Miracolo di Natale

Brulotti

Miracolo di Natale

«L’angelo custode esiste, non è una dottrina fantasiosa, ma un compagno che Dio ci ha posto accanto nel cammino della nostra vita... Tutti noi, secondo la tradizione della Chiesa, abbiamo un angelo con noi, che ci custodisce... Essere sicuri che lui ci porterà alla fine della nostra vita con i suoi consigli, e per questo dare ascolto alla sua voce, non ribellarci... Perché la ribellione, la voglia di essere indipendente, è una cosa che tutti noi abbiamo; è la superbia, quella che ha avuto il nostro padre Adamo nel Paradiso terrestre: la stessa. Non ribellarti: segui i suoi consigli».
 Papa Francesco
 
 
È stato un miracolo, un vero miracolo, quello che è accaduto oggi verso l'una di notte nei pressi di Lecce. Eravamo miscredenti, ma ora, dopo un simile evento, non possiamo che redimerci, ammettere la nostra cecità passata, fare atto di contrizione. Oggi, anche noi crediamo. Sì, ci crediamo. Nella sua infinita misericordia e conoscendo la costante debolezza dell'essere umano, l'Autorità (Dio o lo Stato, che differenza fa?) non ha voluto lasciarci soli e senza protezione; perciò ha destinato a ciascuno dei suoi figli-cittadini fin dalla nascita un angelo, quello che comunemente viene chiamato Angelo Custode.

Chi non odia l'infame...

Brulotti

Chi non odia l'infame...

Günther Anders
 
Impararlo era stato necessario. Giacché chi non odia l'infame, non solo dà prova di viltà, ma si rende anche sospetto di essere complice dell'infame. E, con stupore, un mattino scoprirà di essere davvero complice dell'infame, di passare per suo amico e di non poter più tornare indietro; e in questo modo anche lui si rende odioso e sarà giustamente odiato. E proprio da coloro che fanno la differenza: da coloro che anche se odiano l'odiare ciò nonostante odiano.
 

A ferro e fuoco

Miraggi

A ferro e fuoco

Grisélidis Réal
 
Scrittrice, pittrice e prostituta — questa è stata Grisélidis Réal (1929-2005). Costretta a vendere il proprio corpo per dare da mangiare ai suoi due figli, farà di questa necessità una scelta di vita controcorrente, una sfida alle convenzioni sociali e alla moralità bigotta. A metà degli anni 70 entra in contatto in Francia con i movimenti di liberazione delle prostitute, diventandone una delle principali portavoce fino all’ultimo dei suoi giorni. «Una vecchia Puttana non cede le armi», scriveva Grisélidis Réal, ben sapendo che «l’onestà di una rivoluzione sta in questo: che sia senza quartiere».

Benemerita solidarietà

Brulotti

Benemerita solidarietà

Ormai non passa mese senza che fiocchino gli attestati di solidarietà ai Carabinieri. Politici, sindacalisti, giornalisti, burattini del mondo dello spettacolo, ma anche comuni cittadini, non mancano di esprimere vicinanza e solidarietà, solidarietà e vicinanza all’Arma ogni qualvolta finisce al centro dell’attenzione. Va subito detto che tutta questa solidarietà è più che comprensibile. Senza questi militi fedeli nei secoli, usi ad obbedir tacendo, effettivamente chi sta in alto come potrebbe godere dei propri privilegi? E chi sta in basso, come potrebbe adagiarsi nella sicurezza di poter sopravvivere e crepare in santa pace (lasciando che ogni spiffero di avventurosa libertà venga rappresentato sugli schermi)? Non sarebbe possibile. Per cui, diciamolo senza mezzi termini, per tutti i potenti e per tutti i loro servi i carabinieri sono davvero indispensabili. 
Il punto è che non tutti sono potenti o servi. E chi ha cuore, intelligenza, dignità, non può che provare disprezzo ed ostilità verso coloro che non sono solo militari, sono pure sbirri; che non sono solo sbirri, sono pure militari — incarnando quindi al tempo stesso due tare (guerra e quotidiana repressione) in una.

Prepariamoci alla rivoluzione

Brulotti

Prepariamoci alla rivoluzione

Pëtr Kropotkin
 

In una rivoluzione, demolire non è che una parte del compito che spetta al rivoluzionario. Bisogna ricostruire, e la ricostruzione si farà o secondo le formule del passato apprese nei libri, e che si cercherà di imporre al popolo; o secondo il genio popolare che, spontaneamente, in ogni piccolo villaggio e in ogni centro urbano, si metterà all'opera per costruire la società socialista. Ma per fare ciò, occorre che il popolo possieda un ideale; bisogna soprattutto che vi siano degli uomini d'iniziativa in mezzo ad esso.

Ora, è precisamente l'iniziativa del lavoratore e del contadino che tutti i partiti — il partito socialista autoritario compreso — hanno sempre soffocato, scientemente o no, con la disciplina di partito. I comitati, il centro ordinatore, gli organi locali non avevano che da obbedire, al fine di non mettere in pericolo l'unità dell'organizzazione. Tutto un insegnamento, tutta una storia, tutta una scienza incomprensibile furono elaborate a questo scopo.

Non possiamo abbandonare la critica

Brulotti

Non possiamo abbandonare la critica

Note sul movimento no tap

Alcuni nemici di tap
 
Da qualche tempo sentiamo la necessità di esprimere alcuni pensieri su quella che è una parte della opposizione a Tap. In un vorticosa corsa, povera, ci pare, di riflessioni interessanti, vediamo ripetersi iniziative che mischiano contenuti e pratiche recuperando tutto nel calderone riformista.
Tra le ultime iniziative, la presentazione di un libro, a cura del giornalista fascio-leghista Gianluigi Paragone sui rapporti tra Tap, le lobbies finanziarie e le banche. 
Cortei dal forte sapore cittadinista come quello dell’8 dicembre a Lecce, promosso dal movimento no tav, che ha invitato tutti i movimenti italiani a organizzare iniziative nei propri territori.

Discorso sul Tap

Brulotti

Discorso sul Tap

 

Salentini! Leccesi!
Sono molto commosso per l'onore che da anni mi tributate, vi ringrazio di avere avuto l'amabilità di ricordare quotidianamente le mie parole, quelle che da molti decenni si stagliano in alto sulla questura della vostra città capoluogo. Così nessuno può dimenticarle giacché, più che ricordare il passato, esse descrivono il presente e preparano l'avvenire.

Per quello che concerne la regione di questa città barocca io ho anticipato la soluzione di talune questioni che, con un elegante luogo comune, si dicono annose appunto perché passano da un anno all'altro, e passavano da un anno all'altro, senza mai giungere ad una conclusione. Ed ho l'immodestia di dire che quello che ho fatto per l’Italia, l'ho fatto, lo abbiamo fatto, per tutta l'Italia. Il Salento compreso, quindi.

Abbattere! non rabberciare

Brulotti

Abbattere! non rabberciare

Luigi Molinari
 
È indubbio che la responsabilità e la colpa del presente ordine sociale spetta a coloro che si arrogarono e si arrogano il diritto di guidare l'umanità. L'ordine attuale, che si vuol conservare, e si chiama ordine per suprema ironia, rappresenta uno stato di cose creato, voluto e mantenuto da coloro che costituiscono le autorità.
La guerra sociale che ci dilania, è voluta, è fomentata dalle autorità, siano esse monarchiche o repubblicane, deiste o atee, borghesi o socialiste. Elementare conseguenza di ciò che appare tanto evidente è questa: se coloro che dirigono la società umana si sono finora mostrati ignoranti o crudeli, o inadatti al compimento della loro funzione al punto da presentarci una società di miserabili invece di una società di relativamente felici, cerchiamo insieme di rovesciarli dal potere. Su questo punto tutti dobbiamo trovarci d'accordo, ed in buona parte lo siamo.
Ma ecco presentarsi una prima e gravissima difficoltà. Rovesciare le autorità per sostituirle o per non sostituirle? Qui sta la differenza tra le tantissime scuole che infestano la numerosa schiera dei sovversivi a maggior trionfo della parte conservatrice, che ha nell'ordine attuale la ricchezza ed il lusso.

Una nuova shibboleth?

Contropelo

Una nuova shibboleth?

(o: tutto ciò che può nascondersi dietro il dibattito sull’antisemitismo)

Jean-Pierre Baudet
 
È possibile rendersene conto, è possibile rimuoverlo: gli europei quali siamo vivono un'epoca che minaccia di rimettere il nazionalsocialismo all'ordine del giorno. Per decenni sembrava fosse stato messo al bando per sempre, tanto più che si supponeva si fosse affacciato nella storia solo grazie a circostanze uniche ed aleatorie. Era consuetudine pensare che simili movimenti non avrebbero potuto avere successo senza la prima guerra mondiale, senza le successive misure d'eccezione, senza il nazionalismo e lo spirito di rivalsa, senza la crisi economica mondiale e senza la politica di creare occupazione con l'industria bellica. E, ovviamente, senza un antisemitismo diventato argomento prioritario fino ad assumere dimensioni di massa. Definire qualcuno fascista appariva il più delle volte l'uso di una metafora esagerata o imprudente, il riflesso condizionato e involontario di persone di sinistra che, per considerarsi sovversive, dovevano usare dei rimproveri altrettanto automatizzati, ridotti a stereotipi.
Tutto questo è finito.

Perquisizioni al Fermento

Fuoriporta

Perquisizioni alla biblioteca anarchica Fermento

 

Giovedì 30 Novembre, attorno alle 16, una dozzina di agenti della polizia cantonale, in borghese e in uniforme, armati di un mandato di perquisizione, si sono introdotti nei locali della biblioteca anarchica Fermento, nella Josefstrasse 102 a Zurigo. Il presunto reato: "Pubblica istigazione a commettere crimini e atti di violenza".
Come abbiamo appena appreso, già dieci giorni prima 3 agenti del Dipartimento di investigazione criminale della polizia cantonale si erano introdotti nella biblioteca. Anche allora utilizzando la stessa dichiarazione: la vetrina della biblioteca sarebbe un'istigazione a commettere crimini e violenze contro imprese e privati, cosa che è da inquadrare nel contesto dei recenti attacchi incendiari contro la costruzione del PJZ [nuovo palazzo di giustizia] e della prigione “Bässlergut” a Basilea.