Blanqui à Venaus

Ostrogoto [fr]

Blanqui à Venaus

« La politique est l’art de la récupération. La manière la plus efficace pour décourager toute rébellion, tout désir de changement réel, est de présenter un homme d’État comme un subversif, ou bien – mieux encore – transformer un subversif en homme d’État. Tous les hommes d’État ne sont pas payés par le gouvernement. Il existe des fonctionnaires qui ne siègent pas au Parlement et encore moins dans ses pièces adjacentes ; au contraire, ils fréquentent les centres sociaux et connaissent discrètement les principales thèses révolutionnaires. Ils dissertent sur les potentialités libératoires de la technologie, ils théorisent des sphères publiques non étatiques et le dépassement du sujet. La réalité – ils le savent bien – est toujours plus complexe que n’importe quelle action »

Dix coups de poignard à la politique, 1996
 
 
Une rumeur circule depuis quelques temps parmi certains anarchistes d’Europe par rapport au dernier effort éditorial du Comité Invisible, auteur en 2007 du best-seller international L’insurrection qui vient. On raconte que...

La stagione dei flauti

Miraggi

La stagione dei flauti

Juan Brea / Mary Low
 
Erano considerati i nomadi del surrealismo. Si sono incontrati e innamorati a Parigi, nell'ottobre del 1933. Il poeta e rivoluzionario Juan Brea (1905-1941) vi era appena giunto in esilio, dopo la fine della rivoluzione cubana. Nella natia L'Avana, oltre ad aver fondato la prima organizzazione trotzkista dell'isola, era stato anche il principale animatore della locale avanguardia poetica, il Gruppo-H.
Invece Mary Low (1912-2007) era una giovane poetessa di origini alto borghesi, nata in Inghilterra ma di famiglia australiana. I due entrano a far parte del movimento surrealista, ed iniziano a girare per l'Europa (Bruxelles, Vienna, Belgrado, Bucarest). Nel 1936 si precipitano a combattere nella rivoluzione spagnola, anch'essi tra le file del Poum come l'amico Benjamin Péret. Ricercati dai sicari stalinisti, sono costretti a fuggire nel gennaio dell'anno successivo e pubblicano subito il libro
Red Spanish Notebook, che all'epoca venne salutato da George Orwell e che oggi è considerato quasi un classico. Due anni dopo, nel 1939, le Éditions Surréalistes pubblicano la loro raccolta di poesie La saison des flûtes. Dopo la drammatica morte di Brea avvenuta per tetano, e un tentativo di suicidio, Mary Low continuerà la sua vita fra poesia e rivoluzione. Prende parte alla rivoluzione cubana ed insegna letteratura inglese all'Università de L'Avana. Ma vede presto il regime castrista instaurare gli stessi metodi autoritari che aveva combattuto in Spagna. Il suo nuovo compagno viene arrestato e rilasciato solo su intervento di Che Guevara. Nel maggio 1964 Mary Low abbandona l'isola e da allora si avvicina all'anarchismo, collaborando fino alla fine con gli anarchici cubani in esilio negli Stati Uniti dove anche lei andrà a vivere e poi a morire.

Ripasso matematico

Brulotti

Ripasso matematico

... si sforzava in effetti di sfoggiare una stretta fedeltà
a concetti assolutamente contraddetti dai fatti tangibili...
Sembrava colpito da amnesia quando si evocava, in tutta
obiettività, anche senza commenti, certi episodi del suo passato...
ad ogni obiezione seria, ad ogni critica provata, credeva di
rispondere trattando il contraddittore da “piccolo-borghese”
 
Sono passati diversi anni da quando Boris Souvarine ricordava i metodi impiegati da Trotsky per neutralizzare le critiche che gli venivano rivolte. Certo, oggi che gli orfani del comunismo di Stato guardano alle «partite iva» come a possibili soggetti da mobilitare ed agitare è difficile che venga loro in mente di tacciare qualcuno d'essere un «piccolo-borghese». O no? Ma ci sono sempre nuovi metodi per zittire i pareri discordanti, in grado di superare qualsiasi steccato ideologico. C'è un argomento che funziona sempre e che per questo viene usato ampiamente sia nei Palazzi che nelle Piazze: piuttosto che affrontare le critiche, si evocano ragioni di ordine superiore, al cui cospetto quelle diventeranno bazzecole.

Ricochets

Ostrogoto [fr]

Ricochets

 

Ricochets est un bulletin né au sein du combat contre la construction d’une maxi-prison au nord de Bruxelles. C’est un combat en dehors de tout parti et organisation officielle, un combat qui propose d’empêcher directement, concrètement, par nous-mêmes, la construction de cette nouvelle taule. 
C’est un vaste combat, car la maxi-prison est le projet emblématique des temps qui courent : un serrage de vis général, une accentuation de la répression, un violent réaménagement de la ville en fonction des besoins du pouvoir et de l’économie...

Ricochets (Rimbalzi)

Brulotti

Ricochets (Rimbalzi)

 

Ricochets è un bollettino nato in seno alla lotta contro la costruzione di una maxi-prigione a nord di Bruxelles. È una lotta al di fuori di ogni partito e organizzazione ufficiale, una lotta che propone di impedire direttamente, concretamente, da noi stessi, la costruzione di questa nuova galera. È una lotta vasta, in quanto la maxi-prigione è un progetto emblematico dei tempi che corrono: un generale giro di vite, un aumento della repressione, una violenta ristrutturazione della città in funzione dei bisogni del potere e dell’economia...
Ricochets ha lo scopo di condividere le notizie su questa lotta, di diffondere le sue diverse espressioni, di approfondirla con riflessioni critiche. Intende creare uno spazio autonomo di legami tra coloro che si battono direttamente contro questo nuovo carcere e aprire così una possibilità: quella che le loro azioni possano rimbalzare in uno slancio incontrollabile.

Blanqui a Venaus

Brulotti

Blanqui a Venaus

 

«La politica è l'arte del recupero. Il modo più efficace per scoraggiare ogni ribellione, ogni desiderio di cambiamento reale, è presentare un uomo di Stato come sovversivo, oppure – meglio ancora – trasformare un sovversivo in un uomo di Stato. Non tutti gli uomini di Stato sono pagati dal governo. Ci sono funzionari che non si trovano in parlamento e nemmeno nelle stanze adiacenti; anzi, frequentano i centri sociali e conoscono discretamente le principali tesi rivoluzionarie. Discettano sulle potenzialità liberatorie della tecnologia, teorizzano di sfere pubbliche non statali e di oltrepassamento del soggetto. La realtà – lo sanno bene – è sempre più complessa di qualsiasi azione»
Dieci pugnalate alla politica, 1996
 
C'è una voce che circola da qualche tempo fra alcuni anarchici in Europa relativa all'ultima fatica editoriale del Comitato Invisibile, autore nel 2007 del best-seller internazionale L'insurrezione che viene. Si vocifera che...

Quale verità, quale giustizia?

Brulotti

Quale verità, quale giustizia?

Gli “abusi” della polizia… gli sbirri che taglieggiano, insultano, bastonano, mutilano, stuprano, assassinano… I servitori dello Stato ne parlano come se si trattasse di episodi rari ed isolati, conseguenze di circostanze sfortunate o, nel peggiore dei casi, causati da qualche “mela marcia”. Come a dire che, nell'insieme, le forze dell’ordine sarebbero prodi cavalieri al servizio del bene. E comunque, il cui lavoro è indispensabile per la società… Eppure, basta aprire un po’ gli occhi per accorgersi che la violenza è l’essenza stessa del potere. Una violenza spesso nascosta o considerata “normale”, come se sfruttare, brutalizzare, rinchiudere, assassinare qualcuno possa essere normale.
Troppo spesso, di fronte alle violenze poliziesche, le vittime e i loro cari condannano il comportamento poliziesco soltanto nel caso specifico che li vede coinvolti. L’esistenza dell’istituzione poliziesca e del potere che serve quasi mai viene messa in discussione.

Onesti e canaglie

Intempestivi

Onesti e canaglie

«Per infami che siano le canaglie, non lo sono mai quanto le persone oneste»

 

Pare proprio che questa massima di un scrittore francese dalle simpatie libertarie, celebre alla fine dell'Ottocento, non corra il rischio di trovare smentite. Sui treni in transito per la Svizzera – la civile Svizzera, la neutrale Svizzera, la pulita Svizzera – i doganieri passano un cotton fioc sul volto dei passeggeri dalla pelle nera al fine di prelevarne il DNA. Non importa chi siano, cosa facciano e dove siano diretti, il solo fatto che attraversino il paese – magari di notte, in seconda classe, su un treno economico – non può che destare sospetto. Certo, se scendessero da un jet privato, in giacca e cravatta, con una valigia piena di denaro da depositare in una banca elvetica, sarebbero i benvenuti. Ma si sa, i neri sono tutti canaglie e gli svizzeri sono tutte persone oneste.
Si tratta di una differenza di fondo, da tenere sempre a mente. A Milano, ad esempio, l'onesto sindaco Giuliano Pisapia ha appena fatto sgomberare a suon di manganellate alcune occupazioni (prima un alloggio a Lorenteggio, poi due spazi sociali a Corvetto). In entrambi i casi si sono verificati scontri tra forze dell'ordine e canaglie sovversive. Talmente canaglie da resistere alla violenza delle forze dell'ordine, talmente sovversive da non elemosinare contratti di affitto o di altra natura col Comune.

Quelle vérité, quelle justice ?

Ostrogoto [fr]

Quelle vérité, quelle justice ?

Les « bavures » policières... les flics qui rackettent, insultent, tabassent, mutilent, violent, assassinent... Les serviteurs de l’État en parlent comme s’il s’agissait de faits rares et isolés, conséquences de circonstances malheureuses ou, dans le pire des cas, dus à quelques « fruits pourris ». Cela revient à dire que, dans leur ensemble, les forces de l’ordre seraient de preux chevaliers au service du bien. Et de toute façon leur travail serait indispensable pour la société... Il suffit pourtant d’ouvrir un peu les yeux pour se rendre compte que la violence est l’essence même du pouvoir. Une violence qui est souvent cachée ou considérée comme « normale », comme si exploiter, violenter, enfermer, assassiner quelqu’un pouvait être normal.

Bakunin

Autopsia

Michele Bakunin

Severino Di Giovanni

Tre diverse teorie sociali si delinearono nello scorso secolo: il repubblicanismo mazziniano, il socialismo autoritario marxista e l'anarchismo bakuninista. Tre pensieri, tre uomini, tre coscienze, ma sul campo della lotta, nell'agitazione per conquistare la vita ai loro ideali, solo Michele Bakunin seppe dare tutto se stesso per il suo ideale. Se i mazziniani vogliono far splendere il loro apostolo come un combattente delle barricate, ebbene la barricata nella quale pugnava Mazzini divideva l'uomo dalla libertà di frontiera, schiavizzandolo sotto una bandiera nazionale; mentre nelle insurrezioni in cui combatteva, Michele Bakunin non divideva l'uomo in nazionalismi e in religioni, ma bensì l'univa oltre le bandiere, oltre le razze, oltre gli altari, per la fratellanza umana.

Scendano i cosacchi

Brulotti

Scendano i cosacchi

Ernest Cœurderoy

… nella situazione di divisione dell'Europa civilizzata da barriere, da interessi e da passioni che impediscono agli individui e alle nazioni di comunicare liberamente fra di loro e di rigenerarsi a vicenda, sono possibili solo le sommosse, ma non più le rivoluzioni; — ed infine, siccome la Rivoluzione è la condizione d'esistenza delle società, occorre che la società europea sia sconvolta, rimaneggiata, rimescolata, rinnovata da cima a fondo come uomini e come istituzioni; — occorre che il suo cuore incancrenito sia attraversato dal ferro rovente e che questa cauterizzazione sia l'incendio, la distruzione, la liquidazione del vecchio mondo.
Milleottocento anni fa l'impero romano si faceva vecchio; si dibatteva nelle convulsioni dell'agonia. Le scosse prodotte su questo grande corpo morto dalle lance dei barbari invasori non erano in grado di galvanizzarlo.

9 novembre 1918

Brecce

9 novembre 1918: nell'anniversario della rivoluzione tedesca

Furio

Guardare i fatti storici dal punto di vista libertario e svelare gli errori e le lacune dei popoli, e quindi le vie che si sarebbero dovute battere è stato sempre un utile lavoro per il genere umano; sarà più utile parmi, dunque, ai rivoluzionari, in quest'alba tragica e luminosa di Rivoluzione Europea.
Perché – è bene confessarlo ancora – mai come e quanto oggi, il conservatorismo ha adoperato ogni forza e ogni arma pur di placare la deprecata onda rivoluzionaria, che lo deve annegare. In molte regioni, esso vi è quasi riuscito, se un ravvedimento popolare non sarà: potrebbe riuscirvi in Italia, ove molti sono – in buona e mala fede – i politicanti, che sono il maggior pericolo delle Rivoluzioni.
Tutti coloro, dunque, che han riposto nella Rivoluzione ogni speranza per la libertà e per il benessere umano, guardino in faccia la realtà, e sempre impavidi ed audaci, non cessino un solo istante di seguire, di svelare, di prevedere, di rompere il passo al nemico, onde la Rivoluzione possa seguire il suo corso naturale che è prettamente anarchico.

Licenza di uccidere

Brulotti

Licenza di uccidere

Lo scorso 26 ottobre la polizia francese uccide Rémi Fraisse nel corso di una manifestazione contro la diga in costruzione di Sivens. Pochi giorni dopo molte manifestazioni di protesta avvenute oltralpe contro questo omicidio di Stato sfociano in scontri con le forze dell'ordine. Negli stessi giorni, qui in Italia, la Corte d'Appello di Roma assolve i poliziotti e gli altri responsabili accusati di aver causato la morte di Stefano Cucchi.
Quella che qui pubblichiamo è la lettera aperta inviata alla madre di Rémi Fraisse da Farid El Yamni, fratello di Wissam, assassinato dalla polizia a Clermont Ferrand l'1 gennaio 2012.

 

Nel momento in cui a Parigi vengono condannate le manifestazioni violente e si lodano i presidi pacifici, le scrivo questa lettera.
Ho perso mio fratello in circostanze assai simili a quelle in cui lei ha perso suo figlio.

Che cos'è la patria

Brulotti

Che cos'è la patria

Pierre Chardon

La parola Patria è una derivazione, una variante, ed una deformazione della parola Pater, cioè padre, così come patriarca, patrizio, padrone.
Tutte queste parole evocano la medesima idea di Padre e dei suoi posteri. Questi erano più forti nell'antichità che ai nostri tempi, giacché in Roma avevano diritto di vita o morte sulla loro progenitura. In cambio, nessun obbligo; i benefici erano volontari, e per questi esigevano l'amore, il rispetto, il sacrificio e l'obbedienza passiva. È così che le leggi religiose laiche tendono ad incrostare nell'infanzia il sentimento di deferenza e di sottomissione alle volontà paternali.
Le abitudini e le tradizioni consolidarono questa obbedienza assoluta agli ordini del Padre.

Bruno Filippi o Guerra alla Società!

Brulotti

Bruno Filippi o Guerra alla Società!

Quando esce dal carcere di Forlì, dopo aver scontato senza sconti una condanna a 20 mesi, Bruno Filippi deve ancora compiere 17 anni. È un ragazzo, appena un ragazzo — ma sa già il significato che vuol dare alla sua vita. Sale su un treno e arriva a Milano, dove lo attendono per riabbracciarlo i genitori ed i fratelli. È il 14 gennaio 1917. Non lo sa, non può saperlo, ma in quel momento gli restano solo 2 anni e 8 mesi di vita. Li trascorrerà combattendo.
Non è un ragazzo difficile, Bruno Filippi, uno di quelli che oggi sarebbe considerato «a rischio». Non è orfano, non ha subito violenze, non è semianalfabeta. Tutt’altro. Figlio di un tipografo, si può proprio dire che sia cresciuto in mezzo ai libri, che divora uno dopo l’altro, in una famiglia numerosa che lo ama. Durante il suo processo del 1915, al Presidente della Corte — sbalordito di fronte a quel quindicenne determinato, intelligente e desideroso di prender parte ad un’insurrezione, tanto da procurarsi un’arma e farne uso contro i sostenitori della guerra — che gli chiede chi siano i suoi autori preferiti, Bruno Filippi risponde...