia da soma e da voto!

Bert Lione
 
Cittadino elettore — t'han chiamato gli altri. E del titolo onorifico tu vai superbo.
Io non t'alliscio, io ti insulto oggi. Io non debbo accaparrarmi le tue simpatie, i tuoi suffragi, i tuoi applausi: non voglio il tuo applauso oggi. Io voglio da te l'odio e la vendetta, non l'entusiasmo flaccido e parolaio.
Ti caricarono sul dorso erculeo il fardello pesante di mille fatiche. Tu curvasti silenzioso la schiena e t'incamminasti lungo il calvario doloroso senza un lamento. I veggenti, i coscienti ti chiamarono bestia da soma.
Un giorno stanco delle tue fatiche, delle tue miserie, dei tuoi dolori, insorgesti. Credesti di vincere perché fosti chiamato libero cittadino della libera nazione. Poi ti diedero anche di più, spontaneamente. Ti diedero il voto.

Senza riguardi

Brulotti

Senza riguardi

Quando ci si trova in mezzo al nulla e si è allo stremo delle forze, privi di ogni mezzo e lontani da ogni riparo, non si può avere timore della tempesta che si avvicina. Anche quando si profila spaventosa davanti ai nostri occhi, con i suoi fulmini micidiali, con i suoi vortici che sollevano ogni cosa scaraventandola lontano, anche quando si è consapevoli che si potrebbe restarne vittime, essa rimane la sola possibilità di scongiurare una sorte già segnata altrimenti tragica. Solo la tempesta può mutare radicalmente l'orizzonte che abbiamo di fronte, solo essa può travolgere ogni cosa rimettendola in discussione. Dopo il suo passaggio, tutto ridiventa possibile. Vana illusione o ipotesi concreta? Comunque sia, alla tempesta si può solo andare incontro. Con un brivido di angoscia e una speranza nel cuore.

Tale è apparsa in passato e appare ancora a molti la guerra civile. Con ciò non si intende ricorrere a quel travisamento retorico utilizzato da storici, docenti o giornalisti per esorcizzare la minaccia sovversiva. Quando devono occuparsi degli avvenimenti in Spagna nel 1936-37 o in Italia dopo il 1945, ad esempio, costoro amano parlare di guerra civile. Come se quei conflitti fossero il frutto di odi arcaici, di privati rancori, di irragionevoli istinti, e non lo scontro fra visioni del mondo e della vita irriducibilmente contrapposte.

Rubicone

Fuoriporta

Rubicone

Un altro Rubicone è stato attraversato. Ciò che malauguratamente era prevedibile non ha tardato a realizzarsi, favorito da un disgustoso giochino diplomatico avviato dagli Stati Uniti. In seguito al loro annuncio di voler costituire un esercito regolare di stanza lungo il confine turco-siriano – arruolando una parte significativa di combattenti curdi dell'YPG nel nord della Siria –, il regime di Ankara ha lanciato il 19 gennaio una offensiva militare contro l'enclave di Afrin tenuta da questi ultimi.

Ovviamente, questa offensiva era stata preparata da tempo, come dimostra ad esempio l'integrazione di molti gruppi armati islamisti a fianco dei soldati turchi (membri della NATO), un'integrazione che non avviene in pochi giorni. È difficile credere che le diverse potenze presenti
nel conflitto siriano, specialmente la Russia che controlla i cieli, non ne fossero al corrente. Ad ogni modo, sono stati esplicitamente fatti taciti accordi, l'aviazione turca ha bombardato a proprio piacimento le posizioni dell'YPG ed i villaggi attorno ad Afrin, così come la città stessa. Ancora una volta nella storia, la popolazione curda – e non solo – fa le spese di un terribile gioco internazionale.

Il fatto che noi non abbiamo aderito agli elogi della «rivoluzione in Rojava», intessuti da quasi tutta la sinistra e da una parte considerevole di anarchici, deriva da molte ragioni.

La Macchina in noi

Macchianera

La Macchina in noi

George Orwell
Noi
Evgenij Ivanovič Zamjatin
Voland, Roma 2013
 
Molti anni dopo averne sentito parlare, ho finalmente avuto tra le mani una copia di Noi di Zamjatin, una curiosità letteraria in quest'epoca di roghi di libri. Consultando Twenty-Five Years of Soviet Russian Literature di Gleb Struve, ho scoperto la sua storia: 

Zamjatin, morto a Parigi nel 1937, era un romanziere e critico russo che ha pubblicato un certo numero di opere sia prima che dopo la rivoluzione. Noi è stato scritto intorno al 1923 e, sebbene non si riferisca alla Russia, e non abbia nemmeno alcun legame diretto con la politica contemporanea — si tratta di un romanzo di fantasia ambientato nel ventiseiesimo secolo dopo Cristo — la sua pubblicazione è stata vietata perché ritenuto ideologicamente indesiderabile. Una copia del manoscritto ha potuto uscire dal paese e il libro è apparso tradotto in inglese, francese e ceco, mai in russo. La traduzione inglese è stata pubblicata negli Stati Uniti e non sono mai riuscito a procurarmene una copia; ma siccome il libro è disponibile nella sua versione francese, alla fine sono stato in grado di farmelo prestare.

Scintille, ancora?

Brulotti

Scintille, ancora?

 

È passato quasi un anno da quando un fatto apparentemente insignificante è stato la scintilla che ha infiammato la protesta contro Tap, facendola uscire da quella simbolica che era stata fino a quel momento e scavalcando chi si era autoproclamato unico oppositore. Giorni entusiasmanti in cui una piccola parte della popolazione, con la sua determinazione e la sua fantasia, ha messo concretamente i bastoni tra le ruote della macchina devastatrice, prendendo in mano le redini della propria contrarietà all’opera e smettendo di affidarsi alle carte bollate ed alla politica che, nel corso degli anni, avevano manifestato tutta la loro inconcludenza. Ed è stata necessaria tutta la forza della politica – dall’alto come dal basso – per far rientrare una protesta che sembrava volesse, e potesse, radicalizzarsi.

Oltre la riforma

Brulotti

Oltre la riforma

Nando 

Pare incomprensibile come, dopo tanti anni di lotte sterili o quasi, dopo tante amare disillusioni, dopo tanti disegni falliti e piani travolti e sistemi e metodi sorti colla pretesa dell'infallibilità, e andati a rifascio al primo cozzo col più fragile ostacolo, tante lezioni umilianti inflitteci dalle forze nemiche più scaltre e agguerrite di noi, pare strano dico che vi siano ancora individui i quali, in buona fede o in mala fede non importa, non avendo da quegli insegnamenti saputo trarre conclusioni corrette, persistono nel credere che la questione sociale possa trovare la sua soluzione inevitabile, ma lenta, piana e pacifica, attraverso la legislazione nei parlamenti nazionali, con la riforma progressiva del sistema attuale.

Tilt

Papiri

Tilt

per contatti: tiltap@riseup.net

tiltap.noblogs.org

Tilt

Brulotti

Tilt

(m)andare in tilt significa smettere di funzionare, cessare di corrispondere
alle esigenze specifiche di una determinata struttura od organizzazione
 
Uno spazio e un foglio. Tilt è un nuovo progetto per provare a riprendere il filo di un discorso mai interrotto: quello di una opposizione a Tap — e non solo — senza mediazioni né compromessi, una opposizione radicale che abbia nella conflittualità costante il suo punto di forza e di rottura; non solo contro Tap e tutti i suoi collaboratori, ma anche contro il mondo della politica che lo ha approvato, contro l’economia che lo sostiene e contro i gestori dell’ordine che lo proteggono.
Uno spazio in cui discutere, incontrarsi, scambiarsi informazioni, auto-organizzarsi, dare e ricevere suggerimenti. Un foglio per iniziare a criticare quanto ci circonda, per iniziare ad esprimere ciò che abbiamo a cuore. 

À propos d'anarchisme et (de crise) d'identité

Ostrogoto [fr]

À propos d'anarchisme et (de crise) d'identité

Un texte intitulé « Contre » l'anarchisme. Une contribution au débat sur les identités, déjà paru en novembre dernier en Espagne dans la revue Solidaridad Obrera (organe officiel de la CNT), a été traduit en français il y a peu et publié sur le site lundi.am (organe non officiel du Comité Invisible).