Brulotti

A chi non vuole il gasdotto

Del gasdotto che il consorzio TAP intende realizzare e far approdare a San Foca conosciamo ormai ogni dettaglio: lunghezza, profondità, quantità di gas trasportato, diametro e materiale dei tubi, percorso… ne parlano i media locali e nazionali, se ne discute al bar e nel salone dei barbieri, è argomento di discussione quotidiano tra gli oppositori, ma… come fare per fermarlo? Come intendiamo realmente opporci alla costruzione del gasdotto? Quali sono le pratiche che concretamente pensiamo di mettere in campo, quando inizieranno i lavori e anche prima? Sembra, questo, un interrogativo che nessuno si pone, un punto su cui non valga la pena riflettere, un dettaglio trascurabile…

È stata proprio la giornata di oggi a suggerirci l’interrogativo. Pensiamo che, domani, basterà un flash-mob di tamburelli a convincere TAP, coi suoi tecnici e operai, a interrompere i lavori? Difficile credere che il ritmo della pizzica terrà lontano gli scavi. O siamo forse convinti che basterà cliccare “Mi piace”, seduti comodamente a casa, e diventare amici virtuali, per essere in tanti ed impedire l’avanzata delle ruspe? O, ancora, crediamo salvifico aggrapparci ai politici locali a vario livello – sindaci, assessori regionali, parlamentari – per fermare un’opera che quella stessa politica ha dichiarato strategica per l’intera Unione Europea, o ci illudiamo che sia sufficiente apporre la propria firma su un pezzo di carta da esibire ai vari organi competenti perché tutto si risolva, dopo che l’esperienza ha ampiamente dimostrato quale sia l’opinione dello Stato sulla raccolta firme? L’esempio della centrale a carbone di Cerano, contro cui si era espresso il 98% della popolazione, basta a far cadere ogni illusione.

E allora – penserà qualcuno – non è possibile far nulla per opporsi?

Lontano da ogni forma di fatalismo, pensiamo fermamente il contrario, e vorremmo incontrare tutti coloro che non smettono di credere che sia possibile lottare contro il gasdotto, partendo da un unico punto fisso: che solo noi, in prima persona e senza delegare ad altri, possiamo metterci in mezzo tra il consorzio TAP e la realizzazione dell’impianto, secondo le forme che man mano sapremo decidere e mettere in campo. Manifestare, volantinare, contro-informare, bloccare, sono solo alcuni esempi; altri sono da scoprire e sperimentare insieme.

Ci rivolgiamo quindi a tutti coloro – singoli individui, pescatori, contadini, ecc. – che sono sinceramente arrabbiati per l’ennesimo sopruso e non sono più disposti ad accettare tacendo.                                                      

Alcuni nemici del gasdotto

 

Testo diffuso domenica 11 agosto a San Foca (LE), nel corso di una iniziativa organizzata dal Comitato NO TAP.