Brulotti

Si comincia dai capelli

B. Traven [Ret Marut]
 
Raccolta dei capelli femminili.
È stata la risposta all’appello delle donne della Croce Rossa
per raccogliere i capelli femminili.
Data l’attuale penuria di cuoio, di filo, ecc.,
i capelli delle donne costituiscono un prezioso succedaneo
per l’industria della guerra: serviranno per fabbricare
piastre e dischi stagni per i nostri sottomarini;
i più lunghi saranno trasformati in cinghie di trasmissione,
i capelli corti in filtri.
[…]
 
So bene, come ogni scolaretto, che si tratta di capelli recuperati dopo averli tagliati. Ma che un gran numero di donne si siano tagliate con entusiasmo le loro capigliature per la causa, credendo che fosse una causa, lo segnalo perché i responsabili della guerra volevano sicuramente che le donne, invece di accontentarsi di recuperare i loro capelli tagliati, sacrificassero i loro capelli veri, la loro capigliatura viva.
[…] Ecco dove volevo arrivare: si comincia coi capelli; la capigliatura è parte integrante del corpo; si farà un passo in più e si dirà: visto che si prendono i capelli dei vivi, perché non prendere anche i capelli dei morti? Dopo aver negato ai defunti un abito nero e adesso anche una camicia di lino, non sarebbe altro che un passettino. Ma non ci fermerebbe lì. Questo passo verrebbe seguito da un altro; l’ultimo passo sarebbe poi tanto più distante dal primo (quello della raccolta dei capelli femminili tagliati) di quello che ha raccolto all’arruolamento dei giovanottoni ventenni al richiamo dei veterani orbi e al reclutamento dei forzati, come abbiamo visto. A poco a poco, siamo stati condotti ad abituarci all’idea di vedere donne pilota nell’esercito; un passo ulteriore è stato fatto quando le donne sono state arruolate non solo come autiste nelle retrovie ma come combattenti. I militaristi non avrebbero indietreggiato di fronte a niente. È cominciato con dei capelli e avrebbe potuto finire con la cremazione dei morti civili e di quelli che cadono sotto il fuoco. Appare così mostruoso da far rabbrividire. E tuttavia io vi dico: non è l’umanità che ci ha preservato da questi orrori, ma unicamente la rivoluzione che ha messo fine alla guerra. Sono accadute altre cose durante questa guerra e altre ancora ci attendono. La guerra è un’atrocità continua, che nessun essere umano sa in anticipo dove potrà fermarsi.
 
 
[“Nello Stato più libero del mondo”
Der Ziegelbrenner, nn. 9/14, 15/1/1919]