Le rose, dove sono le rose?

Brulotti

Le rose, dove sono le rose?

«Quanto a me, me ne andrò certo contento
da un mondo in cui l’azione non è sorella del sogno»
Charles Baudelaire
 
 
Il mondo delle cose ci tiene sequestrati fin dalla nostra nascita. Dal primo vagito all’ultimo rantolo trascorriamo la nostra esistenza all’ergastolo della riproduzione sociale, quotidianamente convocati ad adempiere a doveri ed obblighi. Dobbiamo obbedire ai genitori e fare i bravi ragazzi; dobbiamo obbedire ai professori e diventare studenti modello; dobbiamo obbedire ai padroni ed essere lavoratori disciplinati; dobbiamo obbedire allo Stato e comportarci da onesti cittadini.
Insomma, dobbiamo obbedire. In cambio avremo un’adeguata paghetta, una buona pagella, un salario decente, un certificato penale immacolato. Se male non faremo, paura non avremo. E potremo arrivare in tutta tranquillità alla pensione e alla morte. È questo il destino garantito a ciascuno di noi all’interno di questo mondo. Molto appassionante.
Ebbene, non tutti sono disponibili a timbrare ogni mattino il cartellino della servitù volontaria, ad adeguarsi alle consuetudini di un mondo miserabile. Allora, come diceva un pensatore irregolare: 
«solo l’azione si propone di trasformare il mondo. Non esiste imperativo che possieda un’efficacia più rude. Ma chi domanda all’azione di realizzare la volontà che lo anima riceve presto strane risposte. Impara in fretta che l’azione efficace è quella che si limita ad obiettivi mediocri. Ed accetta: credeva di trasformare il mondo a misura del suo sogno, non ha fatto che trasformare il suo sogno adeguandolo alla stregua della realtà più misera. La prima rinuncia che l’azione domanda a colui che vuole agire è di ridurre il proprio sogno alle proporzioni indicate dalla realtà». 

Il letto di nozze ribelle

Miraggi

Il letto di nozze ribelle

Mynona

Poiché lo desiderate, vi dirò le ragioni per cui mia moglie ha chiesto di divorziare l'indomani del nostro matrimonio.
Mia moglie è profondamente superstiziosa. Ecco la causa di tutto. È passato molto tempo da quando credevo che le varie vicissitudini che ci colpiscono dipendessero dal caso. Oggi non lo ammetto più. Escludo ogni caso dalla mia vita. Appunto i così detti casi sono ciò che vi è di più significativo: questo almeno per le persone che non hanno bisogno, per lasciarsi convincere, di prove pesantemente tangibili, poiché loro basta l'intuizione.
Provatevi, per esempio, ad osservare il contegno espressivo di tutti quegli oggetti «inanimati» che di solito vi circondano. Esso vi dà sovente degli avvertimenti che solo un pazzo può trovare insulsi. La scatola di fiammiferi vi sguscia ad un tratto di mano, rimanendo stranamente in bilico sul lato più stretto? Le vostre forbici, cadendo, vanno a conficcarsi per l'appunto tra gli interstizi del pavimento e si mettono a tremare di un palpito misterioso? Vi svegliate da un sonno profondo e sentite «l'inanimato» fremere e suggerirvi quale lettera troverete nella cassetta della corrispondenza? Ognuno di questi fenomeni ha un suo significato particolare, che non deve essere trascurato.

I naufraghi della vita

Brulotti

I naufraghi della vita

Giovanni Gavilli

In una notte di tempesta avevano veduto colare a picco nel Pacifico il bastimento che doveva ricondurli in Europa: delle ottanta persone che, fra passeggeri ed equipaggio, vi erano imbarcate, essi soli avevano potuto salvarsi: il nostromo, tre marinai e il figlio del capitano, un giovanetto di quindici anni. Da quattro giorni e quattro notti la barca su cui si erano salvati, forse per non trovarvi che una più lunga terribile agonia, se n'andava alla deriva, furiosamente sbattuta dai marosi e dal vento. Avevano potuto recare seco solo una piccola gerla di poche gallette e una fiasca d'acqua; ma ben presto questa e quelle erano finite per essi; ché, l'ultimo avanzo l'avevano serbato a Giacomo, il quale durante la giornata non si era mosso dal fondo della barca, dov'era sdraiato ed immobile come morto.

Contre toute émeutologie

Ostrogoto [fr]

Contre toute émeutologie

Non seulement il n'y a jamais eu d'émeutologie, mais il semble bien qu'à moins d'une dérive outrancière du concept d'émeute il ne puisse pas y en avoir. Les limites de l'émeute elle-même en sont le garant. Car ce que nie d'abord cet acte offensif collectif, c'est l'organisation. Si la mythique spontanéité de l'émeute est un amalgame assez grossier, il y a toujours, dans ce type de révolte, une immédiateté, un inattendu, une soudaineté qui échappent à la préparation. Comme c'est par la rencontre et le plaisir que l'émeute se fonde, c'est par l'irrationalité et l'imprévu qu'elle se distingue.

Contro la scienza delle sommosse

Contropelo

Contro la scienza delle sommosse

Observatoire de téléologie

Perché, se la sommossa, che è di primo acchito rifiuto di tutto ciò che è, è in un primo tempo un tutto è possibile, tutto non può diventare realmente possibile se non viene concepito e progettato, e concepire e progettare sono precisamente il contrario di ciò che costituisce una sommossa. Se una sommossa venisse organizzata, perderebbe l’irrazionalità e l’imprevedibilità che la contraddistinguono; e lo si può verificare nel momento in cui gli insorti si organizzano. Se la loro organizzazione permette loro di durare, non è più una sommossa, è una insurrezione, e se questa organizzazione viene battuta sul terreno in cui si è costituita, essa servirà essenzialmente a recuperare l’imprevisto insorto che le sfugge ancora e a razionalizzare l’irrazionale. Una organizzazione di insorti è una contraddizione in termini e, del resto, non c'è mai stata una simile pretesa nel mondo.

Pour régler les comptes

Ostrogoto [fr]

Pour régler les comptes

Lope Vargas

Si on pense au fait que, dans la tradition chrétienne, c’est déjà le premier homme apparu sur terre qui a désobéi à la prescription divine et qui a subi une punition pour cela, et que c’est son descendant direct qui a accompli le premier meurtre, il est clair que l’origine de la justice se perd dans la nuit des temps, et qu’elle naît du problème posé par celui qui perturbe l’ordre social et économique.
C’est notamment pour cela que se prononcer contre la justice sonne à l’oreille de beaucoup comme une blague de mauvais goût, comme une provocation ou une folie, particulièrement à l’époque de judiciarisation que nous sommes en train de traverser.

Per regolare i conti

Contropelo

Per regolare i conti

Lope Vargas

Se si pensa che nella tradizione cristiana già il primo uomo apparso sulla terra disobbedisce al precetto divino ed incorre per questo nella punizione, e che a commettere il primo omicidio è un suo diretto discendente, è evidente come l’origine della giustizia si perda nella notte dei tempi, nascendo in risposta al problema posto da chi disturba l’ordinamento sociale ed economico.
Motivo per cui dichiararsi contro la giustizia risuona all’orecchio dei più come uno scherzo di cattivo gusto, una provocazione, una follia, specialmente in un’epoca giustizialista come quella che stiamo attraversando. Un luogo comune di secolare solidità vuole infatti che non si possa avversare la giustizia, perché altrimenti ciò significherebbe essere a favore dell’ingiustizia, del sopruso, della tirannia. E questa convinzione è penetrata talmente a fondo nell’animo umano che tutti coloro che nel corso della storia hanno criticato la giustizia si sono sempre premurati di specificare di essere contrari solo ad un suo particolare operato, a una sua cattiva gestione, a una sua applicazione considerata errata. Ma la giustizia in sé, la giustizia in quanto tale, è sempre stata considerata un concetto inviolabile.

Egitto

Fuoriporta

Egitto: contro i ribelli di Stato

All'inizio del 2011 il sollevamento popolare ha provocato la caduta del regime di Mubarak. In seguito il Consiglio Militare ha preso il potere; dopo le elezioni, i Fratelli Musulmani hanno guidato il governo. Ma molte persone che avevano lottato contro Mubarak hanno continuato a scendere in strada per combattere i nuovi dominanti. Mentre altri cercavano di dirottare questa lotta contro il potere sul terreno politico per realizzare le proprie ambizioni — ovvero, prendere loro stessi il potere. Alcuni anarchici in Egitto hanno diffuso il seguente testo per criticare queste manovre politiche, e più specificatamente la «campagna Tamarrod» (Ribelle) che invitava a firmare una petizione contro il governo di Mohammed Morsi.

Dal simile allo stesso

Brulotti

Dal simile allo stesso

Grandizo Munis

La saggezza popolare contenuta nella beffarda affermazione qui scelta come titolo dovrebbe bastare per definire la sanguinosa contesa israelo-palestinese. Tuttavia, coi tempi che corrono una simile saggezza parrebbe una scienza ermetica, non esattamente per persone di poca cultura, ma per lo spirito di sapienti e persone acculturate, per tutta la genìa di partiti, sindacati e intellettuali di sinistra. Il degrado delle idee politiche e sociali è arrivato al punto che i termini e i concetti significano quasi sempre il contrario del loro contenuto reale. Il caso della “rivoluzione” palestinese è solo il più recente di una lunga lista di esche destinate a reclutare carne da cannone quando si tratta di una lotta armata o piuttosto di una massa pecorile al suo servizio.
Anche in questo caso, la preparazione del grande sterminio umano, preparato senza equivoci possibili dalle grande potenze, è implicito.

stramonio uno

Papiri

stramonio uno

Il cammino del deserto esistenziale avanza inarrestabile, divorando corpi e menti.
Il culto della morte trova il proprio apogeo nelle moderne appendici tecnologiche di cui la società si dota, mentre suicidi e atti di autolesionismo paiono l'unica risposta al vuoto vorticoso che ci pervade.
La miseria quotidiana ci conduce a vivere ossessivamente giornate uguali a sé stesse, rinchiusi nelle nostre case, occupate o meno, apparentemente risolti nell'approvvigionamento quotidiano di cibo e compagnia.
Potremmo rivoltarci drasticamente contro tutto, ma ne abbiamo la volontà e la forza?
Siamo disposti a perdere quel briciolo di comodità e libertà in cambio dell'insicurezza del vivere? Qualcuno anni fa ha detto che rassegnarsi è uguale a morire e che la rivolta è vita. Noi abbiamo già scelto da che parte stare, anche se è faticoso, duro e sconfortante. Sappiamo che vogliamo vivere. Vivere e godere. E incendiare i lacci che ci strangolano.
Forse non a tutti la conquista dei piaceri materiali, pur ottenuti attraverso pratiche a-legali, basta per sentirsi appagati.
Non fintanto che intorno al nostro perimetro liberato continuano a perpetrarsi i medesimi meccanismi soverchianti e opprimenti. Finché il mondo rimane tale, finché ci accontentiamo di abdicare alla vita.
 
[Stramonio, n. 1, giugno 2015]

Le carogne

Brulotti

Le carogne

Euno [Paolo Schicchi]

C'era una volta un branco di pecore che pascolava liberamente. L'erba era tenera ed abbondante ed il prato era fiorito. Vennero i lupi. Le pecorelle tremarono di paura e ricorsero ai pastori per protezione. Ma i cattivi pastori, dopo averle munte e tosate ben bene le consegnarono ai macellai.
Questa è la vecchia favola, tante volte detta e ripetuta, sui cattivi pastori, che oggi calza più che mai a meraviglia addosso ai mestatori del ciuccialismo riformato.
Egli è fuori dubbio che il vecchio millenario sogno di uguaglianza e di libertà aveva preso la sua più completa forma nella nuova dottrina del socialismo. La borghesia tremò e nella paura divenne feroce.
Volle prevenire il pericolo e ricorse alla repressione violenta, al piombo degli scherani, al carcere, all'esilio. Al domicilio coatto.
Ma le idee non muoiono e il malcontento esplode di frequente nelle sommosse, nei moti insurrezionali, che vengono soffocati nel sangue.

L'Annunciatore

Miraggi

L'Annunciatore della Tempesta

Massimo Gorki

Le nubi si addensano sulla grigia distesa dall'acqua. Fra i flutti e le nubi, simile al baleno, aleggia il fiero Annunciatore della Tempesta. Vola e con un'ala sfiora le onde, mentre con l'altra squarcia le nubi. Grida, e le nubi ascoltano giubilanti le grida dell'Annunciatore della Tempesta, perché in quel grido vi è collera e passione, e v'è la fede nella vittoria.
Gemono intanto i gabbiani, si dibattono sul mare e stan pronti a nascondere il loro spavento nella profondità delle onde. Il mergo, che non conosce le aspre gioie della lotta e che il tuono appaura, geme e si lagna esso pure! E gli stupidi germani, vere oche del mare, acquattano dietro le rocce le loro carni adipose.
Solo l'Annunciatore della Tempesta si libra, ora, coraggioso e libero, sul mare in sussulto. Le nubi, sempre più fitte e più nere, covrono addirittura le acque. I flutti cantano e danzano e si elevano verso la folgore, che scoppia, finalmente!