Brulotti

Contro la loro guerra, contro la loro pace... per la Rivoluzione sociale

 
La guerra avanza a pieno regime e raduna le truppe. Le carneficine compiute dal regime di Assad, dall’Isis e dai bombardamenti democratici affogano nel sangue ogni possibilità rivoluzionaria in Siria. E dall’Iraq al Mali, dallo Yemen all’Ucraina, il terrore quotidiano devasta irreparabilmente vite e territori per interessi economici e politici, nel nome di una religione, di una etnia, di una nazione.
Con differenti intensità, la sporca guerra dell’oppressione permette ai soldati di scatenarsi contro intere popolazioni, costrette a subire o a seguire l’uno o l’altro campo. In gennaio e nel novembre 2015, i massacri di Parigi ci hanno ricordato che l’orrore della guerra non si limita a campi di battaglia più o meno lontani.
ANCHE QUI i soldati di dio massacrano per imporre il loro ordine, mentre lo Stato francese rafforza ulteriormente il suo proclamando la guerra a tutto spiano. L’esercito viene dispiegato e lo stato d’emergenza si perpetua. Mezzi di sorveglianza e uniformi pompati al massimo, pestaggi e grilletto facile, caccia ai migranti e agli indesiderabili, leggi e misure contro tutto ciò che può assomigliare a un «nemico interno», il messaggio è chiaro: un giro di vite e tutti devono marciare al passo.
Contro una logica di guerra che, sempre per il potere, divora i corpi e le menti, è tempo di rompere le righe e di diffondere la lotta per la libertà.
LA LOTTA PER LA LIBERTÀ non cerca soldatini e non si affida a nessuna autorità superiore. Al contrario, prende forma in ogni rifiuto di delegare le proprie decisioni e nella volontà di riprendere in mano la propria vita. Essa avanza nelle rivolte contro la guerra permanente che ci viene imposta a colpi di soldi e di sbirri. È condotta da tutti coloro che lottano qui ed ora per un mondo realmente differente, senza codici morali o penali, senza Stati né frontiere, senza padroni né schiavi.
Scontrarsi con ciò che ostacola la libertà ci pone anche di fronte a noi stessi: sta a noi determinare, sperimentare, avvicinarci a ciò che vogliamo vivere. Non è certo un compito facile, ma per questo abbiamo armi temibili per i potenti: la SOLIDARIETÀ tra ribelli contro le chiusure identitarie, l’AUTORGANIZZAZIONE senza capi né gerarchia, l’ATTACCO individuale e collettivo di ciò che contribuisce al dominio.
Allora, lasciamo libero corso alla nostra autonomia di pensiero e di azione per propagare la sovversione e frantumare la loro pace da caserma! Prendiamo l’iniziativa per sabotare dappertutto i loro progetti di devastazione! Passiamo all’offensiva per distruggere gli ingranaggi della macchina da guerra, di controllo e di sfruttamento! Per farla finita, finalmente, con questo ordine mortifero!

 

Anarchici
 
[manifesto affisso in diverse città francesi, febbraio 2016]