Cuori ardenti

Brulotti

Cuori ardenti

Stig Dagerman

Cuori ardenti. A chi interessano più i cuori, ormai? E i poeti? Sì, certo, ha bisogno di un cuore sano e ben allenato l’efficiente pilota di bombardieri che si inerpica lassù nel cielo con il suo carico di morte, ed è evidente che chi si appresta, con il gentile supporto della mitragliatrice, a infilare piccole pallottole di piombo nel petto e nello stomaco altrui, non può essere dotato di uno strumento debole, lì in alto a sinistra, nel suo corpo. Ma ardente? No, amico mio, in tal caso saresti stato scartato alla visita medica come un mezzo cadavere e poi solo per sentito dire avresti conosciuto dall’interno il cratere aperto da una granata, la crudele realtà di bombardieri dentro alle nuvole spumose, o il piccolo – o forse non tanto piccolo – inferno sul ponte di una nave quando l’acciaio di mostri nemici gioca alla falce della morte, sbreccia le silhouette e si avvicina sempre più a tutto ciò che vive a bordo.

Encore un effort

Ostrogoto [fr]

Encore un effort

Reculer pour mieux avancer par la suite… C’est la stratégie que le pouvoir semble appliquer pour l’instant : il a instauré une pause dans sa course vers la construction de la maxi-prison. En attendant des temps plus résignés pour imposer la plus grande prison de l’histoire belge. L’un après l’autre, les politiciens responsables du projet se sont mis à se distancier de leur propre projet, l’un par des déclarations dans la presse, l’autre par le non-octroi d’un quelconque permis. On émet maintenant même des doutes sur la légalité de l’engagement entre l’État et les entreprises qui sont supposées construire la maxi-prison. Mais en ces temps de répression contre tout ce qui remet en cause l’ordre, la construction de la maxi-prison ne tardera pas à revenir sur la scène.

Ancora uno sforzo

Fuoriporta

Ancora uno sforzo

«La gioia del risultato è già nella gioia dello sforzo [...]
La costanza del coraggio non sta nel fatto di arrivare, ma nella certezza di aver ragione»
Albert Libertad, 1908
 
Arretrare per meglio avanzare in seguito... È la strategia che il potere sembra applicare per il momento: stabilendo una pausa nella sua corsa verso la costruzione della maxi-prigione. In attesa di tempi più rassegnati per imporre la più grande prigione della storia belga. Uno dopo l'altro, i politici responsabili del progetto hanno iniziato a prendere le distanze dal loro stesso progetto, uno attraverso dichiarazioni alla stampa, l'altro non concedendo qualche permesso. Ora vengono formulati persino dei dubbi sulla legalità dell'accordo fra lo Stato e le imprese incaricate di costruire la maxi-prigione. Ma in un simile periodo di repressione contro tutto ciò che mette in discussione l'ordine, la costruzione della maxi-prigione non tarderà a tornare alla ribalta.

Sopprimere, non rinnovare

Macchianera

Sopprimere, non rinnovare

Manifesto per la soppressione dei partiti politici
Simone Weil (con una prefazione di André Breton)
Castelvecchi Editore, Roma, 2012
 
 
Scritte nel 1943, l'anno della morte di Simone Weil, queste note rimasero nel cassetto assieme a molti altri suoi scritti inediti per essere pubblicate in Francia solo nel 1950. Ebbene, alla lettura di queste sue inequivocabili parole sulla necessità di sopprimere tutti i partiti politici — pensiero che in fondo si potrebbe considerare il suo «testamento politico» — si rimane sorpresi, quasi sbalorditi. Il significato della parola è talmente manipolabile da rendere pressochè inutile ogni espressione? Come è possibile che molti rinnovatori della politica si siano appropriati di questo testo, facendo della sua autrice una pioniera del cittadinismo? 

Non se lo meritava, proprio no.

Sull'attenti, di paura

Brulotti

Sull'attenti, di paura

Allineati di paura ringraziamo
la paura che ci salva dalla follia.
Decisione e coraggio è merce rara
e la vita senza vita è più sicura.

Fatti non foste a viver come bruti…

Brulotti

Fatti non foste a viver come bruti…

… trascinando giorno dopo giorno la propria esistenza «nel mondo sanza gente» — quello di Dante Alighieri come quello odierno. No, fatti non fummo a vivere così, scodinzolanti al cospetto del potere, a capo chino davanti alle forze dell’ordine, ammutoliti accanto ai megafoni della propaganda, paralizzati sotto l’onnipresente occhio arcigno della sorveglianza.
Due notti fa alla periferia di Firenze, la città dove i fascisti ammazzano gli ambulanti dalla pelle nera, la città dove i carabinieri ammazzano i passanti troppo “agitati”, l’ennesimo controllo «anti-degrado» delle forze dell’ordine non si è concluso con l’ennesima rassegnazione.

Ciononostante

Brulotti

Ciononostante

«Ci si figuri un gran numero di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali siano sgozzati ogni giorno sotto gli occhi degli altri, cosicché i superstiti vedono la propria sorte in quella dei loro simili e aspettano il proprio turno, guardandosi l’un l’altro con dolore e senza speranza. Tale è l'immagine della condizione umana»
Blaise Pascal
 
Qualcuno afferma che la principale passione triste di cui è intrisa quest'epoca sia quel senso di impotenza generalizzata che si avverte di fronte alla sempre più evidente fine di ogni nobile idea, alla scomparsa di ogni orizzonte straordinario, all'impedimento di ogni azione audace. Davanti alla quotidianità di massacri e devastazioni, del mondo esteriore come dell'universo interiore, nulla sembra più valere un tentativo. Tutto appare vano, mortificato dalla riproduzione di un eterno presente. Dopo aver da tempo speronato l'iceberg fatale, alla nostra titanica società non resta che affondare. Inutile agitarsi, allora?

Si comincia dai capelli

Brulotti

Si comincia dai capelli

B. Traven [Ret Marut]
 
Raccolta dei capelli femminili.
È stata la risposta all’appello delle donne della Croce Rossa
per raccogliere i capelli femminili.
Data l’attuale penuria di cuoio, di filo, ecc.,
i capelli delle donne costituiscono un prezioso succedaneo
per l’industria della guerra: serviranno per fabbricare
piastre e dischi stagni per i nostri sottomarini;
i più lunghi saranno trasformati in cinghie di trasmissione,
i capelli corti in filtri.
[…]

Ad ogni omicidio della polizia

Fuoriporta

Una sommossa ad ogni omicidio della polizia

 
La notte di lunedì 11 aprile una manifestazione, tenutasi a Montreal in risposta al secondo omicidio da parte della polizia nel giro di due settimane, ha attaccato il SPVM [Servizio di Polizia della Città di Montreal]. Sandy Tarzan Michel, un anishinaabe, è stato ucciso dalla polizia nella riserva Anishaabeg di Lac Simon, Quebec, lo scorso mercoledì 6 aprile. La polizia gli ha sparato più volte dopo averlo investito con una sua volante. Anche il fratello diciannovenne di Sandy era stato ucciso dalla polizia a Lac Simon, nel 2009.
Dopo l'omicidio di Sandy, alcune persone che vivono nella riserva si sono scontrate con la polizia locale e hanno tentato di bloccare l'ingresso della polizia provinciale chiamata ad assistere le forze locali, che ha effettuato tre arresti. Quando in Quebec la polizia uccide qualcuno, ad «investigare» viene chiamata un'altra forza di polizia, cosicché il SPVM è stato assegnato a Lac Simon.

Nel nome degli Spiritosi Santi

Intempestivi

Nel nome degli Spiritosi Santi

 

Ormai a Fermo le anime pie si fanno il segno della croce. In meno di due mesi tre ordigni rudimentali sono esplosi contro tre diversi luoghi di culto. Come è possibile tanto accanimento contro la Santa Madre Chiesa, soprattutto ora, in un momento in cui non è retta da un papa da far applaudire l'estrema destra, ma da uno da far schiattare d'invidia l'estrema sinistra? Già, come?
Gli arguti inquirenti sospettano che dietro gli atti ci sia la medesima mano ed hanno aperto la caccia ai responsabili. Snobbata la «pista islamica» (che farebbe solo spanciare dalle risate), sono più propensi a ipotizzare che a suscitare tanta rabbia siano state le attività caritatevoli di assistenza ai poveri e ai bisognosi, che annoverano anche stranieri.

Un pomeriggio a Bruxelles

Brulotti

Un pomeriggio militarizzato a Bruxelles

 

Un appello a manifestare contro la militarizzazione delle nostre vite e contro ogni potere, si chiami islamico o democratico, era stato ampiamente diffuso la scorsa settimana. L’appuntamento era stato dato per il 9 aprile in viale Stalingrad, vicino alla stazione del Midi a Bruxelles. Quel pomeriggio, la polizia ha occupato il luogo d’incontro e militarizzato un ampio perimetro attorno (fino ad Anneesens, piazza Jeu de Balles, piazza Bara e la porta di Anderlecht). All’arrivo dei primi manifestanti e fin dal dispiegamento di uno striscione proprio davanti allo sbarramento della sbirraglia, i poliziotti si avventano sui manifestanti accerchiandoli. Ne imbarcano dieci e li portano al commissariato di Anderlecht. Raggiunti poco dopo da altri 6 fermati, saranno rilasciati col contagocce durante la notte.

Elogio del pudore

Brulotti

Elogio del pudore

André Prudhommeaux

Se si definisce «pudore» la tendenza a nascondere agli altri (e a se stessi) certi fatti, atti, impulsi o pensieri appartenenti alla nostra «dimensione privata», alla nostra «vita intima», si constaterà presto che ogni pudore è, in fondo, quello dell'anima.
Il pudore si manifesta attraverso la ricerca di luoghi chiusi o isolati, «dove sentirsi a casa propria» — con l'uso di indumenti che ci «proteggano» da sguardi e contatti indesiderati oltre che dalle intemperie — mediante la riserva personale del linguaggio e dell'azione osservata in ciò che attiene le fragilità animali e i sentimenti profondi della nostra vita. Questa dissimulazione fa incontestabilmente parte dell'«arte di vivere». Vivere conservando la propria integrità, la propria dignità e la propria indipendenza personali; e, lo aggiungiamo subito, rispettando quelle degli altri; ecco il pudore, virtù essenzialmente individualista.

La traversata delle Alpi

Miraggi

La traversata delle Alpi

Radovan Ivsic - Annie Le Brun
 
 
Non custodiremo la nostra merda nelle casseforti di Fort Knox.
 
Uno spaventapasseri è appeso al parabrezza delle grandi bolle d'aria che abitiamo.
 
Con specchi sulle suole, scivoliamo fra due lingue straniere.
 
Quando vedrete i cammelli in piombo delle stanze da bagno, diserterete.
 
La lista delle perversioni privilegiate come quella dei luoghi non potrebbe essere chiusa. Esistono anche tramonti bisognosi.

Porter la guerre à la campagne ?

Ostrogoto [fr]

Porter la guerre à la campagne ?

Non, ça n’a pas été un barbecue qui a mal tourné, c’est bien un incendie volontaire qui a détruit une villa dans la campagne de Brindisi la nuit du 4 au 5 avril. Quelqu’un a brisé les carreaux d’une fenêtre, est entré à l’intérieur, a volé 4 radiateurs et, avant de repartir, a mis le feu à des matelas. Les flammes se sont vite attaquées au reste de l’habitation. On ne sait pas qui a pu faire cela. Un petit-voleur irrité par le maigre butin ? Peut-être. Quelque jeune chenapan ? Peut-être.

Face à leurs massacres...

Ostrogoto [fr]

Face à leurs massacres...

... ils voudraient en plus que nous restions confinés chez nous, à attendre. Mais attendre quoi, au juste ?
Qu’ils déploient des militaires et des flics à chaque coin de rue, à surveiller aussi nos moindres faits et gestes ?
Qu’en haut, ils retravaillent leurs lois et leurs règlements pour n’avoir plus aucune limite dans le flicage de nos vies ?

 

Flics, militaires, politiciens, ils ne sont pas la solution, mais le problème.

Portare la guerra in campagna?

Brulotti

Portare la guerra in campagna?

No, non è stato un barbecue finito male, è stato proprio un incendio doloso quello che ha distrutto nella notte fra il 4 e 5 aprile una villa nelle campagne brindisine. Qualcuno ha infranto i vetri di una finestra, è entrato all'interno, ha rubato 4 termosifoni e, prima di andarsene, ha dato fuoco ad alcuni materassi. Le fiamme si sono presto allargate al resto dell'abitazione. Chi sia stato, non si sa. Un ladruncolo stizzito per il magro bottino? Può essere. Qualche ragazzaccio scapestrato? Può darsi. Ma, dato che la villa apparteneva a un noto imprenditore locale, gli inquirenti sospettano che il vero movente dell'atto sia da ricercare nell'attività professionale di costui. E che l'autore del gesto sia stato qualcuno che lo conosce bene. Ad esempio, potrebbe essere stato uno fra le decine e decine di suoi dipendenti a cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro. Sì, non è del tutto assurdo.

La Banda di Benevento

Brecce

La Banda di Benevento

6 Aprile 1877

Nevesck

Ai primi dell'Aprile 1877, una trentina di persone, venute non si sa donde, si riuniva tutte le sere in una casa di San Lupo, villaggio perso nelle gole del Beneventano. La notte del 6 Aprile i carabinieri che sorvegliavano la casa furono ricevuti a colpi di fucile e due tra essi rimasero sul terreno gravemente feriti.
 Dopo queste prime avvisaglie la banda, lasciata la casa, si dirige al vicino villaggio di Letino preceduta da un orifiamma rosso e nero. Occupa il palazzo del Comune e ne caccia il Consiglio Municipale a cui rilascia pel debito scarico la seguente dichiarazione: "Noi sottoscritti dichiariamo d'aver preso possesso del Municipio, di Letino a mano armata, in nome della Rivoluzione Sociale".

Di fronte ai loro massacri

Fuoriporta

Di fronte ai loro massacri

... vorrebbero per di più che restassimo confinati in casa, ad aspettare. Ma aspettare cosa, esattamente?
Che piazzino militari e sbirri ad ogni angolo di strada, a sorvegliare persino il nostro minimo atto e gesto?
Che in alto riformulino le loro leggi e i loro regolamenti per non avere più alcun limite nel controllo delle nostre vite?

 

Sbirri, militari, politici, non sono la soluzione, bensì il problema.

 

I massacri commessi nel nome di Allah sono intollerabili, come 
lo sono quelli commessi nel nome di tutte le religioni, proprio di tutte, si chiamino Denaro ed Economia, Nazione e Stato, Scienza e Progresso. Tutto ciò che possono offrirci sono insulse esistenze di sottomissione.

È più che mai tempo di riprendere gusto alla vita.
È più che mai tempo di attaccare tutto ciò che l'autorità vuole imporre agli individui, prima di farsi rinchiudere del tutto.

È più che mai tempo di dissodare un sentiero che non possano recuperare, senza capi né politicanti, dove ciascuno avanzi tramite l'autorganizzazione e l'azione diretta, verso l'ignoto di una vita che valga la pena di essere vissuta.

 

In nome della sola cosa che potremmo davvero perdere per sempre, la libertà!

Sicuri!

Brulotti

Sicuri!

Bisogno di sicurezza o desiderio di libertà? A meno di soddisfare il primo nella vita reale accontentandosi di appagare il secondo con surrogati virtuali, bisognerà pur decidersi, fare una scelta. Perché è inutile girarci troppo attorno. Sono due termini incompatibili fra loro, essendo uno la negazione dell'altro. Più si sta al sicuro, meno si è liberi. E viceversa.
Oggi, quando tutti pretendono maggiore sicurezza, dicendosi disponibili a rinunciare a qualche libertà pur di allontanare chissà quale pericolo, vale la pena tornare sull'argomento. Perché l'essere umano non è affatto un lupo. Perché l'essere umano non è nemmeno un agnello. E perché la libertà non è uno zoo, né pubblico né privato, ma una giungla senza padroni. Con qualche lupo, qualche agnello, e una smisurata moltitudine di altre bestie.
Cominciamo con una premessa... bucolica. La nascita dei parchi pubblici viene fatta risalire al XIX secolo. Prima di allora gli spazi verdi, i giardini rigogliosi, ricchi di mille colori e profumi, erano una prerogativa di chi se li poteva permettere. Erano i re, i nobili, e gli alti prelati a poter passeggiare fra vialetti ben curati traendo trastullo dalla loro fragranza. Ebbene, in alcuni paesi la proposta di aprire al pubblico quei luoghi incantati incontrò una certa resistenza da parte dei vecchi usufruttuari. L'argomento che adottarono non era la spudorata difesa dei propri privilegi (che sospetto maligno!), bensì una preoccupazione logica di ordine tecnico. I monarchi, i gentiluomini, le gentildonne, i rappresentanti di Dio... erano persone dall'animo sensibile, delicato, raffinato, in grado quindi non solo di apprezzare le bellezze della natura, ma soprattutto di rispettarle. Cosa sarebbe accaduto se i cancelli dei grandi parchi fino a quel momento privati fossero stati spalancati alla vile plebaglia?