La zampata della vita

Contropelo

La zampata della vita

Sviluppatosi a partire dagli anni 80, il movimento di liberazione animale ha avuto il merito di ampliare e precisare i termini dell’antica “questione sociale”. Una trasformazione radicale che agogna un mondo nuovo, privo di sfruttamento e di dominio, non può limitarsi a mutare i rapporti fra i soli esseri umani. Anche il rapporto con la natura e con il (resto del) mondo animale è destinato a modificarsi, altrettanto radicalmente. Quella che in passato era più che altro un’intuizione di pochi sovversivi, è diventata un’evidenza ormai riconosciuta da (quasi) tutti.
Imporre questa evidenza non è stato facile. Gli animalisti hanno sempre dovuto fare i conti con chi considera le loro preoccupazioni irrilevanti, puerili, sentimentali, interclassiste. Accusati più volte di esprimere rivendicazioni parziali e riformiste, gli animalisti più radicali hanno reagito chiarendo che la liberazione degli animali andava intesa come parte integrante di un più vasto progetto di liberazione sociale.

E se all'improvviso...

Intempestivi

E se all'improvviso...

Dopo la Svezia, la Turchia; dopo la Turchia, il Brasile. D'un tratto, per un motivo qualsiasi, nulla è più come prima. La rabbia prende il posto della passività, il coraggio ha la meglio sulla paura. Centinaia, migliaia, milioni di esseri umani scendono a portare il disordine nelle strade. Così, all'improvviso, in maniera del tutto imprevedibile fino a poche ore prima. Senza il viatico di nessuna organizzazione rivoluzionaria, senza bisogno di militanti che abbiano preventivamente indottrinato e addestrato.
Nella vecchia Europa come nei paesi emergenti, gli esempi si moltiplicano e riscaldano il cuore. La domanda frulla inevitabile in testa. Ma allora, dopo Francia e Inghilterra di qualche anno fa, dopo queste rivolte scoppiate oggi, quando toccherà a noi? Forse domani, motivo per cui sarebbe sensato essere pronti. Forse mai, motivo per cui sarebbe ancora più sensato sapere un minimo cosa fare. Un minimo, nessun programma dettagliato su cui giurare. Ma nemmeno il più totale abbandono al flusso della situazione in atto.

Corrispondenze ribelli

Fuoriporta

Corrispondenze ribelli (Brasile, Turchia)

Una scintilla e la prateria resa brulla dalla miseria economica ed emozionale si infiamma. Improvviso ed imprevisto, l'incendio travolge tutto e mette a dura prova i pompieri. Ma poi deve fare i conti con la mancanza di ossigeno. Pubblichiamo qui un paio di contributi che arrivano direttamente da due paesi, in cui in questo momento sono in corso aspre rivolte, dove sono bastate poche ore per diffondersi nella popolazione. Nonostante la provenienza di queste testimonianze non sia a noi affine, danno comunque idea del clima che si respira oggi in quei paesi — di esaltazione come di depressione. In entrambi i paesi, i governi non hanno esitato a ricorrere alla violenza più brutale: occhi sfondati, manifestanti abbattuti, esercito nelle strade. A fronte di ciò, è tempo di immaginare e cercare un imprevisto anche nella più ammirevole delle resistenze.

Mattone su mattone

Contropelo

Mattone su mattone

La capacità di adattamento dell'essere umano supera ogni immaginazione. Si può porre un uomo in pressoché qualsiasi condizione, anche nelle condizioni in cui ci sia solo la morte come filo rosso della storia, e riuscirà ancora ad adattarsi, ad accordare il suo comportamento al diapason dell'ambiente ostile. Da un lato, questa capacità è straordinaria e costituisce la specificità dell'essere umano in quanto tale. Dall'altro, essa è infinitamente tragica poiché il potere non incontra solo avversari implacabili, ma anche la rassegnazione che, in fin dei conti, rappresenta proprio il respiro vitale, per quanto putrido, del potere stesso.
Alcuni diranno che si tratta dell'istinto di sopravvivenza, altri si rifaranno all'inesauribile creatività di cui l'uomo ha dato prova attraverso la Storia nel far genuflettere e incatenare il suo prossimo. Altri ancora si faranno coraggio per l'elasticità che caratterizza la rivolta umana a fronte di condizioni insopportabili. Ad ogni modo, in prigione ritroviamo tutto questo in maniera concentrata. Ma è possibile criticare il carcere senza parlare immediatamente della sua genitrice, questa società basata sull'autorità e sul potere? Nulla in questo mondo può essere considerato a sé stante.

Il passato non è presente

Brulotti

Il passato non è presente

Per capire il presente bisogna conoscere il passato. La memoria di chi ha vissuto lontane esperienze va tramandata, perché costituisce al tempo stesso un monito ed un insegnamento pratico per le nuove generazioni. Conoscere la storia per trarne lezione, insomma. A questo fine, in ambito istituzionale, non è forse stato indetto il Giorno della Memoria, giorno in cui viene ricordato l'orrore dei campi di concentramento nazisti? Eppure, detto tra noi, non ci sembra che ministri e parlamentari abbiano imparato granché da quei tragici fatti. Altrimenti non avrebbero istituito, e riempito, da sinistra a destra, i campi per immigrati clandestini. Né si può dire abbiano imparato molto in proposito i loro cittadini-sudditi, che spesso e volentieri intonano cori razzisti.

Questa ostentazione dell'utilità pratica della memoria non ci convince molto. Più che una esigenza sincera, ponderata o viscerale che sia, ci sembra abbia tutti i tratti di una pia intenzione condita con tanta retorica.
Anche in ambito sovversivo ci sono i cultori della memoria...

La notte più terribile

Brulotti

La notte più terribile della mia vita

Max Hölz

Per distrarmi dai dolori, ricorsi al mezzo seguente: recitai versi dell'Herwegh, del Freiligraht, di Erich Mühsam e d'altri. Con ciò mi procurai un gran sollievo.
I sorveglianti erano però a questo proposito d'altra opinione. Quattro di essi entrarono nella mia cella e m'invitarono a uscire. Io non presentii niente di buono e mi rifiutai. Essi chiusero la porta e si allontanarono. Dopo un certo tempo, ritornarono e mi trascinarono colla violenza nel corridoio. Io ero vestito soltanto della leggera, corta camicia di lino e scalzo. Due mi torsero le braccia nelle articolazioni. Gli altri mi picchiarono continuamente, l'uno colpendomi alla testa col suo pesante mazzo di chiavi, l'altro battendomi colla daga sulla schiena e sul sedere. Di tanto in tanto mi montavano coi loro pesanti scarponi sui garretti, finché io stramazzai al suolo ed essi mi trascinarono giù nelle cantine.

Le due tattiche dell'anarchismo

Brulotti

Le due tattiche dell'anarchismo: ricostruire o distruggere

Renato Souvarine

Ricostruire e distruggere sono due fasi, o due momenti, o due aspetti d'un medesimo fenomeno di quel vasto, profondo e aspro processo rinnovatore e distruttore, che riempirà di sé tutto un evo storico. La fase demolitrice è sorpassata? Dalla risposta che si darà a questa domanda si sarà determinata la tattica anarchica. Ma gli anarchici paiono colti da impazienza; vogliono precorrere i tempi, saltarli, cancellarli, se è possibile. Mal si adattano al tremendo compito anarchico di demolitori. Abbiamo creato dei partiti anarchici. Abbiamo irreggimentato. Le fila si sono ingrossate; furono gonfiate e stamburate anche ad arte, a puro scopo di concorrenza. Abbiamo fatto delle promesse; parlato di realizzazioni, di costruzioni. C'è pure fra mezzo a noi un volgo anarchico e sindacalista. Esso vuole sentir parlare di realizzazioni immediate.

Ni zaborav ni obred

Ostrogoto [hr]

Ni zaborav ni obred : Protiv kulta strvine

Opasno je objaviti rat državi i ovom svijetu, zato što se mogu napraviti dvije stvari : napredovati i boriti se protiv svega što bi moglo uništiti, oslabiti ili spriječiti napredovanje. Kao anarhisti, pod čime podrazumijevamo i kao revolucionari, svjesni smo naših izbora i odgovornosti koje iz njih proizlaze. Kad kažemo da smo revolucionari ne govorimo o nekoj vjeri u savršen i bezbrižan svijet, niti se zanosimo idealima o nekoj mogućoj sveopćoj antiautoritarnoj revoluciji, koju možemo samo sanjati u našim masturbantskim snovima, u našim ili u nekim drugim životima. Govorimo o trajnoj tenziji ka produbljenju procesa raskida s moći i njenim institucijama, prijekim putem radikalne kritike i destrukcije.

Ni oubli ni cérémonie

Ostrogoto [fr]

Ni oubli ni cérémonie : Contre le culte de la charogne

Il est dangereux de déclarer la guerre à l’Etat et à ce monde, car il ne sait faire que deux choses : progresser, et combattre tout ce qui pourrait détruire, affaiblir ou empêcher sa progression. En tant qu’anarchistes, et nous entendons par là révolutionnaires, nous sommes conscients de nos choix et des responsabilités qui en découlent. Lorsque nous disons révolutionnaires, nous ne parlons pas d’une quelconque croyance en un monde parfait et serein, ni à la chimérique croyance en la possibilité de voir advenir une quelconque révolution anti-autoritaire totale telle que nous pouvons la rêver dans nos envolées masturbatoires, de notre vivant ou non. Nous parlons d’une tension permanente vers l’approfondissent d’un processus de rupture avec le pouvoir et ses institutions, par le biais de la critique radicale et de la destruction.

Ni olvido ni ceremonia

Ostrogoto [es]

Ni olvido ni ceremonia: contra el culto a la carroña

Es peligroso declararle la guerra al Estado y a este mundo, porque el Estado solo sabe hacer dos cosas: progresar, y combatir todo aquello que lo pudiera destruir, debilitar o impedir su progreso. En cuanto anarquistas, y por ello entendemos revolucionarixs, somos conscientes de nuestras decisiones y de las responsabilidades que derivan de ellas. Cuando decimos revolucionarixs, no hablamos de cualquier creencia en un mundo perfecto y sereno, ni en la quimérica creencia de la posibilidad de ver la llegada de alguna revolución anti-autoritaria total tal, que solo la podamos soñar en nuestras pajas mentales, en nuestra vida o no. Nosotrxs hablamos de una tensión permanente hacia la profundización de un proceso de ruptura con el poder y sus instituciones, a través de la crítica radical y de la destrucción.

Neither Oblivion Nor Ceremony

Ostrogoto [en]

Neither Oblivion Nor Ceremony: Against the Cult of the Carrion

It is dangerous to declare war against the State and this world, because the State only knows how to do two things : progress, and combat everyone who would destroy it, weaken it, or impede its progress. As such, anarchists, by which we mean revolutionaries, are conscious of our decisions and of the responsibilities that derive from them. When we say revolutionaries, we are not speaking of any belief in a perfect and peaceful world, nor in the chimeric belief in the possibility of seeing the arrival of some total anti-authoritarian revolution which we can only dream of in our mental masturbation, in our lifetime or not. We are speaking of a permanent tension toward the deepening of a process of rupture with power and its institutions, through radical critique and destruction.

Né oblio né cerimonia

Brulotti

Né oblio né cerimonia

I nostri attacchi contro l’esistente, infatti, non hanno come scopo principale quello di onorare la memoria dei compagni caduti, di mandare una dedica a quello o quell’altro compagno incarcerato, né di dialogare con il potere in un corpo a corpo frontale. L’attacco è per noi una necessità perché le parole hanno un senso e perché le nostre idee non sono solo concetti astratti. E riteniamo del tutto secondario, se non completamente inutile, questo bisogno di fare delle strizzatine d’occhio o di continue auto-referenzialità. I destinatari delle strizzatine d’occhio non hanno bisogno di essere nominati se essi si riconoscono nell’atto. E offrire un attacco ad un compagno è allontanare per altri la possibilità di riappropriarsene ed allontanarci noi stessi dalle possibilità infinite della riappropriazione e della riproducibilità, oltre che dall’anonimato che caratterizza a nostro avviso l’intervento anarchico...

Al mercato elettorale

Brulotti

Al mercato elettorale

Sono giorni di mercato elettorale.
Davanti ai neon delle due aziende più grosse, si accalca una folla di clienti.
Sono i rivenditori al dettaglio, in cerca della merce ritenuta più redditizia.
La confusione è totale. I recenti scandali che hanno portato alla luce imbarazzanti sofistificazioni sui prodotti smerciati al minuto hanno costretto molte botteghe a mutare ragione sociale.
Ma i ceffi dietro ai banchi, quelli sono rimasti gli stessi. Fra spinte e riverenze, insulti e sorrisi, non sempre le trattative vanno in porto.
Talvolta fra la domanda e l’offerta esiste un divario insuperabile. Si consumano allora divorzi improvvisi, come fra adoratori delle quotazioni in Borsa e adoratori delle Sacre Scritture, la cui comunanza di interessi li aveva tenuti insieme per oltre un decennio.

En lutte avec le temps

Ostrogoto [fr]

En lutte avec le temps

Le temps c’est de l’argent. Si nous livrions tout l’argent du monde à une mer de feu implacable, est-ce que le temps s’arrêterait ? Est-ce que tout se pétrifierait, est-ce qu’une éternité braverait immuablement les vents ? Ou tout serait-il réduit en cendres et ce serait une question de secondes avant que ces cendres ne soient jetées dans toutes les directions et ne deviennent invisibles ?
Le mouvement provoqué serait-il tel que le temps n’aurait plus aucune emprise, et ne pourrait qu’assister impuissant au déroulement des évènements…

Vivre, c’est se battre. Bizarre le nombre de personnes qui seraient d’accord avec cela, tout en y donnant chacun, sans doute, une autre signification.

In lotta col tempo

Brulotti

In lotta col tempo

Il tempo è denaro. Se lanciassimo tutto il denaro del mondo in un implacabile mare di fuoco, il tempo si fermerebbe? Si pietrificherebbe ogni cosa, e l'eternità sfiderebbe immutabilmente i venti? O verrebbe tutto ridotto in cenere e in una manciata di secondi quelle ceneri sarebbero gettate in tutte le direzioni diventando invisibili?
Il movimento generato sarebbe tale che il tempo non avrebbe più alcuna influenza, e non potrebbe che assistere impotente allo scorrere degli avvenimenti...

Vivere significa lottare. Singolare il numero di persone che sarebbero d'accordo con questo, ciascuno, forse, attribuendovi un altro significato. E tuttavia. La sveglia suona e ci catapulta sul ring, tentiamo di ricordare ma, di fatto, non sappiamo più se nel frattempo abbiamo mai lasciato quel ring.

Tutti i giorni

Miraggi

Tutti i giorni

I. B.

La guerra non viene più dichiarata,
ma proseguita. L’inaudito
è divenuto quotidiano. L’eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
è trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi è la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.

Prisoners of a Single World

Ostrogoto [en]

Prisoners of a Single World

Gruppo Anarchico Insurrezionalista “E. Malatesta”
 
“The fact is that the state would not be so pernicious if those who wanted to were able to ignore it and live their lives in their own way together with those with whom they get along. But it has invaded every function of social life, standing over all the activities of our lives and we are even prevented from defending ourselves when we are attacked.
“It is necessary to submit to it or bring it down.”
— Errico Malatesta
 

If we were not deeply dissatisfied with this world, we would not write on this paper and you would not read this article. It is therefore useless to waste further words to confirm our aversion to Power and its manifestations. Rather, what seems useful to us is the attempt to determine whether a revolt that is not openly and resolutely against the state and power is possible.

Prigionieri di un unico mondo

Brulotti

Prigionieri di un unico mondo

Gruppo anarchico Insurrezionalista "E. Malatesta"

Se ci opponiamo allo Stato, se siamo sempre pronti a cogliere l'occasione per attaccarlo, non è perché ne siamo indirettamente plasmati, non è perché abbiamo sacrificato i nostri desideri sull'altare della rivoluzione, ma perché i nostri desideri sono irrealizzabili finché esiste lo Stato, finché esisterà un potere. La rivoluzione non ci distoglie dai nostri sogni, ma al contrario è la sola possibilità che consenta le condizioni della loro realizzazione. Noi vogliamo sovvertire questo mondo, al più presto, qui ed ora, perché qui ed ora ci sono solo caserme, tribunali, banche, cemento, supermercati, galere. Qui ed ora, c'è solo lo sfruttamento. Mentre la libertà, ciò che noi intendiamo per libertà, quella non esiste proprio.
Questo non vuol dire che dobbiamo tralasciare di crearci spazi che siano nostri in cui sperimentare i rapporti che preferiamo. Significa solo che questi spazi, questi rapporti, non rappresentano la libertà assoluta che vogliamo, per noi come per tutti. Sono un passo, un primo passo, ma non l'ultimo, tanto meno il definitivo.

Simón Radowitzky

Brulotti

Simón Radowitzky vita di un anarchico

Quel 14 Febbraio 1909 Simón Radowitzky, operaio ucraino ventenne, decise di armare la propria rabbia e colpire un uomo simbolo dell’oppressione, dello Stato, dell’autorità: il Colonnello della polizia, nonché deputato nazionale, Ramón Falcón.
El Coronel Falcón, feroce repressore e fedele suddito del Presidente Figueroa Alcorta, era un volto noto all’interno del movimento operaio, conosciuto per i suoi metodi repressivi e brutali, pienamente condivisi dall’intera borghesia espropriatrice argentina del tempo.
Uno sbirro come si deve insomma, obbediente e spietato.
Fu durante la Semana Roja — una settimana di scioperi e mobilitazioni indetta dalla F.O.R.A., il sindacato anarchico argentino, e dal Partito Socialista, che Falcón rafforzò la sua reputazione di ottimo servitore dello Stato.
Ordinando cariche e pestaggi durante tutta la settimana di mobilitazione operaia fece arrestare centinaia di persone e chiudere moltissimi locali, mettendo al bando anche una serie di periodici considerati sovversivi.

Stokholmski sindrom

Ostrogoto [hr]

Stokholmski sindrom

13. maja negdje u Europi policija je ubila jednog čovjeka, u jednoj siromašnoj četvrti. Ne radi se o mladiću, a događaj se nije odvio na području poznatom po sukobima. Još jedan čovjek pokošen državnim mecima. Ovaj put se to desilo u Husbyu, na sjevernoj periferiji Stockholma, u raju socijaldemokratskog upravljanja vlašću. Nismo ni u Parizu ni u Londonu, ni u Bruxellesu ni u Berlinu. No, ima li razlike? Bogataši i njihovi psi čuvari su posvuda, a posvuda postoje i pojedinci spremni da se naoružaju hrabrošću kako bi odlučno izrazili svoju pobunu. I u Švedskoj.

Syndroom van Stockholm

Ostrogoto [nl]

Syndroom van Stockholm

Op 13 mei werd ergens in Europa een man vermoord door de politie in een arme wijk. Het was geen jongere, en het gebeurde niet in een streek die bekend staat om haar conflictualiteit. Nog iemand die sterft onder de kogels van de staat. Ditmaal gebeurde het in Husby, in de noordelijke buitenwijk van Stockholm, dat paradijs van sociaaldemocratisch beheer van de overheersing. Niet in Parijs of in Londen, niet in Brussel of in Berlijn. Maar wat maakt het uit? De rijken en hun waakhonden zijn overal, en overal zijn er individuen bereid om zich te wapenen met moed en hun revolte vastberaden tot uitdrukking te brengen. Zelfs in Zweden.

Gli avventurischi

Brulotti

Gli avventurischi

Il 30 maggio 1968 tutti i vecchi dai 70 ai 18 anni si sono dati la mano, e ciò non è stato soltanto ridicolo, come era prevedibile, ma anche terrificante come migliaia di conventi, di caserme, di prigioni in marcia, sfoggiando nella rispettabilità dei loro limiti la scandalosa violenza di un mondo della segregazione, del fuggi-fuggi dell'inganno e della viltà. Si è assistito alla risposta imbecille, paurosa e sedicente pacifica di una società che aveva appena ricevuto in piena faccia il più bel ceffone che si sia visto negli ultimi tempi: quello di un bambino al padre addormentato dopo un lauto pasto. Prima che sia troppo tardi, migliaia di giovani hanno lasciato un mondo sbattendo la porta alle loro spalle, accendendo innumerevoli focolai per rispondere infine alle ingiurie senza pietà fatte alla spontaneità, all'unicità di ogni individuo, seguendo la ben nota formula: «Bisogna battere il ferro quando è caldo»