Gli agguati

Brulotti

Gli agguati della logica

Luigi Galleani
«Della misura che misurate

vi sarà misurato»

San Marco. Evan 4.25.
 
 

Giorgio Plechanov è il capo riconosciuto del partito social-democratico russo. Non è un'aquila, non è neanche un combattente della larga schiera, che alla
rivoluzione russa ha dischiuso, attraverso le ribellioni sanguinose e feconde, le vie dell'avvenire e le aurore della libertà.

Anzi! è stato suo orgoglio fino ieri l'avere coll'opera sua, colle sue persecuzioni bestiali, suffragate dal provvido concorso della polizia moscovita, sbarazzato il terreno dai violenti che turbano il pacifico divenire in Russia del partito social-democratico.


A ciascuno secondo i propri bisogni...

Brulotti

A ciascuno secondo i propri bisogni, da ciascuno secondo le proprie sottomissioni

Lilith Jaywalker

«Finii il secondo bicchiere, me se servii un terzo. Dalla finestra vedevo il sole tramontare sull'arena; il silenzio cominciava a farsi un po' imbarazzante. Bene, lui voleva scoprire le carte, e allora anch'io.
“Comunque c'è una condizione... — dissi prudentemente — Una condizione non insignificante”.
Annuì lentamente.
“Secondo lei... secondo lei sono uno che può convertirsi all'islam?”.
Chinò la testa come per sprofondare in intense riflessioni personali; poi, rialzando lo sguardo su di me, rispose: “Sì”...»

Pensiamo ai vivi

Miraggi

Pensiamo ai vivi

Lucien Descaves - Maurice Donnay
 
Charles — Il vostro esempio conferma le belle parole di colui, fra i nostri poeti, che disse: «Ogni uomo ha due patrie, la propria, e poi la Francia».

Grigoriew — Il vostro poeta ha lo spirito limitato. Ogni uomo ha per patria la propria... e tutte le altre. Io non ho mai conosciuto la differenza che voi fate tra due uomini di patria differente, ed ho, per contro, spesso trovato dei compatrioti più diversi gli uni dagli altri, di quello che non lo siano individui di nazionalità differenti.

Feux sacrés

Ostrogoto [fr]

Feux sacrés

« Le feu de Prométhée, dérobé par la ruse, est bien un feu "technique", une procédure intellectuelle, qui démarque les hommes des bêtes et consacre leur caractère de créatures civilisées », assurait un célèbre spécialiste de l’antiquité grecque. Mais si on passe de la mythologie à l’histoire, quel exemple pourrait-on donner de cette technique ardente qui exalte la civilisation au détriment de l’animalité ? Voyons voir... Hiroshima ou Fukushima ?

Fuochi sacri

Intempestivi

Fuochi sacri

«Il fuoco di Prometeo, rubato con astuzia, è proprio un fuoco “tecnico”, un processo intellettuale, che differenzia gli uomini dalle bestie e ne consacra il carattere di creature civilizzate», assicurava un celebre studioso dell'antichità greca.
Ma, se dalla mitologia si passa alla storia, quale esempio si potrebbe fare di questa tecnica ardente che esalta la civiltà a scapito dell'animalità, vediamo... Hiroshima o Fukushima?
Che la promessa di vita della scienza si sia rivelata già da tempo una minaccia di morte, se ne sono accorti praticamente tutti. Ciò non toglie che questa divinità continui ad essere idolatrata dai più, incuranti del numero di vittime sacrificate sui suoi altari. Religione laica moderna, essa impone i suoi dogmi pretendendo di stabilire cosa sia la realtà e quali le sue leggi, attraverso «l'insieme delle conoscenze quale si è configurato nella sua struttura gerarchica, nei suoi aspetti istituzionali e organizzativi». Da cui lo stretto legame fra camici bianchi, toghe, uniformi e doppiopetto.

Dell'abbrutimento militare

Brulotti

Dell'abbrutimento militare

Alfred Jarry

Questa parola non è un insulto all'esercito.
«La disciplina, che è la forza principale degli eserciti», dice la teoria, richiede dal soldato un'obbedienza irriflessiva e una sottomissione istantanea. Essa deve dapprima sopprimere l'intelligenza per poi sostituirla con una piccola quantità di istinti animali derivanti dallo spirito di conservazione, volontà minima sviluppata nel senso della volontà del capo.
Vi sono due istinti di conservazione, il nobile e l'ignobile. L'istinto nobile è l'istinto di conservare il proprio io e di mantenere la propria individualità impenetrabile alle forze esterne.

La guerre pour l’imagination

Ostrogoto [fr]

La guerre pour l’imagination

Notre environnement change à toute allure. Et lentement mais sûrement, de façon presque inaperçue, nous aussi changeons en même temps. L’environnement nous change. Il influence nos faits et gestes, la conception de notre temps, nos mouvements, nos désirs et nos rêves.
Regarde cette ville. C’est un endroit qui se trouve constamment en état de changement. Le pouvoir y érige de nouveaux centres commerciaux et des prisons, y occupe les quartiers avec des milliers de nouvelles caméras et des commissariats supplémentaires, y construit des lofts pour les riches et pousse les pauvres en dehors de la ville, y étend les transports en commun pour que tout le monde puisse toutefois arriver chaque jour à l’heure à sa place dans l’économie.

La guerra per l'immaginazione

Brulotti

La guerra per l'immaginazione

Il nostro ambiente cambia a grande velocità. E allo stesso tempo, in maniera lenta ma inesorabile, quasi inavvertitamente, cambiamo anche noi. L'ambiente ci cambia. Influenza i nostri atti e i nostri gesti, la concezione del nostro tempo, i nostri movimenti, i nostri desideri e i nostri sogni.
Guarda questa città. È un luogo in uno stato di costante trasformazione. Il potere vi erige nuovi centri commerciali e carceri, ne occupa i quartieri con migliaia di nuove telecamere e commissariati supplementari, vi costruisce loft per i ricchi e spinge i poveri fuori dalla città, vi estende i trasporti pubblici affinché chiunque ogni giorno riesca comunque ad arrivare puntuale al proprio posto nell'economia. Eppure — e i difensori del sistema lo sanno fin troppo bene — l'occupazione del territorio con tutte queste infrastrutture resta in fondo relativa.

Ricordando Sante Caserio

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Ricordando Sante Caserio

Edoardo Bersaglia

Sono trascorsi 32 anni dal giorno in cui Sante Caserio giustiziava in Lione il presidente della Repubblica Francese: Sadi Carnot.
Era un'epoca in cui gli anarchici perseguitati si difendevano coraggiosamente dagli attacchi spietati della reazione europea, che decimavano le loro file; giustiziava gli audaci che osavano ribellarsi, rinserrando nelle bastiglie gli apostoli; deportando nelle caienne gli agitatori.
Ma gli anarchici non disarmavano.
Dall'innumere anonima schiera dei ribelli sorgevano i vendicatori che audacemente sacrificando la propria vita compivano il sacro mandato della vendetta.
E questa esplodeva implacabile nei bagliori corruschi della dinamite, nel lampeggiare delle terse lame dei pugnali, nel rimbombo dei colpi di rivoltella.

Il Sabotaggio

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Il Sabotaggio

L'Organizzatore

Se il «boicottaggio» ci è venuto dall'Irlanda, il «sabotaggio» ci viene dalla Francia come parola e come teorizzazione.

Il verbo «saboter» in francese significa letteralmente acciabbattare, far le cose male, al rovescio.

L'applicazione pratica del concetto contenuto nella parola «sabotaggio», inteso come metodo di lotta operaia quale cercheremo di spiegare più oltre, risponde appunto al significato originario del verbo da cui la parola è derivata, la parola che turba i sonni dei buoni borghesi.

È quasi superfluo premettere che le classi dominanti — mentre sono ormai dovunque rassegnate a riconoscere, sebbene a denti stretti, lo sciopero ed il boicottaggio come forme legittime e legali di lotta — considerano ancora il sabotaggio come un delitto; e molti anche fra i socialisti inclinano verso la medesima opinione.

La città di Mammone

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La città di Mammone

Impressioni d'America

 
Maksim Gorki
 
Una grigia caligine avviluppava terra e mare, mentre una pioggia sottile veniva giù sugli edifici tetri della città e su le acque torbide della baia. Gli emigranti si raccolsero da un lato del bastimento. Essi guardavano intorno silenziosamente e seriamente, con occhi avidi nei quali brillavano speranza e paura, gioia e terrore.

Cosa è questo? — domandò una ragazza polacca in tono di sorpresa, indicando la Statua della Libertà.

Qualcuno dalla folla rispose laconicamente: 
— È la Dea Americana.

Io guardai codesta dea con un senso di idolatria.

La protesta del cuore

Intempestivi

La protesta del cuore

Il cuore di Mohammed, sudanese di 47 anni, ha protestato in maniera estrema e definitiva, smettendo di battere, stanco della fatica, della polvere e del calore. Qualche giorno di scandalo, un po’ di cordoglio e di pietismo delle anime belle della società, e poi il ritorno della quotidianità. Non bisogna meravigliarsi, perché la morte di quest’uomo rientra a pieno titolo nella normalità di questo mondo, una normalità fatta di sfruttamento di poveri disgraziati ad opera di padroni, sostenuti da Governi e amministrazioni locali (di destra quanto di sinistra) e associazioni no-profit che tra tante belle parole hanno lasciato che la situazione rimanesse inalterata.
Questa morte in mezzo ai campi di pomodoro non è un’anomalia, frutto di condizioni di lavoro schiavistiche, bensì la normale conclusione dello sfruttamento capitalista.

Manca l'aria

Intempestivi

Manca l'aria

C'è una questione sulla quale i cittadini, al di là delle chiese politiche di appartenenza, paiono concordi: il pianeta, il cui suolo essi calpestano ogni giorno, è seriamente minacciato dalle opere del mondo tecnologico-industriale. A questa consapevolezza si accompagna la volontà di consegnare un ambiente vivibile, quando non migliore di quello attuale, alle future generazioni. Sfortunatamente il proposito di «bonificare» l'ambiente, fino a far scomparire i nefasti prodotti della civiltà, fa a pugni con le reali condizioni di quest'ultimo, da decenni ormai simile ad un malato terminale colpito da un morbo degenerativo chiamato Progresso; una peste di cui l'umanità e il suo modo di vivere sono gli untori. E, sentite un po', i medici investiti del difficile compito di alleviare le sofferenze della Terra sono gli stessi responsabili delle sue miserie. È buffo, no? E così si organizzano vertici internazionali sul clima, protocolli d'intesa, leggi e leggine per tenere a bada gli ambientalisti più agguerriti. Ma come possono i governanti decidere di distruggere impunemente la Terra e i suoi abitanti? Appunto, come possono?

Il governo rivoluzionario

Contropelo

Il governo rivoluzionario

Pëtr Kropotkin

Tutti coloro che hanno un cervello e un temperamento alquanto rivoluzionario sono perfettamente d'accordo sulla necessità di abolire i governi attuali, affinché la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza non siano più vane parole e divengano realtà viventi, qualsiasi forma di governo non essendo mai stata che una forma d'oppressione, cui bisogna sostituire un nuovo modo d'aggruppamento libero. Per vero, non occorre essere novatori per arrivare a questa conclusione; i difetti dei governi attuali e l'impossibilità di riformarli sono troppo evidenti per non balzare agli occhi di qualunque osservatore ragionevole. E quanto a rovesciare i governi, è noto a tutti che in certe epoche può farsi, senza troppe difficoltà. Vi sono momenti in cui i governi crollano quasi da soli, come castelli di carta, sotto il soffio del popolo insorto. Lo si è ben visto nel 1848 e nel 1870, e lo si vedrà quanto prima.
Rovesciare un governo, — è tutto, per un rivoluzionario borghese. Per noi, non è che il principio della Rivoluzione Sociale.

La proprietà privata

Brulotti

La proprietà privata

Umberto Postiglione

A corroborare la nostra affermazione che l'origine viziosa della ricchezza privata sta nella malignità, nella forza, certo effimera, dei pochi, nella indolenza, nella ignavia dei molti, ci piace riportare il pensiero di coloro, non sospetti certo di soverchia tenerezza verso la classe lavoratrice, ma che furono i giannizzeri della classe padronale, cioè i cosiddetti padri della chiesa. La natura, diceva Sant'Ambrogio, fornisce i suoi beni a tutti gli uomini in comune. Egli è dunque la stessa natura che ha generato il diritto alla comunità, mentre la sola usurpazione è quella dessa che ha prodotto il diritto della proprietà.
San Basilio paragonava il ricco «a quel tale che essendosi per tempo recato al teatro, ed impossessatosi senza ostacolo dei posti destinati al rimanente pubblico, pretese di contrastare a quello l'entrata e l'opportuno posto, arrogandosi al solo uso proprio quello che era realmente destinato ad uso comune».