Terra bruciata

Brulotti

Terra bruciata

L'aria che respiriamo diventa ogni giorno più polverosa. L'intera città sembra essere in corso di ristrutturazione. Le gru si drizzano sopra le nostre teste, grandi opere vengono avviate, vecchi edifici sono trasformati in loft. Il volto di Bruxelles sta per cambiare, il potere ha deciso così. Parlano di progresso, di maggiore durata, di miglioramenti, di sicurezza. Tutte parole che vogliono dire la stessa cosa: ordine, ordine e ancora ordine.

Ogni progetto di rinnovamento, ogni nuova costruzione, ogni cantiere rivela l'antico sogno dei potenti: trasformare l'ambiente per trasformare gli individui. Per loro, un prigioniero messo in una gabbia dorata non si ribellerà così in fretta di quando si trova rinchiuso in una lurida cella. Per noi anarchici, la questione non è mai stata il colore e la dimensione delle gabbie, ma la loro stessa esistenza.
Le avete già viste — tutte quelle brave persone, quei gentili artisti-architetti coi loro computer portatili, quegli accademici creativi che pretendono di rendere il quartiere "più accogliente"!

Egypt. Like the sea

Ostrogoto [en]

Egypt. Like the sea

Social revolution is like the sea. Its waves chase one another, crash against the obstacles they encounter, crushing them or backing down. With all the violence of an indomitable rush, they destroy, blow after blow any trace of power, of exploitation and oppression. A first wave, immense and unexpected, swept away the dictatorship of Murabak. A second one put the army that was about to take over power on its knees. A third one is rising today against the new order that the islamists are trying to impose.

Verbrande aarde

Ostrogoto [nl]

Verbrande aarde

De lucht die we inademen wordt met de dag stoffiger. De hele stad lijkt wel een werf. Kranen tronen hoog boven onze hoofden uit, de betonnen skeletten rijzen op, oude bouwels wordt omgevormd tot lofts. Het gelaat van Brussel gaat veranderen, de macht heeft daartoe beslist. Ze spreken over vooruitgang, duurzaamheid, verbetering, veiligheid. Allemaal woorden die neerkomen op één en hetzelfde: orde, orde en nog eens orde.

Terre brulée

Ostrogoto [fr]

Terre brulée

L’air que l’on respire devient chaque jour plus poussiéreux. La ville entière semble être en chantier. Des grues s’élèvent au-dessus de nos têtes, de grandes constructions sont entamées, de vieilles bâtisses sont transformées en lofts. Le visage de Bruxelles va changer, le pouvoir en a décidé ainsi. Ils parlent de progrès, de durabilité, d’améliorations, de sécurité. Des mots qui, tous, veulent dire la même chose : de l’ordre, de l’ordre et encore de l’ordre.

Le miroir des illusions

Ostrogoto [fr]

Médias : le miroir des illusions

n Europe, l’État moderne a hérité, en le sécularisant et en l’adaptant aux besoins du capitalisme, du mode de représentation spécifique au christianisme. La démocratie, l’autre nom de l’État républicain, avec les institutions et les formes de représentation qui l’accompagnent et qui la sanctifient – dont les médias sont l’une des pièces maîtresses –, est véritablement le ciel idéalisé du monde terrestre du capital. Elle rappelle, par bien des côtés, l’univers chrétien avec ses fidèles, ses rites, sa hiérarchie ecclésiastique et même ses hérétiques. Les citoyens continuent, sous des costumes profanes, à se comporter en partie comme des chrétiens. Ils protestent parfois contre les abus des ministres terrestres du dieu républicain et contre la fourberie des interprètes de sa parole, à l’occasion de façon impertinente, en les insultant, en les chassant et parfois en les rossant. Il leur arrive même de refuser de participer aux cérémonies présidant au choix et à l’intronisation de leurs élus par l’intermédiaire des élections – encore le jargon religieux !

Lo specchio delle illusioni

Contropelo

Lo specchio delle illusioni

Ormai il fossato è stato quasi del tutto riempito. Quando forme espressive ostili alla società sembrano prendere vigore e acquisire una qualche influenza fuori dai sentieri battuti, i peggiori nemici non sono più i censori, bensì i recuperatori e gli esperti in riconoscimento sociale e statale, dai giornalisti ai sociologi. La democrazia funziona così: le cose che non può ignorare, le riconosce per meglio annichilirle svuotandole di significato. Per gli irriducibili che rifiutano di stare al gioco, resta ovviamente la coercizione. Ma più le opposizioni che lo Stato riesce a sedurre appaiono sovversive, più il sistema di rappresentazione ci guadagna. L'essenziale è che esse non sfocino in qualche tentativo di trasformare il mondo. In materia, il ruolo dei media è determinante. È da parecchio tempo che essi non si accontentano più di ridipingere con colori cangianti il mondo capitalista e di stigmatizzare in blocco qualsiasi tentativo di metterlo in discussione. Sebbene la menzogna resti necessaria, soprattutto la menzogna per omissione, il dominio attuale è capace di assorbire senza grosse crisi la sequela di orrori che accompagnano il suo corso. Anche la contestazione può talvolta diventare merce, in particolare quando evolve sul terreno politico e culturale.

Ricordare, demolendo...

Intempestivi

Ricordare, demolendo...

Anche quest’anno, come ogni anno ormai da quando è stata istituita nel 2000, la “Giornata della memoria” ha mobilitato milioni di coscienze, disposte a commuoversi per legge in un giorno ben preciso dell’anno. Ma oltre alle coscienze, questa giornata mobilita anche fisicamente alcune migliaia di persone, soprattutto giovani, che in treno ripercorrono il lungo e doloroso viaggio affrontato dai deportati fino alla loro destinazione ultima: i campi di sterminio.
Non c’è dubbio che compiere un viaggio del genere, immaginando i giorni impiegati dai treni dei deportati per percorrere quel tragitto, e poi visitare Auschwitz, possa essere una esperienza incredibilmente intensa. Calcare il terreno innevato in cui morivano in milioni e vedersi circondati dal filo spinato; osservare i forni in cui migliaia di esseri umani erano cremati ogni giorno, dopo essere stati denudati e gasati, procura senza dubbio un brivido, capace di toccare nel profondo il sentimento di compassione e alimentare la rabbia nei confronti di quella che, ormai, comunemente è sentita come una “ingiustizia”, sebbene all’epoca dei fatti era assolutamente “giusta”, se per ciò intendiamo quanto è compiuto in termini di legge. Ma la domanda che mi pongo da qualche anno ormai è un’altra: ha un senso tutto ciò?

Mandateli lassù!

Brulotti

Mandateli lassù!

Luigi Galleani

I politicanti di talento, di reputazione incontestabile, idolo e segnacolo del partito socialista, li abbiam visti umiliarsi e mentire intorno al suffragio universale per acquistare il diritto a mendicarlo; li vedremo ora abiurare, rinnegare, umiliarsi, transigere e mentire intorno alla funzione ed al valore dello Stato per proclamare il loro diritto alla prebenda, alla pagnotta, alla cuccagna.

 

Che cos'è lo Stato?
Non domandiamolo a Bakunin ed a Kropotkin: scienziati, filosofi, uomini di pensiero e d'azione eroicamente sinceri, non rinnegarono mai né per paura, né per lusinghe, né per calcolo la fede dei primi giorni, rimasero anarchici e sarebbero come tali cattive pietre di paragone alle ciniche e studiate apostasie dei socialisti girella a cui la fede è mercenaria ruffiana della fortuna, non viatico dell'abnegazione, stimolo alla sincerità ed al sacrifizio.

Tu ti lamenti...

Brulotti

Tu ti lamenti, ma che ti lamenti...

Lo zoo politico italiano – già infestato da squali, coccodrilli, serpenti e struzzi – si è arricchito di un nuovo esemplare: il Grillo. Il Grillo è quel bizzarro animale che, dopo aver urlato e strepitato per anni contro il Palazzo del potere ed i suoi ignobili abitanti, ora sta cercando di conquistarlo. In effetti, è proprio «una cosa pazzesca». Ma a noi non fa ridere affatto. La politica ha raggiunto un tale livello di putrefazione e di meschinità da aver generato attorno a sé solo disprezzo, diffidenza ed ostilità. A parte la clientela abituale dei partiti, chi volete che creda ancora nella parola dei politici? Se c’è un insegnamento che si può trarre dal continuo alternarsi della destra e della sinistra alla guida del governo, in Italia come all’estero, è che chiunque metta le mani sul potere finisce poi immancabilmente per abusarne.
Che se ne vadano tutti, il grido di battaglia lanciato qualche anno fa dai manifestanti argentini esasperati da secoli di oppressione, non conosce angolo del pianeta in cui possa risultare incomprensibile.

Volare terra terra?

Intempestivi

Volare terra terra?

A fronte della crisi dell’economia e della rappresentanza, nuove forme di azione si delineano nelle imprese pubbliche e private. Non potendo continuare ad affidarsi ai vecchi delegati sindacali sempre più screditati per risolvere pacificamente le vertenze al tavolo delle trattative, molti lavoratori stanno passando a metodi meno ortodossi per far valere le loro rivendicazioni. In Francia, per impedire i licenziamenti, si arriva a sequestrare manager o a minacciare di scatenare incidenti dalle catastrofiche conseguenze. In Italia si è preferito iniziare col sequestrare se stessi, mettendo a repentaglio la propria vita sospesa a decine di metri d’altezza.
Un esempio, quello ormai noto della Innse di Milano, subito imitato in altri settori. Dopo gli operai che vogliono continuare a produrre merci, è stata la volta dei vigilantes che vogliono continuare a proteggere proprietà, poi dei precari della scuola che vogliono continuare a trasmettere briciole di sapere... e via così. Tutti pronti a salire sui tetti per gridare forte la loro voglia, il loro desiderio, la loro aspirazione: che tutto continui come prima.

Egitto. Come il mare

Fuoriporta

Egitto. Come il mare

La rivoluzione sociale è come il mare. Le sue onde incalzano, urtano contro gli ostacoli che affiorano, schiacciandoli o indietreggiando. Con tutta la violenza di uno slancio indomabile, distruggono colpo dopo colpo le vestigia del potere, dello sfruttamento e dell'oppressione. Una prima ondata, immensa e inaspettata, ha travolto la dittatura di Mubarak. Una seconda ha fatto ripiegare l'esercito che si apprestava a prendere il potere. Una terza si sta sollevando oggi contro il nuovo ordine che gli islamisti cercano di imporre.
La vera bufera rivoluzionaria non obbedisce a nessun partito, a nessun capo, a nessun potere. Al contrario, essi sono i suoi nemici irreconciliabili. Verranno spazzati via man mano che questa si approfondisce.

Egypte. Comme la mer

Ostrogoto [fr]

Egypte. Comme la mer

La révolution sociale est comme la mer. Ses vagues se succèdent, se heurtant aux obstacles qui se présentent, les écrasant ou reculant devant eux. Avec toute la violence d’un élan indomptable, elles détruisent coup après coup les vestiges du pouvoir, de l’exploitation et de l’oppression. Une première vague, immense et inattendue, a emporté avec elle la dictature de Moubarak. Une seconde a fait reculer l’armée qui s’apprêtait à prendre le pouvoir. Une troisième est en train de s’élever aujourd’hui contre le nouvel ordre que cherchent à imposer les islamistes.

La fin du transport en commun

Ostrogoto [fr]

La fin du transport en commun

Nous voulons tous aller quelque part. Ce ne serait pas une exagération de prétendre que c’est dans la nature humaine même d’aller, de ne pas rester sur place, de partir à la découverte. Relativement incapable à complètement éradiquer cette pulsion, le pouvoir s’emploie plutôt à déterminer à l’avance la destination de nos routes, en délimitant bien les champs accueillants à la découverte des terrains prohibés. Aller découvrir le nouveau centre commercial, goûter un succédané de la nature dans un parc naturel, se jeter dans l’inconnu d’un nouveau emploi, faire la fête sur les endroits prédestinés à éviter tout joyeux et donc incontrôlable débordement… voilà les destinations offertes.

La fine del trasporto pubblico

Brulotti

La fine del trasporto pubblico

Tutti vogliamo andare da qualche parte. Non sarebbe esagerato affermare che è nella stessa natura umana andare, non restare fermi, partire alla scoperta. Relativamente incapace di sradicare del tutto questa pulsione, il potere si dedica piuttosto a determinare in anticipo la destinazione delle nostre strade, delimitandone bene i campi che accolgono la scoperta dei territori proibiti. Andare a scoprire il nuovo centro commerciale, gustare un surrogato della natura in un parco pubblico, gettarsi nell'ignoto di un nuovo impiego, fare festa in luoghi predestinati ad evitare ogni gioioso e quindi incontrollabile eccesso... ecco alcune delle destinazioni che ci vengono offerte. Ma la questione non riguarda solo la destinazione. La critica di questo fantomatico mondo messo in scena dal potere e dalla merce s'incaglierebbe se non comprendesse che è il percorso stesso a condizionare la destinazione.

Piuttosto la vita

Miraggi

Piuttosto la vita

André Breton

Piuttosto la vita che quei prismi senza spessore

anche se i colori sono più puri

Piuttosto che quell’ora sempre coperta

che quelle orribili vetture di fiamme fredde

Che quelle pietre fradice

Piuttosto il cuore a serramanico

Che questo stagno mormorante

Che questa stoffa bianca che canta e nell’aria e nella terra

Che questa benedizione nuziale

che unisce la mia fronte a quella della vanità totale

Piuttosto la vita



L'espropriazione

Brulotti

L'espropriazione

Erinne Vivani

Fin dalle epoche più remote esistevano uomini — paragonabili agli odierni pescecani — che, servendosi della forza brutale e dell'astuzia, si appropriavano del patrimonio comune.
Se si fossero limitati a ciò, sarebbe stato poco male, in quanto che i danneggiati, adottando i sistemi dei loro predoni, avrebbero potuto, forse, riconquistare i beni perduti, rivalendosi magari sugli altri.
Il vero male sorse invece allorquando detti predoni, per consolidare e aumentare i prodotti del furto, costituirono l'autorità e pretesero di dettar leggi al mondo e precisamente a coloro che erano stati da essi usurpati.
Si ebbero, in tal modo, da una parte i tiranni e dall'altra gli schiavi.

Essere o parere anarchici

Brulotti

Essere o parere anarchici

Giuseppe Ciancabilla

Accade il contrario di quello che dovrebbe succedere. Per i più l’essere anarchici è una questione di forma; per i meno, per i pochi soltanto, è una questione di sostanza.
La forma, l’apparenza: ecco l’eterna ingannatrice che ci fa deviare dal giusto cammino della verità e ci trascina, in una dilettevole illusione, per i facili sentieri delle soddisfazioni momentanee.
La preoccupazione della forma è quella che ritarda i giorni dell’avvento dell’Idea; la tendenza a presentare questa povera Idea sotto l’aspetto lusinghiero e allettatore di una bella personcina agghindata e ben messa, che sa fare complimenti a tutti, che non sa disgustarsi alcuno, che vuol conciliare gli spiriti più discordi, è una tendenza che io chiamerei di buone intenzioni, ma che in pratica riesce dannosa e negativa.