L'Utopia

Brulotti

L'Utopia

Era da un po’ di tempo che pensavo di scrivere di certi argomenti, e da alcuni scritti che ho letto mi è parso di capire che quello di cui scriverò è un sentire presente anche in altri compagni.
È una esigenza che avverto da sempre e che non solo non si è mai sopita, ma anzi negli ultimi tempi ha occupato uno spazio sempre maggiore nelle mie riflessioni: parlo dell’Utopia. La sua idea mi perseguita con nuova e rinforzata insistenza, e ciò forse è dettato dal fatto che la sua ricerca sia andata lentamente, ma inesorabilmente, se non venuta meno, quanto meno divenuta meno ossessiva all’interno di quello che, genericamente, possiamo definire come movimento anarchico. Questa almeno è la mia impressione. Forse delusi dagli anni in cui si sono incassate solo quelle che sono state avvertite come sconfitte, stanchi delle sonore bastonate che quando si lotta è sempre possibile incassare (morali più che fisiche), con la prospettiva di non vedere mai realizzati i propri sogni più proibiti, mi sembra ci sia una certa tendenza ad accontentarsi: meglio vincere una piccola lotta che dà morale, piuttosto che incassare un’altra sconfitta nella ricerca della vittoria definitiva.

Now war is declared!

Ostrogoto [fr]

Now war is declared!

Pourquoi cet ouvrage ? Pourquoi tant d’encre et de papier ? 


Pour les quelques personnes qui l’ont conçue, cette brochure se veut un condensé de contre-information et d’analyses autour des émeutes qui ont secoué l’Angleterre en ce mois d’août brûlant de 2011. Des incidents qui prennent toute leur importance dans les cœurs de ceux qui ne peuvent plus accepter ce quotidien misérable, qui ne se laissent plus flotter sur cet océan d’oppression, qui rament jusqu’à la rive à la force de leurs bras pour atteindre autre chose. Un autre chose complètement opposé à cet existant qui nous dévore. Un autre chose que l’on ne peut décrire avec le vocabulaire du présent. Un autre chose qui voit dans l’Etat, le capitalisme et la société, et dans l’existant en général, un obstacle à sa réalisation. Au mépris des frontières et des séparations des pouvoirs, ces émeutes nous ont directement parlé, les rires et les larmes des enragés sont communicatifs, ils sont les mêmes que ceux des émeutiers de novembre 2005 en France, des insurgés du Maghreb et du Machrek de 2011 ou ceux de décembre 2008 en Grèce, ils sont les mêmes parce qu’ils sont tous conditionnés par un même désir de liberté, peu importe le contexte particulier de chacun de ces soulèvements, parce que la guerre sociale a aussi peu de frontières que la domination.

Jean Meslier

Autopsia

Jean Meslier, curato di Etrépigny

Hugo Treni (Ugo Fedeli)

Della vita di questo povero curato si conosce pochissimo, se non che, nato verso il 1664, nelle Ardenne, era figlio di un tessitore di lana chiamato Gerard. Per fare un piacere ai suoi genitori, come lui stesso afferma nel suo testamento, verso il 1688 entrò nella carriera ecclesiastica. Ma sempre gli ripugnarono gli esosi che si compiacevano a riscuotere con avidità le enormi prebende con cui si pagavano le vane funzioni dei preti. Come a lui ripugnavano coloro che non pensavano ad altro che alla buona vita mentre si burlavano delle cerimonie della loro religione, di quelli stessi a cui i creduli somministravano largamente i mezzi per godersi la vita a costo di nuove e gravi privazioni loro. E fu sicuramente questa sua ripugnanza a burlarsi dei poveri, soprattutto, che gli costò la vita. Egli morì non si sa bene se nel 1729 o nel 1733, ma per noi il fatto ha poca importanza. Quello che importa è la sua opera.
Morto, e trovato il suo famoso testamento, esso fu messo subito a silenzio. Cosa che del resto lui stesso prevedeva perché, come diceva nella chiusura del suo documento: «Dichiaro, amici miei, che tutto quanto qui sta scritto non ha avuto altra pretensione che quella di seguire la luce naturale della ragione, e non ho avuto altra intenzione che di cercare, esponendola chiaramente e sinceramente, la verità. Ma, come mi propongo di dare questo scritto alla vostra parrocchia avanti di morire perché vi sia comunicato, e farà montare su tutte le furie ed andare su tutte le collere gli altri curati e i tiranni – che non mancheranno di calunniarmi ed ingiuriarmi anche dopo morto – dichiaro anticipatamente di protestare contro questo procedimento ingiurioso».

Preuves techniques

Ostrogoto [fr]

Preuves techniques - A propos des émeutes du 15 octobre à Rome

Samedi 15 octobre devait être la journée mondiale de l’indignation. 
Partout dans le monde étaient prévues une centaine de manifestations pour protester contre un système social qui ne semble même plus en mesure de garantir la survie en échange de l’obéissance. Pour cela, à Rome, s’étaient donnés rendez-vous tous les orphelins pleurnichards d’une Démocratie trahie, d’une Constitution piétinée, d’un Droit nié.

Affinität

Ostrogoto [de]

Affinität

Alfredo M. Bonanno

Unter anarchistischen Kameraden herrscht ein ambivalentes Verhältnis zur Frage der Organisation.
Die beiden Extreme bilden einerseits die Annahme einer permanenten Struktur, die ein genau umrissenes Programm, zur Verfügung stehende Mittel (wenn auch wenige), und eine Unterteilung in „Kommissionen“ hat; und andererseits die Zurückweisung jedes stabilen und strukturierten Zusammenhangs, selbst für kurze Phasen.

Das Drahtseil

Ostrogoto [de]

Das Drahtseil

Während im Val Susa das Gefecht tobt, zwischen den zur Verteidigung der Freien Republik von Maddalena herbeigeeilten Freiwilligen und den zur Aufzwingung der Sklavenrepublik von Italien entsendeten Leibwächtern, zerstörte in Rom ein nächtlicher Brand den neuen Steuerungssaal des Bahnhofs von Tiburtina (ein TAV-Knotenpunkt) und setzte den nationalen Eisenbahnverkehr ausser Betrieb.

Wenn das Val Susa ruft…

Ostrogoto [de]

Wenn das Val Susa ruft…

…sollte man antworten, daran gibt es keinen Zweifel. Denn seit langem entwickelte sich kein derart breiter Konflikt zwischen einer ganzen Bevölkerung und dem Staat. Ein Konflikt, der seit Jahren andauert und den, angesichts der Unmöglichkeit, eine gemeinsame Lösung zu finden, bisher niemand zu schlichten vermochte. Es ist ja nicht so, dass es an Vermittlungs- und Beschwichtigsanwärtern mangeln würde, an diesen braven Leuten, die daran interessiert sind, ein Abkommen zwischen den nationalen Institutionen und den lokalen Bewohnern aufzugleisen.

Die Eroberung der Freiheit. Lybien: Krieg oder Aufstand

Ostrogoto [de]

Die Eroberung der Freiheit. Lybien: Krieg oder Aufstand

Die uns durch die offizielle Presse erreichenden Nachrichten über die Lage in Lybien, erzählen uns einzig eine Geschichte des Kriegs. Sie erzählen uns eine Geschichte, die uns erschaudern lässt: Bombardierungen, Tote, Splitterbomben, Verletzte und Flüchtlinge. Ist der Aufstand in Libyen zu einer grossen Schreckensgeschichte geworden? Bleibt jetzt, da sich die Lage verschärft hat, nichts anderes mehr als Krieg?

L’arte di strisciare

Brulotti

L’arte di strisciare, ad uso dei cortigiani

Paul-Henri Thiry d'Holbach

L’uomo di corte è senza alcun dubbio il prodotto più curioso che la specie umana possa mostrare. È un animale anfibio, in cui tutti i contrasti si trovano comunemente riuniti. Un filosofo danese paragona il cortigiano alla statua composta da materia diverse che Nabucodonosor vide in sogno. «La testa del cortigiano è – dice – di vetro, i capelli sono d’oro, le mani sono di pece resina, il corpo è di gesso, il cuore è metà di ferro e metà di fango, i piedi sono di paglia, ed il suo sangue è un composto di acqua e argento vivo».
Bisogna riconoscere che un animale così strano è difficile da definire; ben lungi dall’essere conosciuto dagli altri, può appena conoscersi da sé; tuttavia sembra che, tutto sommato, lo si possa mettere nella classe degli uomini: con questa differenza, però: che gli uomini ordinari hanno un’anima sola, mentre l’uomo di corte pare che ne abbia diverse. In effetti, un cortigiano è ora insolente, ora umile; ora della più sordida avarizia e dell’avidità più insaziabile, ora della prodigalità più estrema; ora dell’audacia più netta, ora della più vergognosa vigliaccheria; ora dell’arroganza più impertinente, ora della più studiata cortesia: in una parola, è un Proteo, un Giano, o piuttosto un Dio dell’India, che si rappresenta con sette facce diverse.

In offener Feindschaft

Ostrogoto [de]

In offener Feindschaft

mit dem Bestehenden seinen Verteidigern und seinen falschen Kritikern



« Jeder kann dem Umherirren in der Sklaverei dessen, was er nicht kennt, ein Ende setzen – und, das Angebot leerer Worte zurückweisend, in offener Feindschaft dem Leben entgegentreten.»
C. Michelstaedter


Das Leben ist nichts anderes, als eine beständige Suche nach etwas, woran man sich festhalten kann. Man steht morgens auf, um sich ein paar Stunden später wieder ins Bett zu legen, wie traurige Pendler zwischen Lustlosigkeit und Müdigkeit. Die Zeit vergeht und treibt uns mit Sporen an, die immer weniger lästig scheinen. Auch die Last der sozialen Pflichten scheint uns nicht mehr den Rücken zu brechen, so dass wir sie überall mit uns tragen. Wir gehorchen, ohne uns noch die Mühe zu machen, ‘Ja‘ zu sagen. Der Tod wird durch das Leben gesühnt, schrieb der Dichter aus einem anderen Schützengraben.

Now war is declared!

Fuoriporta

Now war is declared!

Perché questa raccolta di testi? Perché tutta questa carta e questo inchiostro?
Secondo le intenzioni di chi ha realizzato questa pubblicazione, si tratta di un condensato di contro-informazione e di analisi sulle sommosse che hanno scosso l’Inghilterra nel rovente agosto 2011. Scontri che assumono tutta la loro importanza nel cuore di coloro che non riescono più ad accettare questo miserabile quotidiano, che non vogliono più galleggiare in questo oceano di oppressione, che remano fino a riva con tutta la forza delle braccia per raggiungere altro. Un altro totalmente opposto a questo esistente che ci divora. Un altro impossibile da descrivere col vocabolario del presente. Un altro che considera lo Stato, il capitalismo, la società e l'esistente in generale, un ostacolo alla propria realizzazione. A dispetto delle frontiere e delle separazioni fatte dal potere, quelle rivolte ci hanno parlato direttamente. Le risate e le lacrime degli arrabbiati sono contagiose, sono uguali a quelle dei rivoltosi del novembre 2005 in Francia, degli insorti del Maghreb e del Mashrek del 2011 o del dicembre 2008 in Grecia. Sono le stesse perché tutte dettate dal medesimo desiderio di libertà, poco importa il contesto specifico di ciascuno di quei sollevamenti, perché la guerra sociale ha ben poche frontiere, proprio come il dominio.

Sie suchen Spitzel; Spucke können sie kriegen

Ostrogoto [de]

Sie suchen Spitzel; Spucke können sie kriegen

In den letzten Wochen wurden mehrere Gefährten von zweifelhaften Typen angesprochen oder angerufen, die ihnen ohne Umwege vorschlugen, Informationen über die anachistische Bewegung zu schieben, und sie dazu zu bringen versuchten, Leute zu verraten. Es ist daher nicht auszuschliessen, dass die Wachunde des Staates bereits seit einiger Zeit versuchen, Informanten zu rekrutieren.

Krieg, Katastrophe, Demokratie, Gefängnis - Wir wollen die Revolution

Ostrogoto [de]

Krieg, Katastrophe, Demokratie, Gefängnis - Wir wollen die Revolution

In einer Zeit, in der die Worte ihre Bedeutung zu verlieren scheinen und die Sprache der Macht versucht, in all unsere Gespräche einzudringen, halten wir es für umso unentbehrlicher, uns zu bemühen, klare Sprache zu sprechen. Hören wir damit auf, wie Papageie nachzuplappern, was die Zeitungen uns erzählen, was die Fernseher uns zeigen, was die Mächtigen uns weismachen wollen.

Politica e anarchia

Brulotti

Politica e anarchia

Auro d’Arcola

Cosa è la politica? Se questa domanda la rivolgessimo a tutti coloro che della politica si servono come dello strumento più idoneo per conservare privilegi e potere, e anche a coloro che aspirano a conquistare il potere ed una conseguente posizione privilegiata, noi ci sentiremmo indubbiamente rispondere ad una voce sola che la politica è l’arte saggia e benefica del governo dei popoli senza la quale le società umane non conoscerebbero né vero progresso, né vera civiltà, né vero ordine. E tante altre definizioni elogiative della politica ci sentiremmo fare, da convincerci quasi a credere che il mondo non retto dalla scienza politica andrebbe diritto alla rovina! Ma noi neghiamo decisamente tutte queste taumaturgiche virtù sociali alla politica e neghiamo ad essa soprattutto la qualità di scienza sociale, a meno che non s’intenda per scienza l’arte dell’infingimento, della doppiezza, della menzogna, dell’assenza di ogni scrupolo e di una coscienza umana e morale.

A Corps Perdu

Brulotti

A Corps Perdu

Rivista anarchica internazionale
n. 1, dicembre 2008
(versione italiana pubblicata ad Ottobre 2011)

 

«Questa rivista nasce da un’esigenza comune: superare l’indispensabile agitazione del quotidiano delle lotte per prendere il tempo per l’approfondimento ed affilare le nostre armi. Poiché non separiamo la teoria dalla pratica, che i nostri desideri di libertà si forgiano di esperienze e di riflessioni, ci siamo augurati di apportare un'altra contribuzione alla guerra sociale in corso. Un momento che possa essere una risorsa di idee e non di opinioni, un luogo in cui poter reinventare uno spazio comune di dibattito partendo da contesti particolari.
Ma questa rivista nasce anche da un’insoddisfazione: leggere ciò che non abbiamo trovato altrove, apportare una prospettiva anarchica che parta dall’individuo per collegarla all’antagonismo sociale quotidiano, ritrovare il gusto di una sovversione liberata dai classici della critica autoritaria, anche eterodossa. Insomma sbarazzarsi della politica.
Anche se vi partecipano compagni di diversi paesi, i testi pubblicati non rappresentano nessuno e tanto meno aspirano a farlo. La loro presenza è dovuta ad un contenuto che abbiamo giudicato interessante, senza necessariamente condividere per intero la loro forma e senza che questo significhi in se un’affinità con i loro autori»

Il solco

Intempestivi

Il solco

Cinque giorni. Solo 120 ore circa dividono gli scontri di Roma durante la manifestazione organizzata dagli "Indignati" da quelli scoppiati in piazza Syntagma ad Atene nel secondo giorno di sciopero generale. In entrambi i casi, chi vorrebbe farla finita con il mondo del denaro e dell'autorità – e preferisce alcune giornate da incappucciato ad una vita da incravattato – si è ritrovato a fare i conti non solo con gli sgherri in uniforme schierati a protezione dei loro padroni, ma soprattutto con gli ultimi difensori di uno Stato sempre più indifendibile: i cittadini, nella loro versione più sinistra e militante.
Sono loro che a Roma hanno cercato di mettere in riga chi non marciava a passo cadenzato, invocando ed applaudendo l'intervento delle forze dell'ordine. Sono loro che si sono precipitati a fare opera delatoria, consegnando alla magistratura le immagini catturate con le più disparate protesi tecnologiche. E sì, sono ancora loro che ad Atene si sono schierati a protezione del Parlamento, accogliendo coi propri manganelli i manifestanti più arrabbiati.

Prove tecniche

Intempestivi

Prove tecniche

Sabato 15 ottobre doveva essere la giornata mondiale dell'indignazione.
In tutto il globo erano previste centinaia di manifestazioni per protestare contro un sistema sociale che non sembra essere più in grado nemmeno di garantire una qualche sopravvivenza in cambio dell'obbedienza. Per questo, a Roma, si erano dati appuntamento tutti gli orfani piagnucolanti di una Democrazia tradita, di una Costituzione calpestata, di un Diritto negato.
Prima volevano puntare pomposamente sui palazzi del Potere per assediarli, poi hanno capitolato al ricatto questurino e accettato di dirigersi verso la periferia pur di autorappresentarsi.
Ma questa manifestazione nata triste non si è svolta come auspicato dai suoi organizzatori.

Tairsìa

Papiri

Tairsìa

Nella calma di una tranquilla giornata, un vento si leva improvviso, forte, ed inizia a turbinare, a sconvolgere la calma che fino a quel momento era stata. Questa è, nel dialetto leccese, la Tairsìa. Un vento che può cessare dopo poco tempo, smettere all'improvviso così come si era presentato, oppure può perdurare e, accompagnato da altri fenomeni, tramutarsi in tempesta.

Negli ultimi tempi, tra la calma della pacificazione sociale, sprazzi di Tairsìa hanno fatto la loro comparsa in varie parti del pianeta. Dal nord Africa in fiamme al Cile, dal Medio oriente alla Grecia, questo vento si sta spingendo fino al cuore delle metropoli occidentali e di tutto il mondo industrializzato. Un vento che potrebbe essere contrastato o, al contrario, alimentare le fiamme e riattizzare focolai che sembravano spenti. I governi, l'economia, i loro scherani e i falsi critici di questo macabro esistente, stanno cercando di disporre adeguate contromisure affinché questo vento non faccia crollare tutto il sistema già vacillante. Agli amanti della libertà non resta che fare l'opposto: alimentare il vento, fino a che una Tairsìa sociale spazzi via tutto, aprendo la strada e cercando sentieri che conducano ad un mondo altro.
Questo foglio cerca di andare in questa direzione.
 

Il primo e l'ultimo

Brulotti

Il primo e l'ultimo

Carlo Michelstaedter

Non sei né il primo né l'ultimo a questo mondo – se vuoi vivere devi adattarti a godere di quello che trovi, che d'altronde non potresti cambiare – dice la folla.
Ma devo vivere così perché? per aspettarmi che cosa? per conservarmi a che cosa per cui io debba rinunciare a quello che voglio, sacrificare quello che per me sarebbe la vita?
No, il mondo è il mio mondo e nel mio mondo sono io il primo e l'ultimo – non trovo niente di fatto prima di me, non mi posso affidare che niente venga fatto dopo di me – ma devo prender su di me la responsabilità della mia vita come la devo vivere, che su altri non può ricadere; aver io stesso in me la sicurezza della mia vita che altri non mi può dare – creare io il mondo come io lo voglio, che prima di me non esiste: devo esser padrone e non schiavo nella mia casa. Aver fatto non mi giova ma fare, in qual modo lo faccio – poiché non c'è premio dagli altri, che non sono per me, né dalla cosa fatta che come è fatta così non è, ma per giungere a fare tutto in un punto: in questo vivendo in tutte le cose tutto me stesso, poiché io sono il primo e sono anche l'ultimo.

«Guerra eterna alla gioventù hitleriana»

Brecce

«Guerra eterna alla gioventù hitleriana»

I pirati dell'Edelweiss, 1938-1945

Nel giro di pochi mesi dalla loro ascesa al potere in Germania, i nazisti avevano di fatto distrutto quella che veniva percepita come una delle meglio organizzate classi lavoratrici del mondo. Il Partito Comunista e quello Socialista con i loro sindacati, milizie e organizzazioni sociali erano stati messi al bando; gli attivisti erano stati giustiziati, imprigionati, esiliati o costretti alla clandestinità. I quartieri proletari erano isolati e soggiogati dal terrore dei rastrellamenti e delle perquisizioni casa per casa.
Il programma nazista di creare una Comunità Nazionale e mettere a tacere l'opposizione attraverso l'uso del terrore si sarebbe intensificato nei successivi dodici anni.
Il coinvolgimento nella Gioventù Hitleriana e nelle politiche educative nazionalsocialiste serviva ad assicurare che i giovani diventassero attivi (o almeno passivi) sostenitori dello Stato nazista. Dietro la propaganda della "Comunità Nazionale" la realtà era molto diversa, specialmente nelle zone proletarie. Più lo Stato e la Gioventù Hitleriana si intromettevano nella vita dei giovani, più gli atti di non conformismo e resistenza diventavano visibili e chiari. Migliaia di giovani rifiutarono di prendere parte alle attività della Gioventù Hitleriana e formarono invece gruppi e bande ostili ai nazisti.

Il canto dei violenti

Miraggi

Il canto dei violenti

Georges Henein

Noi servitori – aratori – metalmeccanici, noi disoccupati
Nere vittime della miniera
E cupe prede dei porti
Noi la fame – la miseria – il malanno
Noi che veniamo assassinati
È ora di assassinare.

Sincerità

Brulotti

Sincerità

«Devono essere impazziti» — avranno pensato i fiorentini in questi ultimi giorni. In pieno centro, accanto al Duomo, in piazza della Repubblica, lungo piazza della Signoria, a San Lorenzo, a Sant'Ambrogio, Oltrarno, a Santa Croce... chi si è ritrovato a camminare per Firenze non ha potuto fare a meno di notarlo. Faceva capolino persino lungo i viali, alle fermate dei bus. Si tratta di un manifesto firmato dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, col concorso della Protezione Civile, in cui si ribadisce la necessità dell'Alta Velocità ferroviaria, la bellezza del Progresso, l'ineluttabilità dei sacrifici ambientali ed umani richiesti, e si invita la popolazione a non impedire l'imminente sventramento della città assicurato dalla costruzione della nuova stazione ferroviaria sotterranea.
A leggerlo c'è da rimanere sbigottiti. Mai gli amministratori pubblici si sono rivolti con così aperta sincerità ai loro elettori. Ad ogni modo si deve essere trattato di un rigurgito momentaneo di franchezza, qualità notoriamente incompatibile con il mestiere di politico, tant'è che si è aperta la caccia istituzionale ai manifesti che man mano vengono rintracciati e (ma ancora non tutti) rimossi.
Peccato, perché facevano bella figura. A loro imperitura memoria, abbiamo pensato bene di immortalarli.

Informal organisation

Ostrogoto [en]

Informal organisation

Alfredo M. Bonanno

First let us distinguish the informal anarchist organisation from the anarchist organisation of synthesis. Considerable clarification will emerge from this distinction.

Qualcosa di sinistra

Intempestivi

«Di' qualcosa di sinistra!»

Sono passati anni da quando in uno dei suoi film un noto attore-regista italiano esortava l'allora attonito leader della sinistra, impegnato in un dibattito televisivo con il sorridente miliardario che tuttora tiranneggia il paese, a non farsi calpestare e a reagire. Macché, tutto inutile. In questa epoca di certezze infrante, di parole banalizzate, di significati erosi, di veri e propri capovolgimenti concettuali, la sinistra si trova sempre più a destra, pronta a blandire l'imprenditore equo e solidale, ad approvare la guerra civilizzatrice, a sostenere il nucleare sicuro, a votare leggi razziste, a costruire grandi opere devastatrici... Le vecchie bandiere rosse (di vergogna) sono finite al macero, sostituite dai tricolori.

Ma questo tracollo ideale ed ideologico della sinistra istituzionale, quella dedita agli intrighi di palazzo, non ha risparmiato nemmeno quella sinistra "radicale" che, pur preferendo respirare l'aria della piazza, era solita giocarci assieme di sponda. Contro il capitalismo, Marx può andare ancora bene da leggere e pregare. Ma è troppo fuorimoda da citare, troppo infausto da proporre, troppo imbarazzante da sbandierare. Così, per un breve periodo i suoi antichi esegeti non hanno saputo più a che santo votarsi.
Finché è arrivata l'illuminazione: san Tommaso d'Aquino. Sì, proprio lui, l'ideatore di quel concetto di bene comune che costituisce la base della dottrina sociale della Chiesa, tratto distintivo del pensiero politico cattolico. Dalla segreteria, le lotti sociali sono passate alla sacrestia.

Organizzazione informale

Contropelo

Organizzazione informale

Alfredo M. Bonanno

I gruppi di affinità e i compagni che si riconoscono in un’area progettuale di natura informale sono insieme di fatto e non certo per l’adesione ad un programma fissato in un congresso. Il progetto in cui si riconoscono è realizzato da loro stessi, dalle loro analisi e dalle loro azioni. Può trovare occasionale punto di riferimento in un giornale o in una serie di riunioni, ma ciò solo per facilitare le cose, mentre non ha nulla a che vedere con congressi o altre faccende del genere.
I compagni che si riconoscono in un’organizzazione informale ne fanno automaticamente parte. Si tengono in contatto con gli altri compagni, tramite il giornale o tramite altri mezzi, ma, quel che è più importante, si tengono in contatto partecipando alle diverse azioni, manifestazioni, incontri, ecc. che, di volta in volta, si realizzano. Il punto centrale di verifica e di approfondimento è dato dal vedersi in momenti di lotta che, all’inizio, possono anche essere semplicemente momenti di verifica teorica per poi diventare altro.

Vino più forte, musica più folle

Brulotti

Vino più forte, musica più folle

Apio Ludd

un manifesto

 

1

 

Perché diavolo dovrei scrivere un manifesto?
Di certo non abbiamo bisogno di ulteriori dogmi fanatici che inseguono fischiando catechismi giù per i vicoli ciechi di qualche "ismo".
Quindi cosa potrebbe avermi spinto a sguinzagliare questa raffica di parole?

 

2

 

Voglio essere chiaro fin dall'inizio. Non sto parlando per conto di nessun "ismo", causa, partito o movimento.
Di certo non sto parlando per conto del movimento anarchico, perché:
Sono un anarchico e quindi mai parlerei per qualcuno al di fuori di me stesso;
Se vedessi un qualche movimento anarchico per cui valesse la pena parlare, non sprecherei il mio tempo in chiacchiere, mi unirei alle danze!
Sono un outsider in questo mondo e, quindi, anche in un "movimento" anarchico che sembra sfidare questo mondo sempre di meno ed imitarlo sempre di più.