Fare due passi avanti...

Brulotti

Fare due passi avanti per farne tre indietro?

Quante volte è successo? Non solo nel lontano passato, ma anche oggi, in questo stesso momento. In paesi lontani più o meno esotici, ma anche in altri più vicini, sotto ai nostri occhi. Popolazioni che si radunano e protestano spontaneamente, per disgusto dei loro governanti e delle politiche che attuano. Popolazioni che sfidano le forze dell'ordine e non cedono nemmeno quando vengono massacrate. Anzi, si rafforzano. Forze politiche «di opposizione» che cercano di salire sul treno in corsa. Il loro scopo è palese, quello di prendere il posto dei vecchi burocrati realizzando riforme le cui conseguenze si rivelano insignificanti, quando non peggiorative. Potere uscente e potere entrante, in mezzo a minacce e ad accuse reciproche, collaborano per mantenere il quadro politico generale – il loro elemento vitale comune. Ogni volta che vi è alternanza, pacifica o violenta che sia, vecchi e nuovi dirigenti devono comunque trovare un accordo.

Petali al vento

Brulotti

Petali al vento

Auro d'Arcola

Nel sano Vizio sta la Vita; nella Virtù il Castigo.

 

Le azioni come i vizi sono ammirevoli o detestabili non già in se stessi, ma per quanto si ammira o si detesta la persona che li consuma.

 

Nessuno è più altruista del misantropo solitario.

 

Se l'uomo non fosse un animale politico, sarebbe un essere capace di vivere in libertà.

 

Il Potere e la Legge sono i genitori naturali del Delitto.

 

Nulla è più odioso della politica. Essa è l'ignobile negriera che rende possibile e sorregge con la frode, la corruzione e l'inganno ogni potere oppressore ed usurpatore. Diffidate dell'individuo che coltiva il senso dell'arte politica come di un vostro implacabile nemico. Costui, anche se oggi vi è amico e compagno, ha in sé quanto basta per divenire, domani, l'usurpatore dei vostri diritti.

Finzioni

Intempestivi

Finzioni

La decomposizione avanza, l'apparenza incalza. I risultati delle elezioni europee ne sono un folgorante esempio. Il partito che finge d'essere di sinistra esulta fingendo di aver raccolto il consenso della stragrande maggioranza degli italiani. Il partito che finge d'essere all'opposizione si dispera fingendo di aver creduto davvero di poter toccare le stelle rotolandosi nelle stalle. Il partito che finge d'essere liberale medita fingendo di cercare una nuova classe dirigente. Il partito che finge d'essere radicale festeggia fingendo che quello 0,3 % in più che gli ha permesso di sedere sugli scranni di Bruxelles sia una investitura popolare.
Nel mare in tempesta della disperazione sociale e della miseria affettiva, i salvagenti della politica si stanno sgonfiando uno dopo l'altro. Nemmeno la servitù volontaria di milioni di esseri umani belanti più diritti e più democrazia riuscirà a salvare questo mondo, la cui agonia sta già assumendo tratti terribili.

De bandiet en de geograaf

Ostrogoto [nl]

De bandiet en de geograaf

We waren langs de kanalen van het Venetië van Noord-Europa aan het kuieren en over vanalles en nog wat aan het praten toen ik me plots afvroeg: “Maar waarom hebben de anarchisten altijd zoveel boeken gemaakt? In het Instituut kennen ze hun gelijke niet. Los van de kwaliteit, want daarover heeft iedereen zijn eigen idee, maar gewoon al de kwantiteit! Ook als je alle uitgaves van links op één hoop gooit zouden die niet kunnen tippen aan de anarchistische uitgaves!”.

Why I don't vote

Ostrogoto [en]

Why I don't vote

I don’t vote. I have never taken part in an election and I never will. To many, the idea that someone who actually cares about what is happening in the world would refuse to vote seems incredible. The common sense of the democratic state tells us that voting is the way that we can change things and that those who don’t vote are apathetic. It has even been said that those who do not vote shouldn’t complain.

Perché non voto

Brulotti

Perché non voto

Io non voto. Non ho mai preso parte ad un’elezione e mai lo farò. Per molti l’idea che qualcuno a cui interessa ciò che accade nel mondo rifiuti di votare sembra incredibile.
Il senso comune dello Stato democratico ci dice che votare è il modo in cui noi possiamo cambiare le cose e che quelli che non votano sono apatici.
È stato anche detto che quelli che non votano non devono lamentarsi.
Ma il senso comune spesso nasconde moltissime supposizioni indiscusse.
Questo è certamente vero a proposito dei luoghi comuni sulla democrazia e sul voto.
Spero di riuscire, nello spiegare le ragioni per cui non voto, ad indicare alcune di queste supposizioni e a sollevare alcune domande.
Se il mio rifiuto di votare scaturisse dall’apatia, ovviamente non sprecherei tempo a scrivere.

Il cervello del gendarme

Miraggi

Il cervello del gendarme

Alfred Jarry

Non si è dimenticato questo recente e increscioso caso: all’autopsia, venne trovata la scatola cranica di un gendarme vuota di tutto il cervello, ma ripiena di vecchi giornali. L’opinione pubblica si commosse e si stupì per quella che ritenne una macabra giustificazione. Anche noi siamo dolorosamente commossi, ma nient’affatto stupiti.
Non vediamo perché ci si dovesse aspettare di scoprire nel cranio del gendarme qualcosa di diverso da quel che in effetti vi si è trovato. Una delle glorie di questo secolo di progresso è la grande diffusione del foglio stampato; e in ogni caso non vi è dubbio che questo prodotto si attesti meno raro della sostanza cerebrale. A chi di noi non è capitato di tener fra le mani infinitamente più spesso un giornale, vecchio o del giorno, che una sola particella di cervello di gendarme?

Nuit blanches et ciels étoilés

Ostrogoto [fr]

Nuit blanches et ciels étoilés

La Coupe du Monde n’est pas une question de foot. Si un pays est candidat pour l’organisation de cet événement, c’est parce que le foot remplit aujourd’hui la même fonction que le spectacle des gladiateurs dans la Rome antique, mais également parce que c’est une occasion inespérée pour l’Etat organisateur de faire avancer à pas de géant son développement économique et son rayonnement politique. La Coupe a un coût monstrueux, néanmoins le retour sur investissement promet presque à coup sûr d’être juteux. Le Brésil, considéré comme une des grandes puissances économiques mondiales, compte bien gravir encore des échelons en organisant la Coupe et les Jeux Olympiques.

Notti bianche e cieli stellati

Fuoriporta

Notti bianche e cieli stellati

La Coppa del Mondo non è un affare di calcio. Se un paese è candidato per l'organizzazione di questo evento, è perché il calcio esercita oggi la stessa funzione di uno spettacolo di gladiatori nell'antica Roma, oltre a costituire un'occasione insperata per lo Stato organizzatore di far avanzare a passi da gigante il proprio sviluppo economico e la propria influenza politica. La Coppa ha costi mostruosi, tuttavia il rientro sull'investimento promette quasi a colpo sicuro di essere assai lucroso. Il Brasile, considerato una delle grandi potenze economiche mondiali, conta d'avanzare ancora di livello organizzando la Coppa e i Giochi Olimpici.
La Coppa del Mondo è anche un progetto del potere per imbrigliare le tensioni sociali e offrire lo spettacolo della sua adorazione. Per le entità statali e gli interessi economici è un'occasione di creare le condizioni per aprire nuovi mercati, per tappare la bocca a certe resistenze e per realizzare un salto qualitativo nell'occupazione del territorio e nello sfruttamento capitalista. È il maxi-raduno moderno di Stato e Capitale, dove l'arroganza del potere si esibisce nello spettacolo degli stadi, delle masse sbraitanti, degli schermi, delle trasmissioni in diretta e della fierezza nazionale.

Ne restons pas les bras croisés

Ostrogoto [fr]

Ne restons pas les bras croisés

Nos vies s’écoulent dans des camps. Camps de travail. Camps d’éducation. Camps de consommation. Camps de loisirs. Camps d’enfermement. Dans tous ces camps, une même logique est à l’œuvre : nous faire obéir et contribuer au progrès de la société actuelle. Faire tourner la machine sociale. Peu importe où elle va. Peu importe qu’elle détruit tant de vies. Peu importe qu’elle nous transforme tous en prisonniers de l’existant. L’important, c’est d’y être, d’y participer, de ne pas la remettre en question, voir même de l’acclamer. La tête basse, le cerveau annihilé, le cœur pétrifié et en avant.

Non restiamo a braccia conserte

Brulotti

Non restiamo a braccia conserte

La nostra vita scorre nei campi. Campi di lavoro. Campi rieducativi. Campi di consumo. Campi di divertimento. Campi di reclusione. In tutti questi campi, viene applicata la stessa logica: renderci obbedienti e farci contribuire al progresso della società attuale. Far funzionare la macchina sociale. Poco importa dove essa vada. Poco importa che distrugga tante vite. Poco importa che trasformi tutti in prigionieri. L'importante è esserci, parteciparvi, non metterla in discussione e perfino acclamarla. A testa bassa, col cervello annichilito, col cuore pietrificato, e andare avanti.
Lo Stato ha avviato una generale stretta di vite, è innegabile. La moltiplicazione di forze dell'ordine nelle strade, la loro brutalità crescente e istigata dalle autorità, l'installazione di telecamere di sorveglianza, la militarizzazione dei trasporti pubblici, la messa in sicurezza dei templi del denaro come banche e supermercati per contrastare i furti, tutto ciò va di pari passo col rafforzamento del controllo sui disoccupati e su chi prende un sussidio.

Lettres ouvertes sur le sabotage et la repression

Ostrogoto [fr]

Lettres ouvertes sur le sabotage et la repression

Quelques anarchistes italiens / Des créatures du marécage

Lettre ouverte aux camarades français
A propos des arrestations de Tarnac et pas seulement

 

Lettre ouverte à quelques anarchistes italiens

 

[Suite à la « Lettre ouverte aux camarades français. A propos des arrestations de Tarnac et pas seulement » parue sur différents sites (dont les Indymedia) le 27 février 2009 et signée par « Quelques anarchistes italiens », nous avons souhaité poursuivre le débat.]

Su sabotaggio e repressione

Brulotti

Lettere aperte su sabotaggio e repressione

alcuni anarchici italiani / creature della palude

Se la matematica non è un'opinione, sono passati solo 5 anni da questo scambio di lettere fra compagni italiani e francesi. Ma sembra essere trascorso un secolo. I primi tiravano le orecchie oltralpe a chi pensava di reagire alla repressione negando le cattive intenzioni che stanno dietro ad ogni atto di sabotaggio, i secondi rispondevano invitando a non fare generalizzazioni e criticando i tatticismi della politica.
Oggi che qui in Italia molti sovversivi si uniscono a qualsiasi recuperatore di sinistra pur di chiedere la liberazione di «quattro ragazzi» accusati di aver compiuto un atto di sabotaggio (nella vulgata innocentista, aver danneggiato semplici attrezzature per altro già "riparate e vendute" –
sic!), oggi che la politica con le sue convenienze cerca di ammutolire l'etica con le sue invarianze, è bene tornare a rileggere questa corrispondenza.

Il bandito e il geografo

Brulotti

Il bandito e il geografo

Stavamo passeggiando lungo i canali della Venezia del nord Europa, parlando del più e del meno, quando ad un tratto mi domandò: «Ma perché gli anarchici hanno sempre fatto così tanti libri? All'Istituto, non c'è paragone fra loro e gli altri. Lasciamo perdere la qualità, su cui ognuno ha le proprie idee, ma la quantità! Anche messe tutte assieme, le pubblicazioni della sinistra non arrivano al numero di quelle degli anarchici!».
L'Istituto in questione è quello di Storia Sociale di Amsterdam e a porre l'interrogativo era stato uno dei suoi bibliotecari, allora addetto alla sezione italiana. Aver accudito per decenni a quei libri, conoscendo e parlando con diversi compagni provenienti da tutte le parti del mondo, evidentemente non gli aveva sciolto quel dubbio.
Pur essendo poco incline a simili statistiche, non me ne meravigliai più di tanto. Gli dissi che questa disparità che aveva constatato non era comunque né casuale, né bizzarra, perché in fondo rispecchiava l'essenza stessa dell'anarchismo.

Asfissiante cultura

Brulotti

Asfissiante cultura

Jean Dubuffet

La cultura si identifica con l’istituzionalizzazione. Questo fatto non va mai dimenticato, né bisogna illudersi che la cultura consista unicamente in un dato sistema di strutturazione del pensiero, come mezzo per un suo miglioramento. Coloro che contestano le posizioni culturali per lo più aspirano soltanto ad arricchirle o rinnovarle, e in tal modo non fanno che portar acqua al proprio mulino e rafforzare la loro influenza. L’istituzionalizzazione – qualunque siano le posizioni che ne sono l’oggetto – va combattuta senza tregua, essendo la forza che si oppone a quella del pensiero individuale, e dunque alla vita stessa; è precisamente la forza contro cui il pensiero deve combattere; sta al pensiero come la forza di gravità sta al saltatore, al proiettile.
Nella mia città non ci saranno più spettatori, ma soltanto attori. Niente più cultura, dunque niente più gente che guarda. Niente più teatro – il teatro comincia quando si separa la scena dalla sala. Tutti saliranno sul palcoscenico, nella mia città. Niente più pubblico. Niente più gente che guarda, quindi niente più azione falsificata sin dall’inizio dall’essere destinata a chi guarda – anche nel caso dell’attore, che diventa, nel momento in cui agisce, spettatore di se stesso.

Terroristi!

Brulotti

Terroristi!

Appena otto giorni dopo gli attentati contro il Pentagono e il World Trade Center, la Commissione europea ha presentato una Proposta di decisione quadro del consiglio sulla lotta contro il terrorismo, abbinata ad un'altra riguardante il mandato di arresto europeo.
Queste disposizioni, che ricordano le leggi scellerate varate nel 1893-1894 per contrastare il dilagare della «propaganda col fatto» anarchica, consentiranno di qualificare come «terrorista» qualsiasi atto di contestazione esercitato da qualsiasi individuo. Esse chiariscono il senso dello stato di guerra decretato da Bush e avallato dalle istanze europee: la pace dei mercati, è la guerra sociale! Lo spauracchio di un terrorismo dai mille volti permette a padroni e governanti di fare a meno del formalismo democratico.

La scelta

Intempestivi

La scelta

Uno scellino. Nell'Inghilterra del passato, culla del capitalismo, era il valore minimo che un bene rubato doveva avere per mandare il ladro sul patibolo. Ed è proprio a causa di questa legge che verso il 600-700 nacque e si diffuse fra la plebe l'espressione «may as well be hanged for a sheep as a lamb», ovvero: si può essere impiccati sia per una pecora che per un agnello. Nel senso che, poiché per i poveri il furto era sovente il solo modo per sopravvivere, tanto valeva rubare una grassa pecora invece di un piccolo agnellino. La condanna sarebbe stata la medesima.
Restando in Inghilterra, ma facendo un salto di qualche secolo, ci viene da pensare a quanto accadde dopo la grande rapina del treno Glasgow-Londra, avvenuta nell'agosto del 1963. Una rapina clamorosa, passata alla storia, compiuta da persone armate solo di un paio di spranghe, senza l'uso di armi da fuoco.