Le feste di beneficenza

Brulotti

Le feste di beneficenza

Gennaro Filamondi

Spesso e dappertutto si fanno feste cosiddette di beneficenza, a favore di danneggiati, di sofferenti, di vittime. Feste di origine e natura prettamente aristocratiche e borghesi, le quali hanno trovato imitatori anche nei partiti popolari. Già, l’uomo ha sempre avuto la mania di scimmiottare, anche quando strombazza ai quattro venti ch’egli agisce liberamente per propria iniziativa, mentre agisce differentemente da quanto predica ed è incoerente.
Così, in una miniera, per causa dell’avidità dei padroni, vengono seppelliti centinaia di operai? Su, un ballo di beneficenza! In uno sciopero migliaia di famiglie patiscono la fame, e il piombo governativo per ristabilire l’ordine infrange centinaia di petti, storpiando altre centinaia di operai, molti lavoratori sono mandati in galera o al patibolo? Su, compagni, aiutiamoli! Facciamo una festaccia allegramente, libiam ne’ lieti calici!... Dopo, se per caso resta qualche quattrino, si manda (o si fan le viste di mandarlo), poco importandoci se arrivi o no a destinazione con qualche mese di ritardo!...

Proudhon

Autopsia

Proudhon

Rudolf Rocker

Ben pochi pensatori socialisti sono stati come Proudhon tanto odiati dai loro avversari, i difensori del mondo capitalista e autoritario, e ancor minore è il numero dei pensatori che sono stati altrettanto calunniati, combattuti e incompresi nel movimento socialista in generale. I rappresentanti intellettuali del cosiddetto “socialismo scientifico” non gli hanno lasciato intatto un sol capello della testa; lo hanno presentato come l’incarnazione dell’incapacità e dell’ignoranza, come un uomo di tendenze reazionarie e borghesi che non aveva idee chiare su nessun argomento.
Oggi sappiamo che senza Proudhon probabilmente il mondo non avrebbe mai avuto il “socialismo scientifico” della scuola marxista.
Proudhon e Considérant sono stati i veri maestri del democratico imborghesito Karl Marx; essi gli fecero conoscere per la prima volta le idee e i concetti socialisti e nei loro lavori troviamo i principali elementi delle teorie che più tardi i marxisti proclamarono loro esclusiva proprietà spirituale.

"Crisi"

Papiri

Un'idea contro la "crisi"

Altra "crisi"

Papiri

Un'altra idea contro la "crisi"

Non si può volare assieme

Miraggi

Non si può volare assieme

Rabindranath Tagore

L'uccello prigioniero nella gabbia,
l'uccello libero nella foresta:
quando venne il tempo s'incontrarono,
questo era il decreto del destino.
«Amore mio, voliamo nel bosco!».
L'uccello prigioniero gli sussurra:
«Vieni, viviamo entrambi nella gabbia».
Dice l'uccello libero: «Tra sbarre,
dove c'è spazio per stendere le ali?».
«Ahimé», grida l'uccello nella gabbia,
«Non so dove appollaiarmi nel cielo».

Attacco

Brulotti

Attacco

L’azione non è una pensione di anzianità, i vecchi parlano al vento di ricordi e di delusioni che la memoria traveste con le vesti colorate delle conquiste. Lontano da tutto ciò, lontano da cadaveri che sono rimasti dissepolti. Il mondo è desolato, un terreno brullo dove fattucchiere bizzarre fanno muovere apparizioni sul fondo della caverna, al cui cospetto tutti si inchinano e mimano dialoghi rispettosi.
Attaccare significa gettare sulla bilancia il proprio ferro, sia pure modesto, ma consistente, carico del significato che il gesto comprende in se stesso, senza magniloquenti “comunicati” che fanno diventare una lucciola il faro di Rodi.
Attaccare riesce sempre a mettere in moto forze che prima giacevano assopite, riesce a lanciare una sfida contro ombre e semioscurità, figure confuse e sgraziate, prive del contenuto carico di indecifrabile senso che le accompagna nella volontà di dominio.

Lettre à la galaxie anarchiste

Ostrogoto [fr]

Lettre à la galaxie anarchiste

Sans y être invité, nous pénétrons par cette lettre dans un débat qui n’est pas le nôtre. Et qui ne sera jamais le nôtre, parce qu’il est posé sur un terrain qui nous semble rester stérile pour la quête des perspectives insurrectionnelles et les idées et activités anarchistes qui mettent leur attention là-dessus. Pourquoi alors écrire une telle lettre, pourrait-on se demander ?

Letter to the anarchist galaxy

Ostrogoto [en]

Letter to the anarchist galaxy

Uninvited, we are forcing ourselves into a debate which is not ours. And which will never be so, because it is put on a terrain remaining sterile for the development of insurrectional perspectives and the anarchist ideas and activities focussing on this development. You could wonder, so why writing a letter?

Alla galassia anarchica

Brulotti

Lettera alla galassia anarchica

Senza essere stati invitati, irrompiamo con questa lettera in un dibattito che non è il nostro. E che non sarà mai il nostro, perché si svolge su un terreno che ci appare sterile per la ricerca di prospettive insurrezionali e per le idee e le attività anarchiche conseguenti.
Ma allora, ci si potrebbe chiedere, perché scrivere una simile lettera?
Perché non c'è nulla che ci scaldi il cuore quanto la rivolta liberatrice e distruttrice, quanto la lotta per la sovversione dell'esistente; perché continueremo sempre a riconoscerci in tutti quei compagni che, spinti da un desiderio di libertà, vanno all'assalto delle strutture e degli uomini del dominio; perché diamo un valore infinito alla forza di volontà individuale, alla ricerca di coerenza e al coraggio che malgrado tutto cerca di dare fuoco alla polveriera. Non considerate queste premesse come un vano tentativo di compiacere; sono sincere, come lo è la nostra preoccupazione davanti all'intenzionale mutilazione del campo di battaglia anarchico.

Lucidità

Brulotti

Lucidità

J. S.

Quello che il presidente della repubblica stava per comunicare, addio, addio, ci vediamo, era già noto a tutti, ma è comprensibile che le persone fossero curiose di vedere come se la sarebbe cavata. Ecco dunque il discorso completo, cui mancano solo, per insormontabile impossibilità di trascrizione, il tremore della voce, la compunzione del gesto, l’acquetta occasionale di una lacrima a stento trattenuta.
Vi parlo con il cuore in mano, vi parlo squassato dal dolore di un allontanamento incomprensibile, come un padre abbandonato dai figli che ha tanto amato, smarriti, perplessi, loro ed io, di fronte a un susseguirsi di alcuni avvenimenti insoliti che sono venuti a spezzare la sublime armonia familiare. E non dite che siamo stati noi, che sono stato io, che è stato il governo della nazione, nonché i deputati eletti, che ci siamo separati dal popolo.
Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì che ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e diabolica sfida al potere legittimo dello stato di cui si abbia memoria in tutta la storia delle nazioni.

Abbasso il proletariato

Contropelo

Abbasso il proletariato

La servitù accettata

Il più grande ostacolo all'emancipazione del proletario risiede in se stesso. Il vero disastro per l'operaio è la sua arrendevolezza nei confronti della propria miseria, il suo modo di adattarsi e consolarsi della propria impotenza. Eppure l'esperienza gli ha ben insegnato che non può attendersi nulla dal sistema che l'opprime e che non potrà uscirne senza lottare. Ma preferisce continuare a sfogarsi a vuoto e a rivestire la propria passività di apparente collera.
Il fatalismo e la rassegnazione dominano nei ranghi operai. È chiaro, ci saranno sempre i padroni, che del resto ci sono sempre stati; non c'è granché da sperare quando si è nati dalla parte sbagliata della barricata. Certo, capita che il proletario si irriti e non accetti più una situazione che giudica insopportabile. Ma lo fa per mettere a punto un piano d'azione? No! Non potendo raggiungere quelli che prosperano alle sue spalle, scarica il proprio risentimento su quelli che incontra all'angolo della strada; sui piccoli malavitosi, sugli arabi e gli altri stranieri. Gli sembra quasi di mantenerli. Per le stesse ragioni ce l'ha con la sua donna e i suoi figli, se non gli danno le soddisfazioni che si aspetta e non compensano il suo sentimento di inferiorità sociale con un matrimonio impeccabile e buoni risultati scolastici. L'impiegato si smarcherà con orgoglio dall'operaio che s'insudicia le mani e in cambio sarà disprezzato come un parassita imbrattacarte. Il sindacalizzato si sentirà superiore a chi non lo è ancora ma a cui deve provvedere a far acquisire una coscienza. In cambio gli offrirà un facile argomento di battute.

Pleurer... ou attaquer?

Ostrogoto [fr]

Pleurer... ou attaquer?

L'air s'humidifie de larmes. Des larmes versées pour un emploi perdu, pour une allocation menacée par les mesures d'austérité, pour une survie toujours plus difficile, pour un loyer devenu impayable, pour une existence rapidement en train de se détériorer. Plus personne n'en doute: le monde qu'on a connu et tel que le pouvoir nous l'a présenté, est en rapide transformation, ou, si on veut, en décomposition.

Piangere... o attaccare?

Brulotti

Piangere... o attaccare?

L'aria s'impregna di lacrime. Lacrime versate per un impiego perduto, per un sussidio minacciato dalle misure di austerità, per una sopravvivenza sempre più difficile, per un affitto diventato proibitivo, per un'esistenza che si sta deteriorando rapidamente. Nessuno ha più dubbi: il mondo che conosciamo così come il potere ce lo ha presentato è in rapida trasformazione o, se si preferisce, in decomposizione. Non esistono più le certezze di qualche anno fa, evaporano le illusioni di ottenere qualche briciola in cambio di una rassegnazione e di un'accettazione del mondo così com'è, esala l'ultimo respiro la concertazione sociale che ci teneva forse al riparo di un'esistenza troppo dura e di una conflittualità più aperta.
Molte ragioni per piangere, come troppi sfruttati e oppressi hanno fatto nel corso della storia. Molte ragioni anche per aggrapparsi, malgrado tutto e forse senza crederci troppo, alla politica, per confidare nella democrazia, nelle istituzioni ed assicurare così al potere la perpetuazione che pretende ad ogni costo. Molte ragioni ancora una volta per aderire ai sindacati, affinché negozino qualcosa a nostro favore in cambio di molto a loro favore.

Tien dolksteken voor de politiek

Ostrogoto [nl]

Tien dolksteken voor de politiek

De politiek is de kunst van het verdelen. Daar waar het leven zijn volheid heeft verloren, waar het denken en het handelen van individuen werd uit elkaar gehaald, gecatalogiseerd en opgesloten in gescheiden ruimtes, daar begint de politiek.

Zehn Dolchstiche gegen die Politik

Ostrogoto [de]

Zehn Dolchstiche gegen die Politik

Politik ist die Kunst der Separation. Da, wo das Leben seine Fülle verloren hat, wo das Denken und Handeln der Individuen unterteilt, katalogisiert und in separierten Sphären eingeschlossen wird, da beginnt die Politik. Indem sie gewisse Aktivitäten (die Diskussion, der Konflikt, die gemeinsame Entscheidung, die Abmachung) von den Individuen in eine Zone entfernt, die sie regieren will, ist die Politik, aufgrund ihrer Unabhängigkeit, gleichzeitig eine Separation unter den Separationen und hierarchische Verwaltung dieser Trennung.

Dix coups de poignard à la politique

Ostrogoto [fr]

Dix coups de poignard à la politique

La politique est l’art de la séparation. Là où la vie a perdu sa plénitude, où la pensée et l’action des individus ont été sectionnés, catalogués et enfermés dans des sphères séparées, là commence la politique. Ayant éloigné certaines activités des individus (la discussion, le conflit, la décision en commun, l’accord) en une zone en soi qu’elle prétend gouverner, forte de son indépendance, la politique est en même temps séparation parmi les séparations et gestion hiérarchique du cloisonnement.

A buon intenditor…

Brulotti

A buon intenditor…

Uno

La parola “crisi” indica il deterioramento di una condizione oggettiva con conseguente instabilità socio-politica e decadenza delle istituzioni civili, turbamento della pacifica convivenza e della vita in comune.
Beh, quale migliore opportunità poteva bussare alla nostra porta se non una “crisi globale”?
Senz’ombra di dubbio, vista l’inamovibilità generale, potrebbe darci quella spinta in più per farla finita una volta per tutte con questo mondo.
Ma la realtà odierna muove verso un’altra direzione.
Oggi più che mai l’accezione negativa che si dà alla parola “crisi” è aumentata progressivamente, facendola divenire lo spettro di quell’abietta canea dei più che annovera tra le sue fila politicanti d’ogni risma e bravi, quanto ossequiosi, democristiancratici italiani affetti da cittadinismo latente.

Утопия

Ostrogoto (ru)

Утопия

 

Вот уже некоторое время я думаю о том, чтобы написать на определенные темы, и о нескольких прочитанных мною текстах, мне показалось, что то, о чем я хочу написать, занимает умы моих товарищей.

In difesa del furto

Brulotti

In difesa del furto

Jean-Paul Marat

«Cittadini – Se la società reclama il diritto di condannare in uomo, essa è allora tenuta ad offrirgli, a garantirgli, un’esistenza da uomo. Se essa non fa che opporgli degli ostacoli e l’obbliga a soffrire una miseria crudele, fino a che egli strappa violentemente il vincolo sociale, allora quell’uomo non fa che riprendere i diritti che la società ingiustamente gli toglie».
«Cittadino Marat» interruppe il presidente severamente «voi state tentando di giustificare il furto e i crimini!».
«Io non giustifico nulla. Ma affermo che nella vostra società ingiusta voi mancate di ogni ragione che possa autorizzarvi a condannare il crimine. Poiché la società, nell’interesse stesso della sua esistenza, per poter pretendere il rispetto dell’ordine pubblico da ogni suo singolo membro dovrebbe innanzitutto soddisfare ai bisogni di tutti. Ma qual è stata finora la sorte dei poveri?

La lutte contre l'existant continue

Ostrogoto [fr]

La lutte contre l'existant continue

Jeudi 4 août, Mark Duggan, « un gars réglo et respecté » (des mots du rappeur londonien Chipmunk) de Tottenham, quartier de Londres, a été criblé de balles alors qu’il rentrait chez lui dans un taxi, par une foule de flics armés de pistolets mitrailleurs Heckler & Koch MP5. Mark, 29 ans, père de quatre petits enfants, vivait dans le quartier de Broadwater Farm Estate, un quartier pauvre majoritairement Afro Caribéen.

Faire le jeu du pouvoir ?

Ostrogoto [fr]

Faire le jeu du pouvoir ?

[sur les mesures de précaution et de reniement après l’émeute du 15 octobre à Rome]

Siamo Liberi!

Brulotti

Siamo Liberi!

Evviva!
Siamo liberi!
Si sono infrante in mille pezzi le catene che ci aggiogavano.
Abbiamo scossa l'ignominiosa schiavitù che ci opprimeva.
Non siamo più soggetti ai capricci d'un tiranno.
E non dobbiamo più offrir diritto di vassallaggio al signore feudale.
E più non siamo gli schiavi della gleba.
E non siamo più servi.
Ma siamo liberi!
Liberi come lo è l'uccello nella gabbia.
Liberi come lo è il pesce in una vasca di cristallo.
Il regno dell'oppressione feudale ha finito per dar passo al regno della libertà borghese.
E questa è la libertà dell'uomo.

Noi siamo l'1%

Intempestivi

Noi siamo l'1%

Vi abbiamo visti. Vi abbiamo sentiti. Oramai siete dappertutto. Sappiamo chi siete. Siete quel 99% che protesta contro gli eccessi del capitalismo e gli abusi dello Stato. Siete il 99% che pretende riforme elettorali, alternative sociali, sussidi economici e misure politiche. Siete il 99% angosciato di perdere il proprio futuro, di non essere più in grado di vivere come ha fatto finora: un posto di lavoro, uno stipendio, un mutuo per la casa, una pensione. Tirare a campare, come minimo. Fare carriera, come massimo. È questo che chiedete. Non volete pagare la "crisi", volete che tutto torni come prima. Che nessuno spenga gli schermi che giorno dopo giorno hanno prosciugato la vostra vita di ogni significato ed emozione, condannandola alla tristezza della sopravvivenza. E tutto questo lo chiedete ai governi e alle banche. Perché la democrazia è: governanti che non siano interessati al potere ma al bene comune, banchieri che non siano interessati al profitto ma alla felicità della popolazione. Come nelle favole, come nei film.

No Tav No Stato

Titolo da visualizzare: 
No Tav No Stato
  • Scintille
  • Dal centro alla periferia
  • Se la Val Susa chiama...
  • No Tav No Stato
  • Corda tesa
  • Velocità
  • Repubblica e Rivoluzione
  • Individui o cittadini?
  • A tutti i Valsusini
  • No buco, Sì party?
  • Sincerità

 

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Il gioco del potere?

Intempestivi

Il gioco del potere?

Una folta coltre di miseria ricopre il mondo, e si posa anche su coloro che lo abitano, insinuandosi in ogni ambito della vita. Difficile sfuggire, anche per chi è abituale frequentatore di ambienti sovversivi o, in senso più ampio, “di lotta”.
Quanto è accaduto a Roma lo scorso 15 ottobre ha riscaldato il cuore di molti, che guardano con gioia al riaprirsi di un conflitto sociale che potrebbe allargarsi, ma quegli stessi cuori pare non si siano rattristati nel veder circolare alcuni consigli “utili” a chi aveva preso parte agli scontri, per non incappare nella caccia repressiva che si è scatenata subito dopo, sostenuta come al solito dalla canea mediatica e dalla delazione mediattivista – simbolo di tempi di rappresentazione più che di contenuti.
Tra questi intelligenti consigli, due spiccavano per la loro acutezza: quello che invitava a tenere per un po’ un basso profilo, ed un altro che incitava a liberare la casa dai testi radicali. Personalmente non so se siano consigli utili per sfuggire all’apparato repressivo, ma li trovo miserabili se penso che circolano in un ambiente che afferma di voler fare tabula rasa di questo mondo.

Naufraghi

Intempestivi

Da naufraghi ad ammutinati

Naufraghi in un mare di fango, dopo giorni infiniti di caldo e di pioggia. La piena dei torrenti ci ha sommerso proprio dove ci sentivamo più sicuri: all’ombra delle nostre montagne, per le strade dei nostri paesi, si è infiltrata fin dentro le nostre case. I morti, le case distrutte e l’urlo delle sirene hanno riempito lo spazio lasciato vuoto per un giorno dalla millenaria illusione di poter costruire un muro immenso e invalicabile tra noi e la natura. Di qua il tepore delle case, i ritmi del lavoro, le città fortificate ed i paesi sonnolenti; di là il freddo, le insidie dei boschi, il ricatto della fame.
La nostra civiltà si costruisce dentro al perimetro di una diga immaginaria che giustifica ogni sacrificio. Per innalzarla ci siamo piegati alle leggi crudeli dell’economia, abbiamo marciato compatti ai ritmi della produzione, abbiamo respirato veleni industriali e mangiato cibi di plastica, abbiamo visto i ricchi diventare sempre più ricchi ed i poveri inabissarsi nella miseria.
Siamo già morti in nome del Progresso, ora vicini di casa ed amici ci muoiono tra le mani perché il Progresso non regge a cinque giorni di pioggia. Chi definisce questa alluvione solo come una catastrofe naturale vuole nascondere il fatto che si è trattato innanzitutto di una catastrofe sociale.

London calling

Ostrogoto [fr]

London calling

Combien de fois est-ce arrivé ? Un jeune homme aux prises avec des agents en uniforme voulant l’arrêter ou l’humilier. Il tente de s’enfuir. Mais sa fuite, ou sa fière hostilité sont mal digérées par celui qui est habitué à être craint et respecté. Et pour cela, il rétablit son autorité contestée de la seule façon qu’il connait : la violence. Un, deux coups d’arme à feu et le jeune récalcitrant est remis en place. Nettoyé. Liquidé. Un exemple pour les autres, pour ses semblables. Mais un exemple qui parfois ne fonctionne pas. Il obtient un résultat diamétralement opposé à celui escompté.

Quaderni

Brulotti

I Quaderni di Finimondo

La carta brucia. È questa la ragione di fondo per cui abbiamo deciso di raccogliere alcuni testi comparsi su Finimondo, suddividendoli per argomento. Perché un ammasso di plastica e silicio non è un buon combustibile, né è comodo da trasportare. Non passa agilmente di mano in mano. Noi invece vogliamo che alcuni dei testi finora pubblicati abbiano la possibilità di andare incontro ai loro fiammiferi fatali. Che non rimangano chiusi nel limbo elettronico, a disposizione dei soli internauti, consumati davanti ad uno schermo fluorescente, immagazzinati in qualche memoria virtuale e – proprio per questo – subito dimenticati. Ci piacerebbe vederli correre per le strade, fare capolino nelle piazze, mettere in subbuglio anche gli spazi reali.
Ecco perchè abbiamo pensato di preparare questi Quaderni, già impaginati e pronti per la stampa. Chi vorrà, chi lo riterrà utile o anche solo piacevole, potrà diffondere questi appunti presi in fretta, magari alla rinfusa, di vecchie e nuove riflessioni mescolate, ma che pur nella loro parzialità possono offrire un contributo all’interpretazione di quanto ci circonda. Sguardi fugaci che vanno dalla prospettiva al dettaglio, senz’altro, ma che possono aiutare a far intravedere inaspettati angoli d’attacco ad una società sempre più ripugnante che desideriamo ardentemente demolire.

Sommosse in GB

Titolo da visualizzare: 
2011 - Le sommosse in Gran Bretagna
  • London Calling
  • Regno Unito: la lotta contro l'esistente continua
  • Idioti. Una rivolta irragionevole
  • Britannia brucia
  • Barbari
  • Le "teste calde"
  • Now war is declared!
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Solo parole?

Brulotti

Solo parole?

Avete visto la rabbia di molti indignati, lo scorso 15 ottobre a Roma, nei confronti di chi mandava in frantumi vetrate di banche od oggetti sacri? Li hanno insultati, strattonati, smascherati per la gioia dei poliziotti. Non riuscivano a capacitarsi della loro presenza in quel corteo. Gente che protesta contro il massacro sociale imposto dal mercato ha trovato intollerabile che qualcuno danneggiasse una banca. Gente scesa in strada perchè stanca di una vita di obbedienza si è infuriata davanti all'atto iconoclasta compiuto da chi non intende inginocchiarsi. Perché questa biliosa stizza davanti ad azioni che la ragione in fondo dovrebbe rendere, se non condivisibili, quanto meno comprensibili? Com'è possibile che la delazione, da abiezione da nascondere, pure fuori dalle questure, sia diventata una virtù da alimentare?

 

Da quasi un secolo ci chiediamo se la mediocrità del nostro universo non dipenda essenzialmente dal nostro potere di enunciazione. Se le catene della riproduzione sociale non siano forgiate direttamente dentro la nostra testa. Quando parliamo, quando scriviamo, esprimiamo le nostre idee e i nostri progetti. Comunichiamo le nostre tensioni, ciò che ci muove e ciò che vorremmo realizzare. Ma le parole non le abbiamo inventate noi e, così come ci sono state consegnate, avvolte nella loro livrea domestica, rispondono per lo più ai richiami all'ordine.

Je crache sur tous les drapeaux !

Ostrogoto [fr]

Je crache sur tous les drapeaux !

Je crache sur le drapeau belge. Je crache, car ce drapeau est trempé dans le sang de mes frères et sœurs, du passé et d’aujourd’hui, qui ont été massacrés, torturés, enfermés, affamés, exploités au nom des intérêts de l’Etat belge.

Die Utopie

Ostrogoto [de]

Die Utopie

Schon seit längerer Zeit will ich etwas über gewisse Themen schreiben und nachdem ich einige Texte gelesen habe, glaube ich zu verstehen, dass das jene worüber ich schreiben will, ein Gefühl ist das auch bei anderen Gefährten anwesend ist.

Utopia

Ostrogoto (pt)

Utopia

Há algum tempo que ando a pensar escrever sobre umas quantas questões, e depois de ler alguns textos parece-me que o assunto do qual quero falar é um sentimento partilhado por outros companheiros.

Zonder voorga

Ostrogoto [nl]

Zonder voorga

Zonder voorga. Dat is de karaktertrek van het tijdperk dat we vol verbazing, angst, afgrijzen en hoop aan het leven zijn. Zeker, de geschiedenis kende ook in het verleden al oorlogen, opstanden of ineenstuikende economieën. Maar na het gebeurde en met de nodige veilige afstand, leek het ons altijd makkelijk om de aanwezige delen, hun redenen en de invloed van de verschillende acties van de protagonisten op de ontketening van de gebeurtenissen te identificeren.

De Utopie

Ostrogoto [nl]

De Utopie

Ik wil al een tijd lang schrijven over bepaalde onderwerpen, en na het lezen van enkele teksten meen ik begrepen te hebben dat hetgeen waarover ik wil schrijven een gevoel is dat ook bij andere kompanen aanwezig is.

Sans précédents

Ostrogoto [fr]

Sans précédents

Sans précédents. Telle est la caractéristique de l’époque que nous sommes en train de vivre pleins d’étonnement, d’angoisse, d’effroi, d’espoir. Bien sûr, l’histoire a déjà connu dans le passé des guerres, des insurrections ou des économies en déclin. Mais, après coup et avec la distance de sécurité requise, il nous a toujours semblé facile d’identifier les parties en présence, leurs raisons et l’influence des différentes actions des protagonistes sur l’enchaînement des événements.

L'Utopie

Ostrogoto [fr]

L'Utopie

Cela fait un bon moment que je pense à écrire sur certains sujets, et des quelques textes que j’ai lus, il m’a semblé comprendre que ce sur quoi je souhaite écrire est un sentiment présent chez d’autres compagnons.

Utopia

Ostrogoto [en]

Utopia

I’ve been thinking for quite some time now, to write about certain topics, and after reading some texts, it seems to me that the issue I want to write about is a sentiment shared by other companions.

Without precedents

Ostrogoto [en]

Without precedents

Without precedents. This is the characteristic of the times we are living through full of wonder, anxiety, dismay, hope. Not to say that in the past history has not known wars, insurrections or plunging economies. However, with the sense of the later and with the proper amount of security distance, it has always been easy to pick out the different sides in play, their reasons and the influence of the protagonists on the unfolding of a chain of events.

Senza precedenti

Brulotti

Senza precedenti

Senza precedenti. È questa la caratteristica dell’epoca che stiamo vivendo pieni di stupore, ansia, sgomento, speranza. Non che in passato la storia non abbia conosciuto guerre, insurrezioni o economie in declino. Ma, col senno del poi e a debita distanza di sicurezza, ci è sempre sembrato facile identificare le parti in causa, le loro ragioni e l’influenza delle rispettive azioni dei protagonisti sulla concatenazione degli avvenimenti. Gli ultimi due secoli ci hanno fornito una conoscenza cui attingere, hanno cesellato le nostre certezze ed i nostri dubbi, hanno impaginato la guida che utilizziamo nel nostro agire quotidiano. Ma il terzo millennio si è aperto subito all’insegna dell’imprevisto.
La mattina dell’11 settembre 2001, al risveglio, chi avrebbe detto che poche ore dopo il mondo non sarebbe più stato lo stesso? Dieci anni trascorsi da allora non hanno fatto altro che distruggere uno dopo l’altro i nostri consolidati punti di riferimento.
Fino ad arrivare alla vita quotidiana, quella che trasciniamo giorno dopo giorno, sempre più alle prese con la mancanza di un lavoro alienante ma necessario per procurarsi soldi che non bastano per acquistare merci che non valgono nulla… ogni cosa contribuisce a diffondere la consapevolezza che questo presente non ha futuro.

Io sputo su tutte le bandiere!

Brulotti

Io sputo su tutte le bandiere!

Sputo sulla bandiera belga. Ci sputo sopra, perché quella bandiera è grondante del sangue dei miei fratelli e delle mie sorelle, di ieri e di oggi, che sono stati massacrati, torturati, rinchiusi, affamati, sfruttati nel nome degli interessi dello Stato belga.

Sputo su tutte le bandiere nazionali, perché dovunque venga issata una bandiera nazionale, l’oppressione è di casa. È la bandiera che sventola sulle prigioni, sulle caserme militari, sui commissariati, sui posti di confine. Tutte le istituzioni che soffocano la mia vita e la libertà inalberano bandiere nazionali. E, come si vede in Tunisia, Egitto o Libia, durante le sommosse l’apparizione della bandiera nazionale è sempre il segno premonitore di un nuovo regime, di un nuovo potere, di un nuovo sfruttamento.
Ma sputo anche su quelli che corrono dietro alle bandiere nazionali. Che marciano al passo dell’inno nazionale, che fanno la guerra nel nome della nazione, che sono fieri di servire gli interessi della “propria” nazione, della “propria” comunità. Sputo su quei soldati ciechi ed obbedienti schierati a protezione degli interessi del potere.